Social Media HSHS

Lugano

Per battere l’Ajoie il Lugano deve sporcarsi le mani

La quinta vittoria filata arriva grazie a una giocata del solito Joly all’overtime. I bianconeri non brillano ma ottengono due punti frutto di lavoro sporco e pazienza

(PostFinance/KEYSTONE/Jean-Christophe Bott)

Per battere l’Ajoie il Lugano deve sporcarsi le mani

AJOIE – LUGANO

1-2

(1-1, 0-0, 0-0; 0-1)

Reti: 2’50 LaLeggia (Fazzini, Joly) 0-1, 6’32 Hazen (Romanenghi, Scheidegger) 1-1, 63’31 Joly (Thürkauf, Mirco Müller) 1-2

Note: Raiffeisen Arena, 4’137 spettatori
Arbitri: Stolc, Hürlimann; Duc, Gurtner
Penalità: Ajoie 3×2, Lugano 3×2

Assenti: Marco MüllerLorenzo CanonicaSamuel GuerraCole CormierMarkus Granlund (infortunati), Stephane Patry (ammalato), Arno Snellman (sovrannumero)

PORRENTRUY – Ci sono vittorie che regalano più soddisfazione di altre, senza necessariamente battere lo squadrone di turno. Di certo i due punti conquistati dal Lugano in canton Giura per la quinta vittoria di fila hanno un peso particolare, perché vincere contro gli uomini di Wohlwend è stato dimostrato che non è cosa semplice.

È vero che gli ultimi della classe escono da un periodo terribile, ma la vittoria ottenuta a Davos e un paio di buone prestazioni precedenti hanno rilanciato un po’ gli entusiasmi alla Raiffeisen Arena, ecco perché per il Lugano questa era una trappola da affrontare con la massima attenzione.

E una vittoria del genere, contro un avversario che di fatto impedisce a chi ha di fronte di giocare con uno stile fatto di pattinaggio irrefrenabile e un forecheck al limite dell’incoscienza, per Luca Gianinazzi e la sua squadra nel percorso intrapreso ha una valenza molto alta, perché ha il potere di scacciare alcune paure che queste partite – come quelle con il Langnau – hanno il potere di riportare sempre alla mente.

(PostFinance/KEYSTONE/Jean-Christophe Bott)

In questa partita il Lugano ha avuto meriti e demeriti, nel bene non ha mai perso il filo del discorso e non si è fatto prendere dalla foga o dal panico, nel male non ha saputo chiuderla nel secondo o nel terzo periodo su quelle occasioni da sfruttare meglio. L’unico errore evidente i bianconeri lo hanno pagato con il pareggio di Hazen, con i difensori troppo verso l’esterno sull’incursione del topscorer, ma per il resto delle occasioni create dall’Ajoie vanno anche riconosciuti i meriti dei padroni di casa, con Wohlwend a giocarsela praticamente a tre linee per due tempi.

Per il Lugano è stato difficile cercare di applicare il proprio gioco a partire dalle uscite dal terzo, ma una volta saltata la trappola dell’Ajoie lo spazio attorno allo slot ha sempre permesso a Carr e compagni di far circolare il disco, anche se il triangolo davanti all’ottimo Ciaccio è sempre stato protetto in maniera eccellente dai padroni di casa.

In questo caso il Lugano ha saggiamente evitato di proporsi troppo in profondità per evitare il rischio di subire i break degli avversari, preferendo le azioni costruite da dietro la porta o tentando la deviazione e i rebound su conclusioni da fuori dei difensori, ma anche in questo caso il traffico a forte densità nello slot avversario non permetteva di avere molte linee di tiro profonde.

Viste queste difficoltà il Lugano si è concentrato sulle basi, vincere i duelli individuali, liberare il proprio slot con pulizia e poi cercare la soluzione offensiva più prudente, nel caso anche con semplici liberazioni corte in zona neutra senza forzare giocate rischiose. In questo contesto sono emersi di più i giocatori equilibrati e capaci di usare il fisico come Thürkauf, Verboon e Morini, mentre i più offensivi hanno dovuto lavorare molto più a lungo per trovare il tiro pulito o l’occasione chiara, e sicuramente l’assenza di un attaccante capace di gestire i ritmi del gioco come Granlund si è fatta sentire.

(PostFinance/KEYSTONE/Jean-Christophe Bott)

Se c’è però un giocatore in questo Lugano che è sempre in grado di tirare fuori il coniglio dal cilindro, quello è Michael Joly, già vicino al gol risolutore nel finale, il numero 88 è andato ad inventarsi la giocata da due punti nell’overtime, trovando il terzo game winning goal nelle ultime quattro partite.

La forza di questo Lugano sta anche qui, il grande sforzo di tutta la squadra, anche in un contesto di grande difficoltà e “impantanato” come quello di Porrentruy, viene premiato dalle giocate dei singoli quando è il momento di richiederlo, e finalmente i bianconeri si ritrovano in squadra attaccanti decisivi come non succedeva da tanto tempo.

Ma alle giocate di Joly va aggiunto il grande lavoro di un Arcobello capace di dettare i ritmi i qualunque situazione di gioco, e quello di giocatori in grande crescita come Verboon e Wolf, quest’ultimo assieme a Peltonen e Mirco Müller il difensore più affidabile in copertura ma capace anche di proporsi oltre la zona neutra con intelligenza e prudenza. Crescono le quotazioni anche di Joey LaLeggia, il quale non ha ancora eliminato del tutto alcuni errori anche incomprensibili, ma sul piano della personalità e della presenza sul tabellino si sta finalmente facendo spazio come sarebbe lecito attendersi.

Più delle vittorie su Berna e Friborgo, aver strappato questi due punti in un contesto del genere – difficile anche mentalmente con il passare dei minuti – potrebbe rivelarsi veramente importante per il percorso del Lugano. Non è stata una vittoria brillante o da dominatore, ma è stata una di quelle “sporche” e cattive che ti ricordano sempre la realtà del campionato svizzero e che non possono fare altro che contribuire alla crescita di tutto il gruppo.


IL PROTAGONISTA

Michael Joly: Dei 41 tiri in porta del Lugano ben 9 sono suoi, tra cui quello vincente. In un contesto difficile e colloso come quello creatosi nella partita contro l’Ajoie è proprio da giocatori come lui che ci si aspetta la giocata decisiva e prontamente il canadese ha risposto presente. Per tutto l’incontro si è capito che era l’unico in grado di poter spaccare la partita con la classica giocata fuori contesto.


Click to comment

Altri articoli in Lugano