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Per il Lugano è una battaglia contro il Frölunda, finisce 1-1

I bianconeri soffrono per quasi metà incontro la velocità d’esecuzione degli svedesi, poi nel terzo tempo crescono e mettono in seria difficoltà gli avversari

Per il Lugano è una battaglia contro il Frölunda, finisce 1-1

LUGANO – FRÖLUNDA

1-1

(0-0, 1-1, 0-0)

Reti: 25’46 Pathrik Westerholm (Pontus Westerholm) 0-1, 38’21 Haapala (Sannitz, Hofmann) 1-1

Note: Corner Arena 3’846 spettatori
Penalità: Lugano 4×2′, Frölunda 4×2′

LUGANO – C’è chi può “riposare”, chi altri invece ha impegni europei. Di sicuro, visto il momento che stava attraversando il Lugano nelle ultime settimane di campionato, per i bianconeri è un bene poter giocare almeno un match nella settimana in cui la NLA si ferma, per cercare di portare avanti tutti i bei progressi visti nelle ultime giornate.

Alla Cornèr Arena è andato quindi in scena il primo atto degli ottavi di finale di Champions Hockey League, tra i ragazzi di Ireland e gli svedesi del Frölunda, squadra che attualmente occupa la seconda posizione in graduatoria in SHL.

Bianconeri presentatisi all’appuntamento senza gli acciaccati Lapierre e Loeffel, spazio quanti a Vedova al centro di Walker e Jörg. Svedesi secondi nel loro campionato si diceva, anche loro protagonisti di una rimonta che li ha visti scalare qualche posizione in graduatoria, ma conoscendo qualcuno dei loro giocatori si poteva già intuire le potenzialità della squadra di Roger Rönnberg, un misto di giovani talenti (su tutti Samuel Fagemo), esperienza e forza fisica, un avversario di altissimo livello per il Lugano.

Le impressioni sugli ospiti si sono materializzate in pratica a partire dai primi cambi, velocissimi ed intensi, senza nemmeno un’interruzione fino alla penalità “guadagnata” da Walker dopo 6′ di gioco.

In quei frangenti il Lugano ha dovuto stringere i denti e tirare fuori tutta la propria forza assieme a Merzlikins per impedire che la gara prendesse già una brutta piega. Tanta fatica sul possesso del disco del Frölunda, più di un affanno nel rincorrere i velocissimi attaccanti, autentici maestri nel posizionamento con e senza disco – da buona scuola svedese – ma il lavoro difensivo del Lugano nonostante qualche sbavatura è stato collettivo e di grande attitudine.

Alzato un po’ il baricentro nel periodo centrale, il Lugano ha messo qualche disco verso Mattsson, ma è stata un’amnesia in quattro contro quattro a favorire il vantaggio meritato degli ospiti al 26′. A quel punto il Lugano aveva il compito non semplice di evitare di sbandare e, nonostante Merzlikins sia sempre stato sollecitato regolarmente, la caparbietà bianconera è stata premiata con il gol di Haapala poco prima della seconda sirena.

Che il ritmo degli svedesi fosse indiavolato nella prima parte di gara era sotto gli occhi di tutti e quasi normale è stato il calo che hanno avuto a partire dal 40′. Il Lugano dal canto suo ha saputo mantenere più freschezza, come spesso capita ai bianconeri nei terzi periodi e la partita è iniziata a cambiare.

Più sofferenza del Frölunda sul forecheck dei padroni di casa, come conseguenza più dischi persi e più ripartenze pericolose da parte del Lugano. In varie occasioni i vari Morini, Haapala, Vedova e Hofmann si sono ritrovati a tagliare fuori la zona neutra ma ai bianconeri è mancato soprattutto il timing giusto per l’ultimo tocco o una maggior decisione nell’andare al tiro al volo, anche solo per cercare una deviazione o un rebound.

Finale di partita apertissimo, con occasioni su entrambi i fronti fino ai secondi finali, ma nessuno è più riuscito a bucare i portieri, il ritorno in Svezia si preannuncia già emozionante se il Lugano riuscirà a registrasi meglio soprattutto nei momenti iniziali.

Ottima la crescita del terzo periodo, riuscita anche grazie a un gioco fisico più marcato e a posizionamenti più intelligenti e con più dischi recuperati o persi dagli ospiti sono cresciute le occasioni per il Lugano di operare in velocità con il proprio gioco di transizione.

Il Frölunda rimane una squadra solidissima, ricca di talento e che gioca secondo i rigidi dettami tattici svedesi, arrivare al passaggio del turno sembra un compito difficilissimo ma non impossibile se i ragazzi di Ireland impareranno alcune cose importanti da questa Gara-1.


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