LUGANO – Lo Zugo, dopo l’eliminazione con un secco 4-0 al primo turno dei playoff proprio per mano del Lugano, aveva deciso che qualcosa andava fatto, e a farne le spese erano stati anche i due ultimi acquisti dei bianconeri, Daniel Sondell e Dario Bürgler.
Invitato a trovare una nuova squadra poco meno di due mesi or sono, il forte svedese aveva a sua disposizione diverse opzioni per continuare la carriera, dopo che nessun difensore nello scorso campionato aveva saputo mettere a segno un bottino di punti maggiore del suo. Lui però non ha avuto dubbi, ha scelto immediatamente Lugano.
“Nel momento in cui ho avuto il primo contatto con il Lugano, ho avuto immediatamente delle ottime sensazioni”, ci ha spiegato Sondell. “Si tratta di una buona squadra e di un grande club. Parlando con i vari giocatori svedesi che sono attualmente in bianconero mi sono state dette solamente cose positive, a partire dall’organizzazione sino ad arrivare alla città e ai fans. Insomma, le cose sono funzionate sin dal principio e la decisione di firmare è stata poi quasi automatica”.
L’accordo prevede unicamente la durata di una stagione, c’è un motivo particolare?
“Non propriamente. In sostanza il mio contratto con lo Zugo sarebbe scaduto solamente tra un anno, dunque mi è sembrato opportuno restare sulla mia decisione iniziale di rimanere in Svizzera sino al 2017, poi si vedrà cosa succederà con il Lugano. Per ora mi sento a mio agio nell’avere un accordo di un anno”.
Lo scorso anno avevi concluso la regular season come miglior difensore del campionato, poi qualcosa con lo Zugo si è rotto… Cosa era successo?
“A dire il vero non lo so di preciso. Nei playoff ho giocato due partite, ma per le altre due erano dell’opinione di non mandarmi in pista, dopodichè hanno preso la decisione di andare in una direzione diversa, ed è una cosa che devo rispettare. Non ho molto da aggiungere sulla questione, ma non c’è alcun rancore tra me e lo Zugo, si tratta semplicemente di capire che queste cose succedono in un business come quello dell’hockey”.
A Lugano troverai i connazionali Klasen, Martensson e Zackrisson. Per te sarà decisamente facile ambientarti…
“Sì, questo sicuramente, soprattutto vista la presenza dei primi due che hai citato, i quali erano già a Lugano lo scorso anno. Avere dei ragazzi svedesi in squadra renderà il tutto più semplice per me ed anche per la mia famiglia, saranno loro i primi a cui mi rivolgerò se avrò bisogno di qualcosa”.
Con te lo Zugo aveva “scaricato” pure Bürgler, ed anche lui arriverà alla Resega… Eri consapevole che entrambi stavate trattando con la stessa squadra?
“No, ignoravo il fatto che anche lui fosse in contatto con il Lugano. Su di lui posso dire solamente cose positive, è davvero un bravo giocatore, un power-forward molto forte e che sa giocare fisico… Ha un gran pattinaggio ed un ottimo tiro, ha già dimostrato in passato di cosa è capace in questa lega… Probabilmente aveva bisogno di cambiare ambiente per raggiungere nuovamente il suo pieno potenziale. Le mie parole di elogio nei suoi confronti valgono anche per lui come persona, è un gran bravo ragazzo!”.
Il Lugano lo hai visto da vicino soprattutto nella serie negli ultimi playoff, c’è qualcosa che ti ha colpito particolarmente nel modo di giocare di Shedden?
“L’attitudine. Tutto quello che fa Shedden è in funzione di vincere, e sa trovare la maniera giusta per spingere i suoi giocatori a dare il massimo… Quando si parla di allenatori, questa è una caratteristica molto importante da avere in gioco”.
Lo scorso anno il Lugano aveva molte arme offensive, ma tra queste non c’era il powerplay… In questo senso il tuo arrivo è importante, cosa ti rende così efficace in superiorità?
“È sempre difficile da dire (ride, ndr). Le fasi in superiorità numerica sono una situazione in cui ho sempre giocato in tutta la mia carriera, dunque ho una certa esperienza, ma è l’unità dei cinque giocatori in pista che rendere il powerplay di una squadra buono o meno. Un solo giocatore non basta per fare la differenza. Se si riesce ad avere cinque giocatori che pensano alla stessa maniera, solitamente tutto funziona al meglio. A Zugo avevamo un ottimo powerplay, e sono convinto che anche a Lugano sarà lo stesso”.
In carriera hai ottenuto diversi riconoscimenti individuali, ma non sei mai riuscito a vincere un titolo… Quanto è importante per te avere questa opportunità a Lugano?
“Ha tantissima importanza. Il Lugano ha l’ambizione di arrivare al titolo ed hanno sempre avuto delle ottime squadre, dunque quando ci si aggiunge ad un gruppo del genere lo si fa con l’obiettivo di farne parte appieno e di avere un ruolo in qualcosa di speciale. In fondo tutto ciò che si fa è in funzione di questo: la possibilità di vincere il campionato. A Lugano c’è questa opportunità, ma è sempre molto difficile andare fino in fondo… Ci vuole un po’ di fortuna e bisogna arrivare al massimo della forma nei playoff… In quei momenti tutto è deciso dai dettagli, ma non vedo l’ora di provarci”.
(PHOTOPRESS/Alexandra Wey)
Recentemente hai sempre avuto ottime statistiche, ma la Nazionale rimane quasi un tabù per te… Raggiungerla rimane un obiettivo?
“È vero, ho giocato solo alcune partite qualche anno fa, ma nulla di più. Non voglio rispondere ‘no’ alla domanda, ma il passare del tempo non ti fa certo tornare giovane e nell’ottica della Nazionale ci sono dei bravi difensori con meno anni di me che catturano una maggiore attenzione. In Svezia si sta pensando al futuro, e per questo vengono spesso chiamati dei giovani talenti per lavorare in prospettiva. Chiaramente non si sa mai, se si presentasse l’opportunità ne sarei felice, ma non è tra i miei obiettivi attuali e non ci penso molto”.
Una competizione a cui hai invece preso parte con lo Zugo è la CHL… Qual è la tua opinione sul torneo? Pensi influesca sulla preparazione estiva?
“Prima dell’arrivo della CHL si passava il mese di agosto a giocare partite di allenamento, ma essendo incontri senza un reale scopo rappresentano due cose molto diverse… Quando si gioca per qualcosa di concreto si hanno sempre sensazioni diverse. Certo, anche nelle amichevoli si cerca di dare il meglio, ma con la CHL si ha l’opportunità di disputare immediatamente incontri che mettono in palio dei punti, dunque credo che rappresenti un’ottima opportunità. Ci vorrà del tempo prima che il torneo acquisisca maggior risalto e porti più pubblico nelle piste, e naturalmente è molto distante dalla controparte che esiste nel mondo del calcio, ma sicuramente vedo il tutto in maniera molto positiva.
Passerà ancora del tempo prima di vederti a Lugano, che piani hai per la preparazione fisica estiva?
“Non so ancora precisamente quando dovrò essere in Ticino, ma il termine ultimo dovrebbe essere attorno al 27 di luglio. Per quanto concerne la preparazione la svolgerò come in passato con l’Örebro, la squadra in cui militavo prima di trasferirmi in Svizzera e nei confronti della quale sono molto grato per la loro disponibilità ad accogliermi in questo periodo. È bello potersi allenare con degli amici, ed avere una buona compagnia rende sicuramente il tutto più facile”.