BIASCA – Alla loro quarta stagione in Swiss League, i Ticino Rockets sono sostanzialmente ad un nuovo inizio. Con finalmente alle spalle tutte le incertezze sul futuro del progetto, a Biasca c’è un’aria di novità e voglia di fare bene, che parte dallo staff tecnico formato da Alex Reinhard e Sebastien Reuille.
“Qui ho trovato una bella realtà – ha commentato il nuovo head coach Reinhard, che ha preso il testimone lasciato da Jan Cadieux – c’è davvero tanto su cui lavorare. Tutti sanno che c’è stato un periodo in cui non si sapeva se la realtà dei Rockets sarebbe ancora esistita, ma sono state prese delle decisioni positive e tutto si è sistemato. Ora guardiamo avanti”.
La costruzione della squadra passerà anche dall’attuale tryout camp, vi trovate in un contesto particolare…
“In parte sì, ma di fatto nel periodo estivo anche nelle altre squadre ci sono sempre un paio di giocatori che provano ad aggiungersi al gruppo con la speranza di ottenere un ingaggio, oppure qualche giovane che vuole dimostrare il suo valore e ritagliarsi spazio. Da quel punto di vista la nostra situazione attuale non è così inedita, ciò che è particolare è lavorare con un gruppo che proviene da tante realtà diverse, e che porta dunque sul ghiaccio delle idee di hockey variegate tra loro. Ora dovremo lavorare insieme per diventare un tutt’uno come gruppo”.
Hai lavorato per 15 anni tra NLA, B e selezioni giovanili… Cosa ti ha stimolato a sposare un progetto come quello dei Ticino Rockets?
“La risposta è già contenuta nella domanda. A Biasca abbiamo la fortuna di trovare tanti giocatori disposti a dare tutto per fare un passo avanti nella loro carriera, ed è questo che ritengo interessante. Non bisogna inoltre dimenticare che questo club è frutto della collaborazione unica tra diverse realtà, ciò mi attira molto”.
Alex Reinhard che tipo di allenatore è? Che filosofia vuoi portare?
“Vogliamo lavorare tanto e duramente. Non si è mai visto un giocatore che può avere successo sul ghiaccio basandosi solamente sul suo talento, dobbiamo tutti darci dentro e giocare con tanta energia. Questa è la cosa più importante, soprattutto per giocatori nella fascia di età che troviamo attualmente in rosa, che hanno bisogno di imparare le buone abitudini per arrivare al livello successivo”.
Al tuo fianco c’è Sebastian Reuille, un giocatore con tanta esperienza ma alle prime armi come coach…
“La cosa bella della nostra coppia è che siamo un po’ diversi tra noi. Lui ha una grande esperienze in Ticino e nella società dei Rockets, questo per me è perfetto. Seba ha inoltre il vantaggio di aver chiuso da poco la sua carriera, dunque può portare quella che è la visione di un giocatore, aspetto questo che tanti allenatori tendono a dimenticare… Saper pensare come i giocatori è importante”.
Per la prima volta i Rockets avranno a disposizione due stranieri. L’Ambrì ha scelto un attaccante, il Lugano un difensore, entrambi giovani e con la voglia di fare bene…
“Penso che le scelte fatte dai due club funzioneranno perfettamente nell’ambito del nostro progetto. Il nostro è un contesto giovane ed è dunque chiaro che vogliamo pure degli stranieri con la fame di fare il loro prossimo passo in carriera. I nostri ragazzi inoltre si troveranno con degli elementi d’importazione coetanei che possono dare il giusto esempio, questo è importante”.
Inoltre quest’anno la permanenza in Swiss League non è più assicurata e dovrà essere conquistata sul ghiaccio…
“Questo è vero, ma credo che anche in passato si è comunque data molta importanza alla performance in pista. Ora siamo sulla stessa barca di tutte le altre squadre, in Swiss League troviamo sia realtà di formazione che altre con ambizioni più alte, ma non saremo l’unico club che dovrà mantenere il posto perseguendo degli obiettivi di sviluppo”.
Credi che il futuro della Swiss League sia di andare sempre di più verso una realtà di formazione al servizio dei club di NLA?
“Dal mio punto di vista dovrà essere così. D’altro canto però ci sono società come Olten, La Chaux-de-Fonds oppure Ajoie che hanno tanto pubblico e vogliono continuare nel loro lavoro verso un’eventuale promozione. In definitiva penso che la Swiss League abbia bisogno di entrambi gli ingredienti, a club come i Ticino Rockets il compito di svolgere un buon lavoro”.