BERNA – L’Ambrì si trovava venerdì sera a dover cercare punti in un contesto sicuramente poco favorevole. Bisognoso come non mai di una vittoria e spinto dall’arrivo di Guy Boucher – uno dei coach più vulcanici delle ultime stagioni NHL – il Berna si è presentato in pista con una divisa completamente rossa a cui ha reso onore con un inizio a dir poco indiavolato, che ha colto impreparati i biancoblù.
Sono infatti bastati 45 secondi agli orsi per sbloccare il risultato, con Olesz lasciato colpevolmente liberato di agire davanti a Schaefer e che non ci ha pensato due volte ad insaccare il portiere biancoblù. Alla “doccia fredda” in entrata di match è seguita una fase indubbiamente delicata per gli ospiti, che hanno dovuto gestire e contenere la grande pressione operata dai bernesi.
Nonostante qualche intervento rocambolesco, Schaefer è stato bravo a bloccare tutti e 15 i successivi tiri scagliati verso la sua porta, che hanno permesso all’Ambrì di superare limitando i danni un inizio in trincea.
Ancora orfano dei suoi primi due centri – Park e Mieville – l’Ambrì sul fronte offensivo ha nuovamente (ma comprensibilmente, ci viene da dire) faticato a rendersi pericoloso, questo nonostante il rientro di Pestoni. In retrovia è tornato invece a giocare Gautschi, che ha però passato il testimone con l’etichetta “ammalato” a Kobach, fresco di rinnovo contrattuale.
Proprio il numero 18 ha avuto sul suo bastone il disco del potenziale pareggio, ma il suo tiro non ha centrato la porta lasciata praticamente sguarnita da Bührer. Nell’occasione si è fatto notare anche Jason Williams, autore di una bella iniziativa conclusa con un passaggio illuminante al compagno.
Nel complesso, però, è evidente come la posizione di centro non permetta al canadese di tornare ad esprimersi al meglio, anche se alcuni suoi errori esulano dalla posizione che occupa in pista. L’impegno e la voglia di essere protagonista sono evidenti, ma purtroppo la situazione costringe Pelletier a schierarlo continuamente in un ruolo non propriamente suo.
Il top scorer della passata stagione si è poi presentato tutto solo davanti a Bührer nel periodo centrale, senza però riuscire ad ipnotizzare il portiere locale, mentre un attimo prima Schaefer aveva avuto la meglio su Vermin in una sorta di azione-fotocopia. Il veloce ribaltamento di fronte riassume bene la confusione che ha caratterizzato i secondi venti minuti, durante i quali su entrambi i fronti la linearità del gioco ha lasciato spazio a fasi imprecise ed arruffone.
Gli acuti in questo frangente li ha però avuti il Berna, capace di sfruttare il terzo powerplay della serata con Bertschy, il quale ha approfittato di un rinvio proprio sul suo bastone di Trunz dopo che Schaefer aveva contenuto un tiro scagliato da Ritchie. L’Ambrì ha reagito con un secco slapshot di Duca, ma la situazione è parsa precipitare al 38’16, quando Gardner ha deviato un puck – forse in maniera irregolare – regalando il 3-0 ai suoi.
Con un gioco offensivo imbavagliato dagli uomini di Boucher e con poche apparenti frecce al loro arco, in molti avrebbero scommesso su un terzo tempo di pura accademia. Sfruttando un powerplay in entrata di periodo, invece, l’Ambrì è andato a segno con Giroux (19esimo centro stagionale) ed ha poi avuto l’occasione di giocare 2 minuti in doppia superiorità numerica.
Quel momento ha rappresentato una delle chiavi di volta dell’incontro, questo grazie al giovane Patrick Incir, capace a Berna di guadagnarsi diversi powerplay grazie ad un gioco fisico e volto al sacrificio. Il numero 94 merita una pacca sulla spalla per quella che è stata sicuramente la sua miglior partita sinora, ed ha contribuito alla buona serata vissuta dal quarto blocco, completato dagli ottimi Lhotak e Duca.
Doppia superiorità numerica, dicevamo, sfruttata in men che non si dica da una grande staffilata di Noreau, che ha fatto vibrare il palo alla destra di Bührer prima di insaccare il gol dell’aggancio. Nella superiorità “semplice” che ha seguito il gol i biancoblù non sono però più riusciti a rendersi pericolosi, evidenziando – a prescindere dai due gol segnati – la mancanza di Park alla direzione dell’orchestra leventinese, il che complica le cose.
L’episodio che più di tutti ha visto l’Ambrì sfiorare il pareggio è stato un disco su cui ha lottato nello slot Duca, ma nella confusione Bührer è riuscito a metterci una pezza.
Il finale ha poi confermato quanto le situazioni speciali fossero in grado di decidere le sorti del match. Se gli ospiti erano tornati in partita grazie al powerplay, i 4 minuti di penalità rimediati da Noreau hanno permesso agli orsi di chiudere definitivamente i giochi, siglando il 4-2 finale con Scherwey.
In definitiva all’Ambrì è sicuramente mancato un po’ di ordine, soprattutto nel difendere lo slot ed in fase di rifinitura in avanti. Il rientro di Pestoni ha indubbiamente aiutato, così come l’ottimo impatto di Patrick Incir e della quarta linea sulla gara, ed uno Steiner che si è dato da fare.
I biancoblù erano chiamati a stringere i denti dopo i diversi infortuni subiti e, a livello di risultati, l’impatto delle assenze si è tradotto in 4 sconfitte incassate nelle ultime 5 uscite. Nonostante questo l’Ambrì è al sesto posto in classifica, con un vantaggio di 8 punti sulla linea (il Losanna ha giocato anche una partita in più) e le prime posizioni ancora alla portata.
Ciò che si chiede ora ai ragazzi di Pelletier è di riuscire a sconfiggere il Rapperswil nell’ultima partita prima della pausa dedicata alle Olimpiadi. Alla ripresa del torneo, il 25 febbraio, i biancoblù dovrebbero poter contare su Mieville (e forse Park) e ben 3 partite su 4 in casa. La speranza di iniziare i playoff da una buona posizione, dunque, è più che concreta.