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Ambrì Piotta

Sarà la Valascia di Botta, i dettagli sulla futura pista dell’Ambrì

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QUINTO – Si è svolta a Quinto nella mattinata di lunedì la conferenza stampa per la consegna dello studio di fattibilità dell’architetto Mario Botta per la nuova Valascia, durante la quale il progetto è stato ampiamente illustrato da Filippo Lombardi, Angelo Gianini, Valerio Jelmini, Paolo Gattigo e, naturalmente, dallo stesso Mario Botta.

Il presidente biancoblù ha esordito ricordando come l’attuale Valascia sia una sorta di “palla al piede” per il club, con l’Ambrì che è l’unico club ancora proprietario della sua pista e con tutti gli altri che hanno già proceduto a fare un importante passo verso il futuro, con Bienne che vedrà la nuova pista completata in estate, mentre a Friborgo il progetto per il nuovo impianto è già praticamente pronto.

La presentazione di lunedì va a portare a parziale compimento un processo iniziato nel 2010, con i primi progetti di rinnovamento dell’attuale pista, poi cancellati per i noti problemi legati al collocamento in zona valangaria. Rimane comune però l’urgenza di realizzare il progetto, con la proroga della Lega che scadrà nel settembre 2018, momento in cui si dovrà avere la pista a norma e pronta per permettere ai giocatori di scendere in pista.

Uno studio di fattibilità economico per comprendere il senso di costruire una nuova arena nella zona di Ambrì è stato affidato alla BDO, con il signor Gattigo che ha presentato i risultati della ricerca. L’argomento chiave è stato quello relativo al fatto di dover dare vita ad un progetto che sappia dare un importante impulso alla Valle, diventando un polo che vada oltre le attività della prima squadra e convogliare molti altri interessi e attività durante tutto l’anno. Le stime di BDO a livello economico – pur ancora interlocutorie – indicano che il progetto potrà portare ad un indotto importante.

L’obiettivo è dunque quello di evitare assolutamente la classica “cattedrale nel deserto”, intenzione che è naturalmente sposata dal Municipio di Quinto. Il sindaco Jelimini ha ricordato la natura incontaminata della piana, rimasta tale anche dopo l’edificazione dell’aeroporto militare. La prima preoccupazione è dunque quello dell’impatto visivo della nuova Valascia, che naturalmente ha delle dimensioni importanti, soprattutto in verticale.

Evitare di deturpare il paesaggio è stato un argomento centrale su cui ha lavorato anche l’architetto Mario Botta, inizialmente nell’ambito di una consulenza architettonico-paesaggistica. Botta ha lavorato inizialmente su due varianti, con quella idealmente migliore collocata in contiguità con il nucleo abitato, ipotesi però scartata perché non in linea con le scelte legislative e pianificatorie già consolidate.

Si è dunque proseguito con la variante che prevede l’edificazione tra l’aerodromo a sud e l’arteria autostradale A2 a nord. La zona pone delle sfide sia a livello visivo, sia perché la struttura rientra a fatica nei margini di edificabilità concessi. La soluzione proposta da Botta è quella di ridurre ad una quota minima l’altezza della pista, abbassando il livello del ghiaccio al di sotto della falda acquifera di circa 2.5 metri.

Un aspetto estetico di grande sobrietà, che promette di dialogare con il “linguaggio” degli hangar e la dimensione dell’aerodromo stesso, verrà “ravvivato” da una sorta di capriccio architettonico, ovvero con la realizzazione di un dodecaedro stellato, al cui interno troveranno posto due livelli di lounge. Il nome di questo elemento sarà poi messo in vendita ed acquistabile da uno sponsor, che promette un importante ritorno economico.

Botta ha poi posto l’accento sull’importanza dei contenuti che andranno ad animare l’impianto, escludendo di principio la possibilità di sfruttare la struttura solamente nel weekend. Il progetto si è dunque sviluppato con l’obiettivo di inserire un mix di contenuti e di possibili attività, in modo che questo nuovo polo sportivo avesse anche l’opportunità di offrire servizi culturali e sociali.

In questo senso sono stati sviluppate otto diverse varianti, per permettere alla Valascia di rispondere alle varie esigenze e far vivere l’impianto tutti i giorni. Far rientrare il tutto nel budget previsto è stata una sfida, visto che inizialmente il costo stimato era di 75 milioni. Si è così arrivati ad una “versione” sostenibile, che prevede oltre alla pista vera e propria, anche una sala ghiaccio, una palestra, una piazza/spazio eventi, un atrio/galleria, negozi, uffici, ristoranti e altro ancora.

Dal punto di vista della sicurezza, invece, interessante la possibilità di costruire un accesso separato allo stadio per la tifoseria ospite. Nello studio preliminare viene infatti indicata l’opportunità per sfruttare un tunnel pedonale già esistente sotto l’autostrada, che porterebbe i tifosi avversari direttamente in pista e risolverebbe molti problemi.

Le diverse varianti sono state rese necessarie anche in seguito alle diverse esigenze sollevate da sponsor e partner, che tendono a mutare spesso nel tempo. In questo senso sono state individuate sette attività accessorie da inserire in sinergia nel progetto.

Si è poi passati alla spinosa questione del concorso relativo al progetto, argomento introdotto da Angelo Gianini, il quale ha spiegato che i tempi stretti della Lega non rendono possibile il normale iter procedurale per un concorso pubblico. Si è dunque deciso di affidare il progetto a Mario Botta, coadiuvato dal capo progetto Raul Reali, anche ex membro del CdA dell’HCAP.

Questa è considerata l’unica strada per ottenere la costruzione della Valascia – che avrà una capienza di 7’000 posti – nei tempi a disposizione, avendo la necessaria flessibilità per adattare il tutto alle esigenze in continuo mutamento dei partner. Non essendoci un programma preciso ed i tempi necessari, l’opzione del concorso è stata così scartata.

“Per fortuna che non c’è stato un concorso – ha spiegato Botta – perchè nell’ultimo anno ci sono stati tantissimi cambiamenti, sarebbe stato impossibile. Un terzo dell’opera va oltre lo stadio del ghiaccio”.

Dal punto di vista dei costi, se il progetto verrà realizzato per intero avrà un costo di circa 45 milioni, mentre se si costruirà “l’essenziale” si rispetterà la previsione iniziale di 35. Importante dunque continuare spediti nel lavoro con i potenziali partner, in particolar modo in relazione alla possibilità di creare un’accademia del ghiaccio, considerando anche la presenza nel progetto di una seconda pista (più piccola, chiama “sala ghiaccio”) e una palestra. La struttura risponderà così alle esigenze di un’accademia, sia per la formazione di giocatori di hockey, sia per l’insegnamento del pattinaggio artistico.

La questione dei costi è legata strettamente a quella del concorso, visto che i sussidi previsti in questo senso verrebbero percepiti solamente in caso di un concorso pubblico. La realizzazione della nuova Valascia è così stata “scorporata”, dando a Mario Botta il mandato diretto di progettare l’opera. Questa parte non è sussidiabile, con l’Ambrì Piotta che ha trovato i fondi necessari per sostenere questa fase del lavoro senza ricorrere ai soldi dell’ente pubblico.

L’obiettivo è ora di arrivare all’estate con una domanda di costruzione inoltrata, dopo che l’architetto Botta avrà trasformato il pre-progetto in un progetto di massima. Il progetto viene dunque regalato da un privato, mentre tutte le altre parti saranno messe a concorso e dunque sostenibili anche tramite sussidi. Non si esclude, però, che anche altri elementi della costruzioni – come i sedili delle tribune, ad esempio – vengano regalate da private e dunque non messe a concorso.

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