RAPPERSWIL – È stato sicuramente difficile per l’Ambrì Piotta vivere una serata come quella di sabato, con ancora la delusione della mancata qualificazione da smaltire ed una partita a Rapperswil sfuggita di mano già nel primo periodo.
“Era difficile preparare una partita del genere, le motivazioni oramai erano quasi sparite. Abbiamo provato a reagire dopo essere entrati malissimo in partita, sotto 7-0 la squadra ha provato a mostrare un po’ di orgoglio ed abbiamo forse abbellito il risultato… Ma di sicuro è stata una serata da dimenticare”, ha commentato l’attaccante Inti Pestoni.
La delusione del derby immagino sia ancora viva in spogliatoio…
“Eravamo consapevoli dell’occasione che avevamo. C’era da giocare un derby in casa pieno di emozioni ma non è andata come volevamo, ci ha fatto molto male e la ferita è ancora aperta… Ma questo è il nostro sport, non possiamo tornare indietro di due giorni e rigiocare quella partita. dunque bisogna guardare avanti”.
Quale è stato il messaggio di Cereda sabato?
“Dopo due tempi non era chiaramente contento. Ci ha chiesto una reazione d’orgoglio e di dimostrare i valori dell’Ambrì almeno nel terzo tempo, per non uscire così malamente del ghiaccio. A fine partita ha ringraziato tutti per lo sforzo fatto, ma siamo consapevoli di aver fallito”.
È ancora troppo presto per capire cosa vi ha impedito di raggiungere l’obiettivo?
“Così a caldo è difficile dirlo. Sicuramente abbiamo iniziato bene l’anno ma poi abbiamo avuto un periodo dove abbiamo fatto pochissimi punti, e quella fase penso ci sia costata la stagione. Con un campionato così equilibrato se non fai punti per otto partite è difficile riprenderti, ed anche per spiegare ultimamente tutte quelle sconfitte in casa non c’è un vero perché… Siamo i primi a voler giocare il più spesso possibile davanti al nostro pubblico, ma se non si riesce a vincere c’è qualcosa che non va. L’attitudine l’abbiamo sempre portata sul ghiaccio, ma a fare la differenza sono gli errori e noi ne abbiamo commessi troppi”.
Vi è forse mancato anche quel fuoco che aveva contraddistinto l’Ambrì in passato?
“Non penso ci sia mancato il fuoco, anche considerando che l’anno scorso la situazione era diversa… A sette partite dalla fine eravamo praticamente fuori, ed abbiamo giocato contro varie squadre che non avevano più molto da dire. Quest’anno ci abbiamo messo la faccia e provato comunque fino all’ultimo. Basti vedere ad esempio Zugo, Lugano, Berna oppure Losanna… Tutte squadre più attrezzate di noi che hanno dovuto lottare sino all’ultima giornata, e questo fa capire quanto sia equilibrato il campionato. Noi però volevamo i pre-playoff, questo non dobbiamo nasconderlo”.
La vittoria alla Coppa Spengler addolcisce questo finale amaro?
“A mio parere non lo fa, la Spengler è un torneo a parte. Sicuramente abbiamo riportato un trofeo ad Ambrì che mancava da tantissimi anni, ma è una manifestazione natalizia che non ci ha dato nessun punto in classifica per raggiungere gli obiettivi”.
Credi che il torneo a Davos vi abbia tolto energie per il finale di stagione?
“Non penso. È stato comunque uno sforzo ripagato dalla felicità di aver vinto, oltre ad adrenalina ed emozioni forti. Non penso che l’abbiamo sentita, o che abbiamo perso partite per colpa di quell’impegno”.
È stata anche una stagione in cui i tifosi non hanno mancato di criticare Cereda…
“Luca lo conosciamo, è una persona con molte emozioni e ci mette una passione incredibile ogni giorno. Quando arrivi in pista è pieno di energia ed è quello che ha provato a trasmettere alla squadra. Non ho visto differenze rispetto al passato. Da fuori poi è normale, quando le cose vanno male i commenti della gente sono negativi, e quando vanno bene sono positivi… Noi non possiamo lamentarci di questo, i tifosi pagano per vederci ed hanno delle pretese giuste per quello che è il loro ruolo. Anch’io quando guardo il Milan mi arrabbio e commento, dunque mi identifico in questo”.