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Interviste

Schlegel: “La mia situazione non è semplice, ma è una sfida e sono felice della vittoria”

Il portiere tra i protagonisti della vittoria a Zugo: “Sono io il primo a mettermi pressione, so che quando ricevo la possibilità di giocare, devo giocare bene, altrimenti non scenderò più in pista per un paio di settimane”

ZUGO – Il portiere Niklas Schlegel, forse schierato anche un po’ a sorpresa, è stato uno dei protagonisti della magnifica vittoria del Lugano a Zugo, ottenuta con personalità ed una grande prova collettiva.

“Sono molto felice, specialmente di essere riuscito a dare una possibilità alla mia squadra di poter vincere e sono contento finalmente di aver ottenuto una vittoria a Zugo, era da tanto che non mi capitava”.

Non era evidente fare bene, anche perché la tua situazione attuale non è semplice. Giochi poco, e quelle poche volte devi farti trovare pronto per sfruttare la chance…
“Non è una situazione semplice, ma è una sfida. Sono io il primo a mettermi pressione, so che quando ricevo la possibilità di giocare, devo giocare bene, altrimenti non scenderò più in pista per un paio di settimane. In questa occasione non ho giocato male, non sono ovviamente contento di come sia andata in occasione della rete incassata, ma ero anche molto nervoso. La mia difesa mi ha aiutato molto proteggendo a dovere lo slot”.

Quando subisci un gol magari evitabile, come quello incassato, come reagisci? Ripensi a cosa hai sbagliato o ti sei già dimenticato della scena con la ripresa del gioco?
“Con il passare del tempo ho acquisito l’esperienza necessaria per gestire certe situazioni. Si può sempre discutere sulle reti. C’è chi dice che hai incassato un gol di merda, altri dicono che fa niente, può succedere. Era comunque un tiro al volo di Martschini da distanza ravvicinata. In una giornata di grazia e sei hai il ritmo partita lo pari. Se magari invece sei reduce da una pausa di tre settimane non riesci a fermare il disco. Può succedere, è importante bere un sorso di acqua, una sorta di risciacquata e riconcentrarsi. Bisogna affrontare tiro dopo tiro e non guardare troppo avanti”.

Con il passare dei minuti da fuori è sembrato che tu abbia acquisito sicurezza…
“Assolutamente sì. Più tiri ricevi e più entri nel gioco, acquisti tranquillità e il nervosismo sparisce. I rebound ci sono sempre, succedono anche a uno come Genoni che gioca praticamente sempre. La partita perfetta non esiste mai, non si può essere mai felice al 100%, ma stavolta posso affermare di essere molto molto contento”.

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