AMBRÌ – Non sembrava promettere nulla di buono l’inizio partita leventinese. Gli uomini di Luca Cereda, per una buona mezz’ora, hanno dato il peggio di sé con una prestazione per certi versi sconcertante. Poi, dalla rete di Grassi del 2-2, la svolta.
Per cercare di dare una lettura chiara alla serata è venuto in nostro aiuto Inti Pestoni, autore del decisivo 3-2. “Eravamo a un passo da un bel disastro ma, non so come, abbiamo trovato le forze per girarla” ha dichiarato il numero 88. “La rete di Daniele ci ha ridato vita e l’immediato 3-2 ha svoltato la partita. Poi abbiamo retto bene i loro tentativi e Juvonen è stato decisivo con i suoi interventi”.
Ci si attendeva una decisa reazione, specialmente dopo quanto avvenuto con il confronto tra voi giocatori. Se nel primo tempo sembrava che questa svolta non ci sarebbe stata, dalla rete di Grassi qualcosa è invece cambiato. Cosa?
“A volte ci si dimentica un po’ troppo facilmente che di fronte c’è un avversario e, stavolta, questo avversario era una squadra che nel corso degli ultimi anni è cresciuta moltissimo. Ogni tanto bisogna accettare che gli altri giocano meglio di te. Sono d’accordo, abbiamo iniziato molto male e, nel contempo, loro sono entrati con il piglio giusto ma poi, anche con un pizzico di fortuna, abbiamo dato fondo alle nostre risorse e siamo riusciti a girarla a nostro favore”.
Una volta di più a mostrarsi difficoltoso è stato l’approccio alla partita, con un primo tempo dal quale avreste anche potuto uscirne malconci. Perché per l’Ambrì di questa stagione è così difficile iniziare bene una partita?
“È una bella domanda alla quale, con tutta onestà, non so dare una risposta. D’altronde se lo sapessimo è probabile che non ci ritroveremmo in questa situazione. Noi arriviamo a tutte le partite con la medesima attitudine: con la voglia di vincere e con la consapevolezza che per farlo occorrerà spingere al massimo delle nostre potenzialità. Spesso, però, si materializzano alcuni episodi che influenzano la prestazione e, di conseguenza, l’esito delle partite”.
Dapprima avete perso Zwerger per una bagarre, poi strada facendo si sono infortunati Kneubühler e Kostner e, di conseguenza, avete dovuto spremere alcuni dei vostri uomini. Sembra quasi che più la situazioni si complichi, più l’Ambrì riesca a trovare il modo di reagire…
“È vero, ma fa parte del nostro DNA. Penso specialmente ai tre centri che hanno girato a rotazione per gran parte della sfida. Il nostro sistema di gioco, come sappiamo, richiede tanta energia e proprio per questo va fatto loro un grande plauso. La bagarre di Zwerger? Ci ha dato un bel po’ di carica perché, nel secondo tempo, siamo rientrati in pista con tutt’altro piglio. Inconsciamente deve averci aiutato”.
Già contro il Losanna ma anche per una buona mezz’ora contro il Rapperswil si è vissuto un clima quasi surreale, con il pubblico spesso ammutolito e un ambiente piatto. Qualcosa di inusuale per Ambrì. Poi, dalla tua rete, anche il tifo è tornato a spingere con insistenza. Per uscire da questa situazione occorrerà che questo binomio pubblico-squadra torni ad essere saldo…
“È fondamentale, senza non andremmo da nessuna parte. Se il pubblico è piatto è perché evidentemente non stiamo facendo bene il nostro lavoro. C’è l’interruttore per riaccenderlo ed è nelle nostre mani, basta riuscire a pigiarlo. Contro il Rapperswil Zwerger prima e Fohrler poi – con il duro check su Noreau (ndr.) – hanno dato grande carica agonistica alla squadra e al pubblico. Gli episodi sono determinanti, così come lo è il modo in cui ci esprimiamo sul ghiaccio. Sta a noi saper premere i tasti giusti per riuscire a coinvolgere nuovamente i nostri tifosi”.
È stata una vittoria scaturita soprattutto dalle emozioni, più che dal fronte del gioco. Per la partita di venerdì a Ginevra occorrerà però un’altra prestazione per sperare di venire a capo della capolista…
“Siamo tornati alla vittoria e questo era ciò che contava di più. Ora si tratta di riordinare le idee, analizzare ciò che non ha funzionato e andare a Ginevra con la giusta attitudine. Dobbiamo certamente migliorare la qualità del nostro gioco: dai primi passaggi alla coralità delle azioni. Ma in primis dobbiamo andarci con la testa libera e con la voglia di fare bene. Solo così avremo una chance”.