BERNA – All’Ambrì Piotta va un grande applauso, perchè tenere testa ai campioni svizzeri del Berna nella maniera in cui l’hanno fatto i ragazzi di Cereda martedì sera, non è da tutti. I biancoblù hanno infatti affrontato gli orsi a viso aperto, applicando il loro sistema senza timore dell’avversario e dimostrando nel contempo quanto possano essere efficaci i dettami dell’impianto di gioco, ancora in costruzione ma già in grado di dare dei frutti.
I leventinesi si sono così resi protagonisti di una partita fatta di grande energia e sacrificio, in cui hanno saputo mettere in difficoltà Arcobello e compagni soprattutto con un forecheck asfissiante e imperterrito, venuto a mancare solamente nel terzo tempo. L’ultima frazione è infatti stata giocata un po’ in riserva dagli ospiti, che hanno visto accendersi la spia del loro motore dopo aver proposto una quarantina di minuti di ottimo livello, pur tramite ad un gioco molto dispendioso di energie.
Come gruppo l’Ambrì non ha però alcun demerito in questa sconfitta, ed anzi la partita rappresenta un nuovo passo avanti nonostante il ritorno in Ticino a mani vuote in termini di punti. I biancoblù stanno forgiando il loro carattere e una precisa identità, e lo stanno facendo portando in pista una volontà che non si sta palesando per caso, ma che è frutto di un lavoro iniziato mesi fa.
L’unico vero momento di sbandamento i biancoblù l’hanno vissuto poco prima che Schwerey sbloccasse il risultato, con il bernese che ha ringraziato Collenberg per uno sciagurato passaggio alla cieca che lo ha smarcato tutto solo davanti a Conz. L’episodio è però arrivato in un frangente in cui la squadra di Cereda aveva perso la sua concentrazione, dopo che un netto sgambetto a Müller non era stato sanzionato dai direttori di gara.
I leventinesi ci hanno messo un po’ a riprendersi, ma una volta ritrovato il filo del loro gioco sono andati vicini al pareggio con Monnet, smarcato dopo una pregevole uscita dal terzo che con due passaggi ha tagliato in due la difesa del Berna. L’occasione va ad aggiungersi a quella ghiotta non trasformata da Emmerton nel primo tempo – dopo bel lavoro di D’Agostini alle assi – e ad un paio di spunti pericolosi di Berthon e Trisconi nell’ultima frazione.
Proprio questi ultimi due si sono resi protagonisti di un’ottima partita, e rappresentano l’esempio perfetto di come il gioco di Cereda sappia valorizzare in maniera importante chiunque, anche due giocatori che lo scorso anno erano rispettivamente ai margini della squadra e in NLB.
Gli elementi che stridono un po’ nel gioco dell’Ambrì Piotta sono pochi, anche se Collenberg in queste prime tre partite è stato l’anello debole della squadra e rappresenta sicuramente il candidato a lasciare il posto a Ngoy. Ha invece mostrato qualcosa di più Taffe, anche se per scoprire il suo reale potenziale bisognerà ancora pazientare un po’.
Tra i pali Conz ha giocato una buona partita, incolpevole sulle due realizzazioni del Berna e capace di evidenziare la giusta dose di calma, come quando ha temporeggiato sino al momento giusto per fermare a tu-per-tu Haas nel periodo centrale.
La partita si è poi chiusa definitivamente a 8’ dalla terza sirena, quando un tiro ciccato da Ebbett si è trasformato in un assist perfetto per Schwerey, che ha così firmato la doppietta. Peccato, perchè l’Ambrì per il secondo match consecutivo meritava qualcosa di più, ma il solo fatto di aver reso quella della PostFinance una partita vera fa capire che la mentalità della squadra è quella giusta.
Una nota di merito va inoltre anche a Paolo Duca, tempestivo nell’avvertire Cereda della situazione di offside che aveva viziato il gol firmato da Randegger nel primo tempo, portando all’annullamento della rete dopo il challenge.
Tirate le somme, l’Ambrì Piotta ha superato un inizio di campionato difficile dal punto di vista del calendario giocando tre partite di ottimo livello, macchiate da alcuni errori “di gioventù” che hanno condizionato in maniera determinante i risultati finali, ma che non mettono in ombra la bontà del gioco espresso.
Il percorso è però solamente all’inizio, e i leventinesi stanno verosimilmente mostrando già di più di quello che ci si poteva attendere. La squadra di Cereda applica il suo gioco con continuità e senza timore, anche se sul fronte offensivo si avrà bisogno di qualche giocata individuale in più per capitalizzare il tanto lavoro fatto a tutta pista. È però evidente la solida base di cui dispone la squadra, ora starà a tutti continuare a costruire.
IL PROTAGONISTA
Noele Trisconi: Individuare il protagonista nella squadra perdente non è una scelta convenzionale, e lo è ancora meno se il giocatore scelto non è nemmeno finito sul tabellino. Poco importa.
Il giovane attaccante dei leventinesi alla PostFinance Arena ha giocato una grande partita, e lo ha fatto diventando una vera spina nel fianco per i bernesi cambio dopo cambio.
Quando il numero 18 era sul ghiaccio lo si ritrovava in ogni zona della pista, ad applicare il suo forecheck asfissiante oppure dando ritmo alla manovra con la sua velocità… Martedì è stato l’esempio perfetto del sistema messo in piedi da Cereda.