LUGANO – AJOIE
6-3
(0-2, 3-1, 3-0)
Reti: 00’37 Bozon (Thiry, Fischer) 0-1, 2’57 Kohler (Pilet) 0-2, 24’13 Scheidegger (Fey, Asselin) 0-3, 31’18 Morini (Arcobello, Quenneville) 1-3, 33’49 Andersson (Fazzini, Arcobello) 2-3, 39’24 Alatalo (Peltonen, LaLeggia) 3-3, 52’56 Fazzini (Quenneville, Andersson) 4-3, 57’20 Thürkauf (Joly, LaLeggia) 5-3, 57’36 Fazzini (Arcobello, Quenneville) 6-3
Note: Cornèr Arena, 5’157 spettatori
Arbitri: Stolc, Hürlimann; Cattaneo, Kehrli
Penalità: Lugano 5×2, Ajoie 3×2
Assenti: Daniel Carr, Marco Müller, Lorenzo Canonica, Julian Walker, Markus Granlund, Arttu Ruotsalainen (infortunati), Arno Snellman (ammalato), Thibault Fatton (sovrannumero)
LUGANO – Stavano per spacchettare dei bei sacchetti di carbone i bianconeri, dopo una prima metà di partita che di festivo proprio non aveva nulla, e alla fine si ritrovano per le mani una bella rimonta natalizia.
A giocare brutti scherzi alla squadra di Gianinazzi è stata dapprima una marcatura distratta di Andersson su Bozon e poi un mezzo pasticcio tra il quarto blocco e Schlegel ha portato sul doppio vantaggio l’Ajoie, che addirittura nel terzo tempo stava pensando al colpaccio con lo 0-3 di Scheidegger, e lo stava sognando con molte ragioni valide per quello che si è visto sul ghiaccio.
Distrazioni, slegature, imprecisioni che hanno fatto il gioco dei giurassiani, scesi nel sottoceneri con le solite armi da trasferta, pressione incredibile a tutta pista, tanti dischi messi sulla porta e un pattinaggio instancabile che ha messo in diffcoltà il Lugano per tanto tempo.
In fondo ce lo si poteva (doveva) aspettare che l’Ajoie avrebbe messo in pista una partita del genere, fatta tutta di forecheck e grandissimo pattinaggio sin dal primo piede messo sul ghiaccio, quello che Audette e compagni avevano già mostrato nel primo incontro giocato alla Cornèr Arena e decisosi nel terzo periodo.
Con Joly di nuovo cervello del primo blocco, il Lugano ha spinto soprattutto dopo aver digerito lo choc dello 0-3, ha messo alcuni dischi interessanti dalle parti di Ciaccio, ma la squadra di Wohlwend ha fatto capire una cosa, ossia che nella gestione di un seppure stretto vantaggio dà sempre tutta se stessa e allora arrivare in maniera diretta sull’ex portiere dell’Ambrì è stato molto difficile per gli attaccanti di casa, costretti a fare un salto soprattutto di mentalità.
Solo dopo un paio di cambi a ritmo sostenuto dei primi blocchi si è infatti visto un vero cambio di marcia del Lugano, il quale ha anche approfittato della panchina vicina per spendere diversi cambi lunghi nel terzo offensivo e costringere l’Ajoie alla fatica, completando una rimonta da 0-3 a 3-3 nel giro di otto minuti.
Non ha fatto miracoli la squadra di Gianinazzi – Ciaccio invece più di uno… – ma ha iniziato a giocare con pazienza e intelligenza, ha sfruttato le capacità di giocatori come Arcobello e Joly per mantenere il controllo del disco e far salire la squadra con calma e ordine, distinguendosi anche in molto cycling per saltare le marcature e arrivare al tiro giusto.
Dall’1-3 in power play di Morini in avanti i bianconeri hanno cambiato definitivamente velocità, approfittando anche di un logico calo degli ospiti – impossibile reggere un tale ritmo di pattinaggio a lungo – operando con molta più forza e insistenza con quattro blocchi per mettere pressione nella parte centrale dello slot e la rimonta è partita in maniera quasi inesorabile, senza fermarsi nemmeno dopo essere andati alla seconda pausa sul 3-3.
Dal terzo periodo il Lugano ha mantenuto il piede pesante, ha corso ancora un paio di rischi, ma il crollo dell’Ajoie è parso inevitabile, tanta la forza d’attacco che la squadra di Gianinazzi ha messo sul ghiaccio, a volte impressionante per diversità di soluzioni e continuità nello stesso cambio.
Alla fine, in una Cornèr Arena finalmente frequentata degnamente (non che fosse il pubblico delle grandi occasioni) e che ha spinto la propria squadra, il Lugano ha mostrato una forza mentale non da poco per riuscire a risalire la china in un contesto del genere, seppure contro l’ultima forza del campionato. Chiusi a riccio in difesa e con gli uomini migliori sempre sul ghiaccio, gli ospiti hanno speculato sul risultato di 0-3 (che in altre occasioni sarebbe bastato) ma semplicemente la reazione bianconera è stata troppo forte da contenere, e nemmeno un Ciaccio a tratti eccezionale nulla ha potuto sulle reti di gran fattura che hanno deciso l’incontro nel terzo periodo.
È stato importantissimo per il Lugano incamerare questi tre punti, per confermare lo stato mentale eccellente della squadra in un momento difficile e per difendere un sesto posto che nelle condizioni dei bianconeri è un risultato ad oggi di grande rilevanza, e per passare delle feste natalizie serene.
E chissà che quei tifosi arrivati sabato sera per l’occasione non si siano accorti che questa squadra merita una pista che torni ad essere quella ribollente ed esaltante di qualche stagione fa.
IL PROTAGONISTA
Luca Fazzini: Altre due reti per un “Fazz” in grande spolvero anche sabato dopo le tre reti rifilate al Kloten, autore del game winning goal oltre che dello splendido 6-3 definitivo. Il numero 17 ha pattinato moltissimo per tutta la partita, facendo da terminale alle giocate di Arcobello e mostrando già una bella intesa anche con Quenneville, con il quale ha dialogato molto e in maniera fruttuosa, mettendo buone premesse per una linea che può diventare molto interessante.