RAPPERSWIL – Dopo una passata stagione travagliata il portiere bianconero Niklas Schlegel è pronto a ripartire. I primi minuti disputati a Rapperswil sono stati promettenti, con il numero 34 che non ha subito reti dopo essere subentrato a Koskinen a metà incontro.
“Mi sento molto bene, sono contento di ricominciare a giocare, ho svolto un’ottima preparazione grazie al supporto del nostro preparatore atletico e del nostro fisioterapista”, ci ha spiegato Schlegel.
Hai cambiato qualcosa a tal proposito, pensando ai problemi fisici avuti?
“Di base no, il programma è grossomodo sempre lo stesso, ma abbiamo però svolto più esercizi favorevoli ai muscoli e agli adduttori al fine di renderli così più forti”.
Nel complesso un ottimo debutto per te a Rapperswil, sei entrato a metà partita e non hai incassato reti…
“Non posso comunque essere contento dato che abbiamo perso. Ci sono sempre due partite che un team vuole vincere assolutamente, la prima e la ultima dell’intera stagione. A livello personale non è andata male, ho avuto però forse un po’ meno da fare rispetto a Koskinen”.
Che rapporti hai con quest’ultimo?
“Andiamo d’accordo, è una magnifica persona, molto tranquilla, un tipico finlandese”.
Puoi imparare qualcosa da lui?
“A livello tecnico siamo completamente diversi, lui è molto più grande di me, abbiamo dunque due stili di gioco differenti. Quello che posso apprendere da lui è più che altro legato all’aspetto mentale, ad esempio come si prepara a una partita e come si applica in determinate situazioni. Da questo punto di vista cercherò di osservarlo”.
Con l’arrivo di Koskinen la costellazione è cambiata. Immagino che sei pronto per la sfida e non ti accontenti di essere una semplice riserva…
“Certo, è anche quello che vuole e che si aspetta lui da me. Io non gli concederò partite gratuite, voglio giocare tutti i match e darò il massimo in ogni allenamento. Quando il coach mi darà l’opportunità cercherò di fornire ottime prestazioni e metterlo così in difficoltà in merito alla scelta su chi schierare nel prossimo impegno. Questo è il mio obiettivo”.
Se non dovessi giocare molto è possibile che tu vada ad aiutare i Ticino Rockets o non ne avete ancora discusso?
“Penso che il tema non sia d’attualità, sarà un discorso da improntare casomai più in là. Ci saranno comunque tante partite, spesso tre a settimane e diverse volte una dietro l’altra, poi le trasferte da Lugano sono lunghe. Inoltre con Bennett disponiamo di un settimo straniero, magari a volte potremmo anche giocare con sei stranieri di movimento. Vedremo che accadrà”.
Un’ultima domanda concernente tuo papà Tom. Settimana scorsa ha annunciato che dopo tanti anni non sarà più l’allenatore del tuo amico Nyffeler e di Meyer, si concentrerà solo sui ragazzi delle giovanili, come mai questa scelta?
“Lui oltre agli elementi della prima squadra si occupava già dell’intero settore giovanile del Rapperswil. Credo che nessun allenatore dei portieri in Svizzera svolgesse un carico di lavoro così grande. Ad esempio al weekend gli capitava di rientrare alle 4 di notte da una trasferta e alla domenica mattina di essere in una pista in qualche angolo della Svizzera a seguire l’estremo difensore di una squadra juniori. Si è reso conto che è diventato troppo, era stanco. Ha quindi deciso di optare per continuare a fare la cosa che più lo diverte, ovvero allenare i bambini, dedicare tutta la sua energia esclusivamente a loro e avere un po’ più di tempo libero”.