BERNA – Il Lugano è tornato da Berna con tre punti importanti che permettono ai bianconeri di mettere gli orsi nel mirino a livello di classifica già per la serata di sabato, quando potrebbe avvenire il sorpasso.
Tra i veri protagonisti alla PostFinance Arena – assieme a Michael Joly – c’è stato sicuramente il portiere Niklas Schlegel, che ha sfoderato una prova di classe mondiale…
“Classe mondiale? Io più che altro direi che tantissimi miei compagni sono stati molto bravi. Hanno fatto quelle piccole cose che magari non sempre si vedono. Penso ad esempio all’incredibile disco bloccato da Kempe sullo slapshot di Kahun nel terzo tempo. Oppure alle tante battaglie vinte in zona difensiva o a un Mirco Müller che ha pure bloccato molti tiri. Insomma è stata una prestazione del collettivo, ma non penso che possiamo essere contenti di tutto”.
Mi ha impressionato la tua parata in shorthand nel secondo tempo sul breakaway di Luoto. Oltre al grande intervento con il guantone sei riuscito subito a rilanciare l’azione per continuare immediatamente il powerplay. Che lucidità. Si acquisisce con l’esperienza?
“Non direi, dipende soprattutto dalla fluidità del gioco. Eravamo da poco in powerplay e non c’era nessun avversario davanti a me. Se Luoto fosse stato nei miei paraggi non avrei giocato il disco, sarebbe stato troppo rischioso”.
La fase finale a 6-contro-4 è stata molto concitata. Come ti comporti in questi casi? Spegni per così dire il cervello e vai a testa bassa senza farti influenzare dalla circostanza e dagli spettatori ad esempio? Oppure ragioni?
“I tifosi non sono mai un tema, quando giochi non ti accorgi di loro. Non spengo il cervello, devo osservare, vedere quali sono gli avversari sul ghiaccio. Ad esempio ho visto che c’erano Loeffel e Untersander nel powerplay finale e quindi mi sono detto che dovevo stare attento ai tiri al volo e che avrebbero inoltre cercato molto Kahun sul suo lato. A ogni ingaggio devi guardare chi è dove dei tuoi rivali e pensare in anticipo quali mosse potrebbero fare in base alle loro caratteristiche. Insomma devi pensarci prima, se non lo fai sei in ritardo e questo è fatale”.
Finora la tua stagione è stata molto positiva, condividi?
“Sono contento, ma da solo non puoi giocare bene. Hai bisogno dei tuoi compagni davanti a te. Gente che si sacrifica, che blocca i tiri… Se la squadra gioca bene, automaticamente pure tu come portiere giochi bene. Sono due cose collegate”.