LUGANO – GINEVRA
3-0
(0-0, 0-0, 3-0)
Reti: 47’01 Carr (Fazzini) 1-0, 51’45 Carr (Alatalo) 2-0, 59’50 Josephs (Herburger) 3-0
Note: Cornèr Arena, 4’758 spettatori
Arbitri: Wiegand, Hürlimann; Cattaneo, Kehrli
Penalità: Lugano 6×2′, Ginevra 5×2′
Assenti: Yannick Herren (infortunato), Leland Irving, Libor Hudacek, Matteo Nodari (sovrannumero), Davide Fadani, Evan Tschumi, Nicolò Ugazzi, Jari Näser, Alessandro Villa, Riccardo Werder (Rockets)
LUGANO – Un colpo alla botte e una al cerchio, piano piano la rotondità giusta sta arrivando anche per il Lugano di Chris McSorley. Con il Ginevra, che sia passato da una crisi oppure no, si sa che è sempre una battaglia molto difficile e ripensando a quella scoppola presa prima della pausa di novembre da parte dei granata che erano ancora di Patrick Emond, oggi si sono viste tutt’altre cose.
Non è stata una partita che ha entusiasmato i palati fini, ma ha confermato quello che va cercando il Lugano per girare al regime giusto: solidità, fisico, pazienza e continuità. Rispetto a quella squadra estremamente delicata, frettolosa e incapace di gestire i momenti vista all’opera fino a un mese fa è evidente che la musica sia cambiata parecchio, niente più fragilità evidenti o svarioni continui, basta con la paura di pigiare sull’acceleratore, questa squadra oggi ha una diversa concezione delle sue partite, le vuole comandare e gestire a suo ritmo.
Contro il Servette la sfida, che era equilibrata solo a tratti e per l’incapacità del Lugano di dare il colpo decisivo sotto porta soprattutto nel primo tempo, non è mai sembrato che a un certo punto potesse andare nelle mani degli ospiti, perché quando la squadra di Jan Cadieux ha cercato di spingere e mettere sotto la difesa del Lugano, questi non ha fatto altro che lavorare per recuperare il disco il più velocemente possibile e portarlo fuori con ordine per svuotare la propria metà di ghiaccio, e se le cose non erano sicure, Müller e compagni piuttosto che cadere nell’errore a centro pista in transizione tornavano indietro e ricominciavano, con pazienza e ordine.
È stata soprattutto la guida del numero 25 a rendere la fase difensiva solida e sicura, il lavoro collettivo ha tolto dai giochi Filppula e Tömmernes, riuscendo ad annullare pure tutti i power play granata con grande mestiere e sacrificio per la causa, con il timbro tipico di un gioco fisico costante e “pesante”. E in questo ultimo caso un plauso va fatto alla quarta linea del Lugano, l’unica che da diverse partite non subisce variazioni, con Walker, Stoffel e Vedova delle spine nel fianco costanti per il top sia avversario, che ha avuto il suo bel da fare per uscire dal forecheck dei tre citati.
Nella serata dedicata al ritorno di Petteri Nummelin alla Cornèr Arena il Lugano aveva quindi deciso che questa partita sarebbe stata sua, applicando alla perfezione uno dei mantra del suo allenatore, ossia pensare solo al proprio gioco facendo in modo che l’avversario non guardasse più al suo.
Questo è successo nei momenti decisivi della gara, quando il Lugano continuando sulla sua strada cominciava ad aprirsi varchi sempre più larghi verso l’eccellente Descloux e i granata hanno iniziato a vacillare sul serio e a perdere posizioni, come si vede bene sull’azione del gol di apertura di Carr, il primo in campionato per il numero 7 bianconero.
Difesa saltata in velocità, difensori portati fuori posizione dagli scambi degli attaccanti senza disco e infine il tocco di classe necessario per avere la meglio e spaccare la partita nel punto giusto. Si era forse capito che in quel momento – o anche molto prima – la partita sarebbe andata in mano a chi avrebbe segnato per primo, ma l’impressione era che sarebbe stato il Lugano a farlo e l’epilogo è arrivato in maniera quasi naturale.
Il raddoppio dello stesso Carr in power play poco dopo ha definitivamente tarpato le ali alle aquile, che non sono più riuscite a imbastire un assalto finale anche per la posizione del Lugano in pista, sempre pronto alla ripartenza e più bravo a recuperare il disco alle assi e negli angoli, dove ha vinto moltissimi duelli.
Non tutto viaggia a meraviglia, questo è chiaro, ma i miglioramenti di partita in partita in fase di manovra e soprattutto di uscita dal terzo e dalle battaglie individuali sono sintomi di un Lugano che sta trovando la via giusta, e ripensando alla sfida con il Friborgo sale ancora un po’ di rabbia dato che sarebbe bastata un po’ della pazienza e del mestiere visti martedì sera per avere la meglio anche sui dragoni.
Ma il Lugano sta facendo la cosa giusta, guarda avanti con la testa sui prossimi passi, che sono un po’ più sicuri e stabili di volta in volta.
IL PROTAGONISTA
Daniel Carr: La partita con il Friborgo gli ha detto che la condizione non era ancora quella giusta e lui ha lavorato per ritrovare le migliori sensazioni fisiche. Detto fatto, contro il Ginevra il numero 7 è sembrato sulla via per mostrare le cose migliori e subito è tornato ad essere quel motorino instancabile che dà stabilità e ritmo alla prima linea. E le due splendide reti infilate nella porta di Descloux restituiscono al Lugano un altro attaccante di razza, un’arma in più che alza non di poco il livello balistico dei bianconeri.
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