Raeto Raffainer, in qualità di membro del Consiglio della IIHF, è pronto per l’evento più importante dell’anno, ovvero i Mondiali di Praga e Ostrava. Mancano ormai pochi giorni all’inizio della rassegna iridata, è tempo di tastare il polso al grigionese.
Raeto Raffainer, quanta gioia c’è per l’imminente manifestazione?
“È grande, molto grande. È stato un periodo intenso, ci sono stati molti Campionati del Mondo nelle ultime settimane, ora a Praga e Ostrava ci sarà il gran finale insomma”.
A livello organizzativo è tutto pronto?
“Sì, gli organizzatori sono molto esperti, hanno esperienza da vendere. È esattamente lo stesso assetto dei Mondiali del 2015, quando c’era stato anche il record di spettatori. Le squadre alloggiano pure negli stessi hotel, quindi anche a livello logistico è tutto a posto e le prevendite dei biglietti stanno andando alla grande”.
Parecchia gente critica il fatto che il Mondiale sia annuale, ma il prodotto funziona, le affluenze lo dimostrano…
“Assolutamente sì. Durante la pandemia abbiamo dovuto essere flessibili, lo stesso vale per quanto concerne l’assenza delle nazionali di Russia e Bielorussia. Giocare per due anni consecutivi a Tampere non è stato sicuramente ideale, ma abbiamo reagito molto bene e gestito il tutto in modo ottimale. Adesso c’è veramente tanta gioia nel giocare in Cechia e guardare al futuro”.
Mancano ancora le liste definitive, ma da quanto si può evincere ci saranno diverse star NHL sul ghiaccio…
“Qualitativamente sarà il miglior Mondiale da diversi anni a questa parte, ed infatti è anche il nostro slogan di promozione. Ovviamente la presa di posizione della NHL inerente alle Olimpiadi del 2026 ci ha aiutato molto. Di fatto i giocatori se vogliono sperare di disputarle o perlomeno per aumentare le proprie chance di convocazione, devono essere idealmente disponibili anche durante i Mondiali. Prima per le Federazioni ci voleva a volte molto lavoro per riuscire a convocare alcuni pezzi grossi. I giocatori ora prendono il Mondiale come chance al fine di mostrare le proprie qualità. Specialmente Canada, Svezia e Stati Uniti dovrebbero essere molto forti”.
In qualità di membro del Consiglio quali sono i tuoi compiti durante la rassegna iridata?
“Tutti i membri del Consiglio della IIHF sono presenti al nostro evento principale. Due di noi hanno la responsabilità di chairman, e gli altri hanno compiti rappresentativi. Verso la seconda parte del torneo inizieremo i preparativi per il congresso. Ci aspettiamo oltre 150 rappresentanti delle federazioni nazionali a Praga”.
Come vedi le chance della Svizzera?
“È difficile fare previsioni, la concorrenza è grande e non si conoscono appunto ancora tutti i giocatori a disposizione delle varie Nazionali. Ci sono tanti fattori. Bisognerà anche vedere quanto tempo impiegheranno Canada e Stati Uniti ad ambientarsi, visto che loro durante l’anno non hanno la possibilità di svolgere amichevoli, a differenza delle compagini europee. La Cechia, davanti al pubblico amico, sicuramente potrà schierare la sua miglior formazione possibile e sarà tosta. E attenzione anche alle meno quotate, ad esempio alla Norvegia che potrà contare su Zuccarello e inoltre ha nelle sue fila il 18enne Michael Brandsegg-Nygärd. Quest’ultimo in un’amichevole contro la Danimarca ha realizzato quattro reti”.
Si parla molto della sanzione a Bichsel, sospeso sino all’estate 2026. È giusto punirlo, ma a nostro avviso la lunghezza della sospensione è eccessiva. Tu che ne pensi?
“Non conosco i dettagli, ma non dobbiamo dimenticare che proprio Patrick Fischer, con la sua capacità di entusiasmare i giocatori per il programma della Nazionale, insieme alle regole che abbiamo introdotto in passato, ha contribuito a far sì che come nazione di hockey non dobbiamo più affrontare defezioni. In questo contesto, presumo che sappiano esattamente cosa stanno facendo”.
In tanti si chiedono quando tornerai a esercitare in un club. Non ti manca questa tipologia di lavoro quotidiana?
“In questa stagione mi sono concentrato sul mio compito in seno alla IIHF, ho ad esempio svolto la funzione di chairman in ben sei tornei. È stata un’esperienza molto interessante e intensa, ho potuta farla anche perché appunto ho avuto tempo a sufficienza per svolgerla. È però chiaro che il mio obiettivo, presto o tardi, è quello di ricoprire nuovamente una funzione operativa nel mondo dell’hockey”.