LUGANO – ZSC LIONS
5-3
(2-1, 2-1, 1-1)
Reti: 5’03 Hofmann (Haapala) 1-0, 11’16 Fazzini (Romanenghi) 2-0, 17’25 Shore (Bodenmann) 2-1, 21’45 Morini (Hofmann) 3-1, 24’51 Jörg (Loeffel, Walker) 4-1, 33’30 Cervenka (Noreau, Baltisberger) 4-2, 48’45 Schäppi (Cervenka, Herzog) 4-3, 58’40 Walker 5-3
Note: Corner Arena 6’502 spettatori. Arbitri Massy, Koch; Kovacs, Gnemmi
Penalità: Lugano 5×2′, ZSC Lions 1×2′
LUGANO – Nell’aria qualcosa di particolare si poteva avvertire. Lugano-ZSC Lions non può mai essere una partita normale, tanto più dopo la finale dello scorso campionato, e anche questa della Cornèr Arena aveva il sapore della grande sfida.
Grande sfida ma anche grande importanza “graduatoria” da questo match, dato che il Lugano era appena riuscito a mettere la testa fuori dall’acqua all’ottavo posto con gli uomini di Serge Aubin appena sopra a un braccio di distanza. Andare alla pausa per la Nazionale con una vittoria avrebbe significato molto per entrambe le contendenti, sia in termini di tranquillità che di comodità.
Squadra che… perde non si cambia sul fronte bianconero, scherzi a parte Greg Ireland ha giustamente mandato in pista la stessa formazione sconfitta a Losanna, capace però di offrire un’ottima prestazione in crescendo, sperando che il buon momento venisse confermato anche contro gli zurighesi.
Premesse mantenute in entrata di match con un buon Lugano, bravo in forecheck e in entrata del terzo, anche se a volte leggermente distratto in retrovia, ma le due reti di apertura da parte del solito Hofmann e di Fazzini (alla seconda segnatura stagionale dopo 14 partite di digiuno!) hanno mostrato che in attacco il Lugano si sta ritrovando.
Reti concesse anche con la collaborazione di una difesa ospite andata in difficoltà sull’ottimo lavoro di pressione senza disco, soprattutto da parte del quarto blocco, e Lugano che in quel frangente ha ritrovato anche il suo cinismo, fattore che ha determinato molte fortune dei bianconeri in passato.
Ma come successo sia contro il Berna che venerdì a Losanna, il Lugano è stato in grado di alzare il proprio livello generale a partire dal secondo periodo, giocato con una marcia in più rispetto ai Lions grazie anche alla profondità data dal “nuovo” quarto blocco.
Romanenghi, Bertaggia e Fazzini hanno dato dimostrazione di grande intesa in velocità, mettendo pericoli sulla porta di Schlegel a ogni cambio, con il resto dei compagni capaci di crescere anche sul piano fisico sopra gli ospiti. Con il terzo e il quarto gol di Morini e Jörg il Lugano pareva essersi messo piuttosto al sicuro, controllando il match abbastanza agevolmente, prima però dello show personale di Massy e Koch.
Raramente si è parlato degli arbitri in questa sede, ma le chiamate che hanno portato sul 5 contro 3 i Lions (con conseguente rete di Cervenka) hanno fatto giustamente infuriare i tifosi locali, dato che diversi interventi sopra le righe di Noreau e compagni erano stati fatti passare con una linea permissiva, salvo poi cambiare subito atteggiamento.
Quella superiorità non solo ha rimesso in partita gli ospiti ma ha pure rotto il momento di controllo del Lugano, ripresosi poi verso la seconda sirena e nel periodo conclusivo, salvo poi subire anche il 4-3 di Schäppi che ha infiammato ulteriormente il match.
Il problema per i Lions semmai è stato incontrare il Lugano degli ultimi giorni, non quello fragile di qualche settimana fa, una squadra che si sarebbe sciolta alle prime difficoltà. No, perché questo Lugano, oltre ad aver ritrovato un bel po’ del proprio gioco, delle reti e dei suoi attaccanti – più in ombra Klasen e Bürgler contro i Lions, ma prova collettiva notevole – ha ritrovato la sua fonte di energia più grande, ossia le emozioni.
“Incattiviti” dall’andamento di un match che rischiava di sfuggirgli di mano, Chiesa e compagni hanno tirato fuori cuore e muscoli, impedendo ai campioni in carica di rimettere fuori la testa, in una maniera che ricordava almeno in buona parte i successi degli ultimi playoff.
Non vogliamo ora esagerare e dire che il Lugano è tornato al 100% tutto d’un colpo, le limature da fare ci sono ma non preoccupano più come prima, diciamo solo che giocando in questa maniera i bianconeri stanno tornando ad essere una delle voci principali del coro della National League.
IL PROTAGONISTA
Giovanni Morini: Quando parte di forza e potenza è quasi inarrestabile, quando gioca d’intelligenza pulisce e ridistribuisce dischi che sembravano persi irrimediabilmente, quando si fa vedere sotto porta diventa pure letale.
Il comasco ha tirato fuori dal cilindro un‘altra prestazione maiuscola, condita da tanto lavoro in box play, infinito pattinaggio per i compagni e tantissimo sudore versato sulla maglia. Il premio? Una rete splendida che ha dato il via all’allungo del Lugano nel secondo periodo. Sì, questo Morini è cresciuto veramente a dismisura.
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