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Lugano

Paura e delirio alla Cornèr Arena, ma il Lugano è nei pre-playoff

I bianconeri vanno sul 5-1 con il Bienne ma rischiano di farsi eliminare nel finale. Il punto guadagnato permette però di chiudere decimi e di sfidare il Friborgo

(Photobrusca & Luckyvideo)

Paura e delirio alla Cornèr Arena, ma il Lugano è nei pre-playoff

LUGANO – BIENNE

5-6

(4-1, 1-1, 0-3; 0-1)

Reti: 1’30 Kessler (Rajala, Sallinen) 0-1, 4’13 Zanetti (Herburger, Walker) 1-1, 9’53 Granlund (Bennett, Marco Müller) 2-1, 12’54 Morini (Andersson, Thürkauf) 3-1, 18’37 Alatalo (Klok, Herburger) 4-1, 23’44 Müller (Granlund, Bennett) 5-1, 30’00 Sallinen (Olofsson, Delemont) 5-2, 52’32 Kessler (Sallinen, Schneeberger) 5-3, 56’11 Haas (Delemont, Rajala) 5-4, 56’53 Lööv (Haas, Olofsson) 5-5

Rigori: Brunner, Granlund, Haas

Note: Cornèr Arena, 5’781 spettatori
Arbitri: Piechaczek, Hebeisen; Wolf, Urfer
Penalità: Lugano 2×2, Bienne 4×2

Assenti: Mark ArcobelloBrett ConnollyJeremi Gerber (infortunati), Alessandro VillaYves StoffelDavide Fadani (sovrannumero)

LUGANO – “Deboli di cuore, astenersi!”. Così esordiva nella finale tutta ticinese del 1999 l’indimenticato Andreas Wyden, e chissà cosa avrebbe esclamato se fosse stato al microfono nei secondi finali di Lugano-Bienne sabato sera, pur se il palconscenico era decisamente diverso rispetto a quei tempi.

I bianconeri ce l’hanno messa proprio tutta per creare grosse difficoltà coronariche ai suoi tifosi, con uno di quei soliti (ma ultimamente più rari) black out stavolta in formato spaziale. Cosa sia passato nella mente dei bianconeri in quei terribili, inconcepibili e improponibili ultimi sette minuti e mezzo probabilmente nemmeno i giocatori sanno spiegarlo con certezza.

(Photobrusca & Luckyvideo)

Quello che è sicuro è che una squadra in saldo controllo della partita sul 5-1 diventato 5-2 prima della seconda pausa ha rischiato di gettare tutto al vento quanto costruito nelle ultime settimane di inseguimento ai preplayoff, con tre punti di margine e uno sufficiente per qualificarsi che nei secondi finali hanno rischiato di quantificarsi a zero.

Poi per carità, tutto è bene quello che finisce bene, ma ora che inizierà la fase ad eliminazione il Lugano per prepararsi al meglio contro il Friborgo (pescato di fatto al pareggio del Bienne, al posto del Berna) dovrà assolutamente evitare quei passaggi a vuoto e tornare la squadra che mentalmente era già in formato playoff da qualche sfida a questa parte.

Certo, il Bienne ha alzato di netto i ritmi nel finale, Törmänen pur dal suo comodo ma non sicuro primo posto in classifica ha pure lui forzato le prime linee per aumentare il ritmo – quindi non lo fa solo chi è disperato…- e il Lugano non ci ha capito più nulla. E dire che Granlund e compagni avevano disputato almeno 45 minuti di grande spessore, reagendo alla grande allo 0-1 di Kessler che già mostrava le capacità impressionanti dei seeländer sotto porta, scalando il risultato fino sul 4-1 alla pausa lavorando molto bene nello slot e proteggendo Koskinen.

(Photobrusca & Luckyvideo)

La rifinitura del 5-1 di Marco Müller pareva che potesse mettere al riparo i padroni di casa, che con una gestione oculata si stavano involando verso il successo da tre punti anche sul 5-2 con buona personalità, ma dopo due power play sprecati malamente (molto) il 5-3 ha improvvisamente spento la squadra di Gianinazzi.

Le avvisaglie c’erano, il coach del Lugano ha forse sottovalutato il pericolo e solo dopo il 5-4 di Haas ha chiamato il time out, ma i buoi erano già fuori dalla stalla, fatto provato dal 5-5 di Lööv arrivato un cambio più tardi.

I brividi sono durati fino alla sirena finale, con il Bienne senza portiere per forzare un 6-5 che gli avrebbe permesso di chiudere al primo posto ma alla fine al Lugano è andata bene sul serio, con l’impressione che se la partita fosse durata ancora un minuto il sesto gol ospite sarebbe arrivato. E tra incredulità e sollievo una Cornèr Arena calda come ai tempi migliori si è solo intiepidita alla terza sirena, non sapendo bene che cosa provare dopo tutte quelle emozioni e la vittoria sfumata in maniera incredibile.

(Photobrusca & Luckyvideo)

Inutili ai fini della classifica per i padroni di casa sia overtime che rigori, i quali hanno premiato il Bienne, con buona pace di un Lugano che ha potuto chiudere perlomeno sopra la fatidica linea davanti al Losanna di un solo punto.

Quantificare e mettere sulla bilancia la soddisfazione di aver raggiunto un obiettivo minimo (o per ora ancora secondario) come quello dei preplayoff di fronte ai rischi corsi in questa partita rende difficile capire cosa potrà trarre il Lugano da questa partita, la quale ha racchiuso tutto il meglio e tutto il peggio visto in questa stagione. Forse domani il sollievo prenderà il posto dello spavento, e chissà che i bianconeri non possano cominciare un nuovo capitolo di queata stagione con un po’ meno peso sulle spalle.


IL PROTAGONISTA

Markus Granlund: I giochi si fanno duri e il finlandese alza il livello, tecnico, fisico e combattivo. Il topscorer bianconero ha trasformato di forza il gol del vantaggio e per tutta la partita ha distribuito dischi puliti e illuminanti ai compagni dopo averli strappati alla concorrenza, trasformando poi ancora il suo rigore come una sentenza. Un giocatore totale, non spettacolare ma sempre decisivo.


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