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Interviste

Shedden: “Non lasciamo nulla al caso, la vittoria passa dai dettagli”

LUGANO  – Ultime pattinate di rifinitura alla Resega, dove il Lugano sabato affronterà la prima partita di finale contro il Berna. Facce concentrate ma distese quelle dei giocatori bianconeri al termine dell’allenamento di venerdì.

Dopo tante partite giocate di seguito, questa pausa di cinque giorni è servita per ricaricare le batterie e studiare l’avversario, però ora c’è tanta voglia di ritornare in pista per giocarsi il titolo.

“Tutti sono impazienti di cominciare la serie contro il Berna – ci dice Doug Sheddenla prima partita è sempre importantissima, ci permetterà di vedere come siamo messi e come adattare il nostro gioco a quello dei bernesi. Ieri (giovedì, ndr) abbiamo visionato parecchi video delle partite degli orsi in modo da prepararci al loro stile di gioco, faremo la stessa cosa anche sabato”.

Per la prima volta in questi playoff i bianconeri avranno l’occasione di giocare in casa la prima partita della serie, un vantaggio inaspettato vista la posizione in classifica dei bianconeri al termine della regular season. Questo vantaggio rende la sfida di sabato sera ancora più importante per il Lugano, chiamato a vincere per mettere la pressione sulle spalle della squadra della capitale: “È la prima volta che possiamo giocarci la prima partita in casa, sarà importantissimo l’apporto del pubblico, giocare sulle emozioni positive che la pista piena potrà darci. Sarà importante non lasciare niente al caso e concentrarsi anche sui più piccoli dettagli in modo da riuscire a portare a casa una vittoria. Loro sono una grande squadra, hanno molti giocatori talentuosi. Hanno avuto problemi in regular season ma ora li hanno risolti, non sarà sicuramente facile”.

La tensione è palpabile, soprattutto tra i tifosi che non vivevano questo tipo di partite da ormai troppo tempo. Tensione che però il tecnico bianconero non avverte: “Sono impaziente di iniziare ma non sono nervoso, faccio questo mestiere da tanto tempo dunque sono abituato a questo genere di situazioni. È bellissimo poterci essere, è una grande sensazione. Sarebbe bello riuscire a portare a casa il titolo per Vicky Mantegazza, per la città di Lugano e per i ragazzi che hanno lavorato davvero molto duramente per arrivare fino a qui. Sarebbe una bella soddisfazione anche per me, mi piace lavorare in Svizzera e qua a Lugano, vincere sarebbe speciale”.

La partita tra Lugano e Berna mette di fronte due allenatori diametralmente opposti. Doug Shedden, canadese con grande esperienza e Lars Leuenberger, traghettatore per la stagione e ritrovatosi suo malgrado alla guida di una squadra per la prima volta in vita sua, con risultati che definire sorprendenti non sembra essere abbastanza. Secondo Shedden però, questa differenza tra i due non sarà un punto chiave della serie: “Non conosco Lars Leuenberger e non so come lavora, anche se è la prima volta che si trova su una panchina in National League potrebbe essere il migliore allenatore del mondo. Non ho idea di quello che faccia, so cosa facciamo noi e cerco di focalizzarmi solo su questo”.

Rispetto alla sfida col Ginevra, squadra maggiormente fisica che prepara su questo piano le partite, la serie col Berna sarà diversa, in quanto gli orsi hanno sì giocatori che sanno farsi valere sul piano fisico, ma annoverano tra le loro fila anche diversi elementi veloci capaci di ribaltare l’azione in pochi secondi, esattamente come fanno i bianconeri. Inoltre, il sistema di gioco adottato da Leuenberger è completamente differente da quello di McSorley, ma il coach bianconero ha cercato di trovare le contromisure adatte per battere il Berna: “Lo stile di gioco del Berna è molto differente da quello del Ginevra, almeno non tirano da qualunque posizione in pista (ride, ndr). Loro cercano di forzare il maggior numero di turnover nella zona neutra della pista, giocando un sistema 1-3-1 con un forechecking molto alto. Per riuscire a contrastarli dovremo fare la stessa cosa, in quanto sui ribaltamenti di fronte siamo molto abili a sfruttare la nostra velocità per crearci occasioni da gol”.

Chiaramente la sfida tra le due compagini vivrà anche di scaramucce e “trash talking”, visti gli elementi in campo (Helbling e Rüfenacht da una parte, la linea di Lapierre dall’altra). Shedden conosce bene il numero 81 degli orsi avendolo allenato a Zugo ed è consapevole che un confronto tra lui e Lapierre sarà inevitabile: “Rüfenacht e Lapierre si somigliano molto per il modo in cui giocano, c’è però una grande differenza di stazza tra i due. Sicuramente si parleranno prima o poi, probabilmente appena scesi dal bus, ma sarà una bella sfida da vedere, anche con Helbling probabilmente. Anche lui ha giocato qua per qualche anno e diciamo che tende ad andare su di giri facilmente. Sarà interessante”.

La sfida è lanciata e ormai le parole lasceranno spazio al ghiaccio. Dal gol di Marc Weber all’overtime nella finale persa nel 2004 sono passati ben 12 anni. 12 lunghi anni di sfide tra le due compagini che tornano ora a confrontarsi per la gloria e per il premio più ambito. Tocca ai bianconeri far sì che la storia vada in maniera diversa.

Studente di comunicazione all'USI di Lugano, Diego si occupa delle interviste post-partita dalla Resega.

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