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Ambrì Piotta

Questo Ambrì non basta, nella corsa ai pre-playoff servirà di più

Leventinesi battuti per la quinta volta filata in casa, e ancora alla ricerca della scintilla per lanciare il rush finale. Per ora mancano cattiveria e disperazione

Questo Ambrì non basta, nella corsa ai pre-playoff servirà di più

AMBRÌ – FRIBORGO

2-4

(1-0, 0-3, 1-1)

Reti: 9’56 Kneubuehler (Pestoni, Bürgler) 1-0, 24’20 Seiler (De la Rose, Rask) 1-1, 33’46 Bertschy (Vainio) 1-2, 34’39 Walser 1-3, 52’31 Formenton (Zwerger, Pestoni) 2-3, 59’35 Desharnais (Marchon) 2-4

Note: Gottardo Arena, 6’735 spettatori
Arbitri: Piechaczek, Kohlmüller; Huguet, Gurtner
Penalità: Ambrì 4×2, Friborgo 3×2 + 1×5

Assenti: Diego KostnerTobias Fohrler (infortunati), Lionel MarchandRocco PezzulloJosselin Dufey, Valentin Hofer (sovrannumero), Janne Juvonen (ammalato)

AMBRÌ – Nulla è naturalmente compromesso, ma le cose stanno prendendo una piega difficile per l’Ambrì Piotta. Queste prime due partite del rush finale ci hanno infatti restituito una squadra leventinese che non è ancora riuscita ad entrare in “modalità playoff”, ed anche nella sconfitta contro il Friborgo è mancata quella convinzione e cattiveria agonistica che la squadra di Cereda dovrà assolutamente acquisire il prima possibile per avere una chance di arrivare tra le prime dieci.

Un po’ come successo contro il Berna, anche in questa occasione i leventinesi non hanno disputato una partita disastrosa, ma sono sembrati affrontarla come una qualsiasi altra di regular season, compresi tutti quegli alti e bassi – anche e soprattutto a livello d’intensità – che sinora hanno caratterizzato la stagione di Pestoni e compagni.

D’altronde lo si scriveva già su queste pagine alcuni mesi fa, il gruppo biancoblù ha una rosa attrezzata per contendere seriamente alle sue avversarie il decimo posto, ma potrà farlo solamente quando tornerà “a fare l’Ambrì”. Nelle sei partite rimanenti capiremo insomma il reale carattere di un gruppo che può ancora giocarsi tutte le carte, a patto di fare finalmente “click” mostrando sul ghiaccio tanta intensità e “disperazione”.

Anche in quel caso naturalmente non ci sarebbe garanzia di successo – questa National League è la più competitiva ed appassionante di sempre – e bisogna sempre fare i conti con un avversario che nel caso di venerdì si è dimostrato molto solido e completo. Da un buon primo tempo l’Ambrì Piotta è infatti riuscito ad ottenere solamente la rete di Kneubuehler – a segno dopo bel suggerimento di Pestoni – e nel secondo periodo i connotati della sfida sono cambiati velocemente.

Il contraccolpo principale i biancoblù lo hanno probabilmente subito a livello psicologico, perché nonostante i numeri della frazione centrale siano impietosi – tre reti subite ed un bilancio dei tiri di 3-16 – la squadra di Cereda sembrava poter crescere, tanto da riuscire ad imbastire alcune serie di cambi tra i più ispirati della partita.

Il pareggio di Seiler e soprattutto la rete concessa a Bertschy in contropiede hanno però spaccato in due l’incontro, e quando Walser ha infilato anche la terza segnatura si è capito che l’Ambrì avrebbe avuto le sue difficoltà a reagire. Cereda ha chiamato il timeout ed operato anche qualche cambio di linea – Chlapik è tornato con Spacek e Pestoni – ma oltre alla rete da vero “rapace” di Formenton i leventinesi non hanno mai messo davvero alle strette Connor Hughes.

L’occasione più ghiotta è arrivata nel finale, con quel powerplay di tre minuti dove l’Ambrì ha cercato le giuste linee di tiro senza però trovare l’opportunità vincente. Nel tentativo di arrivare al pareggio in quella fase Cereda ha puntato quasi completamente sulla prima unità di powerplay, affidandosi ai suoi uomini migliori ma senza poter contare su un timeout che – se ancora a disposizione – il coach avrebbe volentieri chiamato per far rifiatare i suoi.

Ne è così uscito un assalto finale un po’ “scarico”, e la seconda sconfitta consecutiva (la quinta alla Gottardo Arena) si è concretizzata quando Desharnais ha infilato il quarto puck nella porta lasciata sguarnita da Conz.

Poche le colpe di quest’ultimo – che ha preso il posto dell’ammalato Juvonen – sulle reti subite, anche se è pur vero che il giurassiano non ha saputo aggiungere agli interventi di routine qualche parata di spessore maggiore, come ad esempio in occasione di quell’uno-contro-uno con Bertschy che ha cambiato la partita.

In generale è stata comunque una serata poco ispirata a livello di singoli, con nessun elemento che ha saputo distinguersi particolarmente. L’Ambrì Piotta però le sue soluzioni non le troverà negli acuti di alcuni suoi elementi, ma interpretando davvero le restanti partite come se fossero Gara 7 di una serie di playoff.

Un anno fa i biancoblù avevano chiuso la regular season con sei vittorie filate reagendo ad altrettante sconfitte consecutive. In quella circostanza la situazione era molto più complicata, ma l’intero gruppo ci aveva creduto e portato in pista tante emozioni ed intensità.

Oggi all’Ambrì manca invece qualcosa, la giusta scintilla per calarsi davvero nella fase decisiva. Non è ancora troppo tardi, ma la classifica lascia sempre meno margini d’errore e, oltre a guardare avanti, costringe anche a dare anche un’occhiata alle proprie spalle.


IL PROTAGONISTA

David Desharnais: Sta sparando le sue ultime cartucce il veterano del Friborgo, ma vedendo la sua classe sicuramente potrebbe giocare senza alcun problema ancora qualche anno. Sempre efficace agli ingaggi (66% nell’occasione) e con un’ottima visione di gioco, è un leader in tutti i sensi per la formazione burgunda (17 punti nelle ultime 14 partite) ed ha infine chiuso la sfida con la rete a porta vuota.


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