PRAGA – Tommi Santala è stato uno degli stranieri più dominanti di National League nello scorso decennio. Dal 2008 sino al 2018 ha dato spettacolo con la maglia del Kloten disputando oltre 500 partite e ottenendo più di 400 punti.
L’ex attaccante finlandese ha alle spalle anche quattro partecipazioni ai Mondiali e un’esperienza in NHL con le maglie di Atlanta e Vancouver. Il 44enne è presente a Praga in qualità di osservatore.
“Come sto? Molto bene direi. Sono qui a Praga al fine di vedere se ci sia qualche giocatore che potrebbe risultare interessante per i Florida Panthers. Faccio molti rapporti così la franchigia nordamericana può vedere quali elementi apprezzo e quali no”.
La tua valutazione in merito a questa edizione?
“Il livello è buono, ci sono parecchi giocatori NHL, questo aiuta a innalzare la qualità. Vedo molti atleti veramente forti”.
A proposito di Mondiali, tu ne hai disputati quattro con la Finlandia ottenendo una medaglia di bronzo. L’apice della tua vita da attaccante?
“Sì, è stato veramente bello e divertente poter indossare la maglia del mio paese in una simile competizione. È davvero particolare il Mondiale. Ora, seppure in maniera diversa, sono altrettanto contento di poterlo vivere per la prima volta in questa funzione di scout: guardare i match, osservare i giocatori e riflettere su quanto siano forti”.
Torniamo al tuo passato elvetico. Hai trascorso ben 10 anni a Kloten dove eri costantemente un leader e uno dei migliori giocatori del nostro campionato. È stato il momento migliore della tua carriera?
“Sicuramente è stato uno dei miei periodi migliori. Mi sono goduto quegli anni, eravamo una squadra forte, ma ho avuto anche delle stagioni molto belle pure in precedenza. Posso dire di essere stato fortunato nella mia carriera, ho sempre militato in squadre forti e ho potuto avere al mio fianco dei grandi compagni”.
Hai ancora contatti con il club o con qualche vecchio compagno?
“Certamente. Ho appena incontrato qualche giorno fa Patrick von Gunten, era qui a Praga. Mi sono anche trovato con la famiglia di Michael Liniger. Lui, in qualità di membro dello staff tecnico della Svizzera, era invece impegnato con l’allenamento e quindi non ci siamo incrociati. Avendo giocato per tanti anni con gli stessi giocatori a Kloten è naturale mantenere dei rapporti. Durante la stagione sono pure stato in Svizzera a vedere qualche partita di campionato e a dipendenza da dove mi trovavo, chiamavo i miei vecchi compagni e amici. Per esempio a Ginevra ho visto Vincent Praplan”.
Ti ricordi un po’ di tedesco?
“Un pochino, riesco a farmi capire. Se un mio interlocutore non parla finlandese o inglese vado di tedesco. Avendo vissuto per ben 10 anni in Svizzera potrei palleggiarlo meglio, ma non è la lingua più facile da imparare. Inoltre a Zurigo praticamente tutti parlavano benissimo inglese, devo comunque dire che un pochettino mi vergogno di non saperlo in modo migliore”.
I tuoi figli sono nati e cresciuti in Svizzera. Loro lo parlano fluidamente?
“Sì, ma ora lo hanno un po’ dimenticato. Mio figlio aveva nove anni quando lasciammo la Svizzera, quindi parlava benissimo sia il dialetto che il tedesco andando a scuola. Mia figlia aveva invece sei anni, ma pure lei era brava con la lingua tedesca, inoltre anche in Finlandia studiano il tedesco a scuola”.
Tuo figlio Luca gioca pure a hockey. Nella squadra juniori U16 dell’Espoo ha contabilizzato ben 50 punti in 38 partite. È più forte del babbo?
“(Santala ride ndr). Ovviamente è ancora troppo presto per dirlo, direi però che le sue mani sono sicuramente migliori delle mie. È un buon giocatore, ma è ancora giovanissimo e prematuro fare previsioni”.
Parliamo del futuro infine. Ti piace il lavoro di scout che svolgi, hai magari altri sogni all’interno del mondo dell’hockey?
“Attualmente l’attività che svolgo mi piace molto, mi diverto e mi piace viaggiare. Questa è la mia prima stagione e ho un contratto valido anche per la prossima. Adesso la mia situazione familiare mi permette di svolgere questo lavoro senza problemi. I figli che hanno 14 e rispettivamente 11 anni sono abbastanza grandi per poter stare a volte da soli a casa a Espoo senza il papà. Quindi per ora va benissimo così, in futuro vedremo che accadrà”.
È arrivata l’ora del commiato. Santala ci saluta dicendo un’ultima frase: “Buona continuazione dei Mondiali e godetevi la Svizzera, è una squadre molto competitiva con giocatori validissimi”.
Speriamo che la sua frase sia di buon auspicio in vista della sfida contro la sua Finlandia.