(© A. Branca)
Siamo arrivati al termine della regular season dell’Ambrì Piotta e, dopo 50 partite, è giusto fermarsi un attimino per guardarsi indietro ed osservare a mente (quasi) fredda ciò che si è fatto dal mese di settembre ad oggi.
I biancoblù hanno chiuso la loro stagione al decimo posto con un totale di 53 punti, 19 in meno dell’ottava qualificata Bienne, che ne ha ottenuti 72. Un divario decisamente importante, che ben dimostra quanto l’Ambrì sia attualmente lontano sulla carta dall’obiettivo dei playoff. I leventinesi hanno però, per contro, staccato l’ultimo posto con una certa decisione, costruendosi un cuscinetto di 12 punti di vantaggio sul fanalino di coda Langnau, che ha vissuto indubbiamente una stagione particolare sin dal principio, quando ha giocato le prime dieci partite in trasferta.
Questi sono i numeri essenziali risultati da una stagione contraddistinta da (alcuni) alti e (diversi) bassi, ma che chiaramente dicono poco di quello che è stato il campionato appena conclusosi. Inutile cercare oggi di arrivare a conclusioni, un po’ più sensato è invece andare a ricercare gli aspetti positivi e negativi di una gestione a volte traballante che però, piano piano, sta provando a smuovere le acquee.
(© A. Branca)
Iniziamo dalla spinosa questione dell’allenatore. Considero HSHS un buono specchio dell’opinione pubblica sportiva ticinese, in particolar modo sul fronte biancoblù, i cui tifosi rappresentano ancora la maggioranza degli utenti del blog. Mi è dunque facile comprendere come la questione dell’head coach divida in maniera piuttosto netta i pensieri dei tifosi, evidenziando gli estimatori di Kevin Constantine da una parte ed i sostenitori della filosofia adottata da Serge Pelletier dall’altra.
Durante il corso dell’anno si è verificato un avvicendamento che allora personalmente credevo inevitabile ed ora, a bocce per un attimo ferme, sono ancora convinto che l’allontanamento di Constantine e l’ingaggio di Pelletier sia stata la mossa giusta. Erano infatti troppe le situazioni in cui la squadra aveva dimostrato di non avere più quella grinta e passione che dovrebbero permettere all’AmbrI di colmare il gap tecnico con le altre formazioni. Sembra poi banalissimo ricordarlo, ma lo scopo ultimo nello scendere in pista è quello di vincere le partite e, considerando quanto la vittoria sia diventata rara con Constantine nella seconda parte dello scorso campionato e nell’inizio di questo, semplicemente molti attenuanti vengono a cadere.
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Andiamo oltre: capitolo stranieri. Dopo anni i biancoblù possono finalmente vantare tra le loro fila uno scorer di razza con Jason Williams, laureatosi miglior marcatore del campionato con 26 reti in 50 partite. Richard Park non ha invece fatto l’unanimità, tanto da guadagnarsi il titolo di “flop” da parte di alcuni giornalisti. Personalmente mi trovo in contrasto con questa valutazione in quanto, considerando il numero di ingaggi vinti, la sua velocità di transizione, la sua visione di gioco e l’energia che porta in pista, Park è per me un giocatore che in questa stagione ha dato nel complesso un fondamentale contributo alla squadra.
Meno convincente invece Zdenek Kutlak, che ha deluso per lunghissimi tratti in questo campionato, frustrando più volte il tifoso che lo osservava da bordo pista. Il gigante ceco non è più il giocatore che si era ammirato qualche anno fa e, ricordando anche la famosa violenta discata alla nuca rimediata in passato in un derby, non è attualmente in grado di rivestire il ruolo di giocatore straniero in una squadra come l’Ambrì.
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Sicuramente su un livello più alto Maxim Noreau, che è stato però più incostante rispetto allo strepitoso campionato 2011/12. Il canadese ha vissuto alcuni momenti di vuoto durante la stagione, ma ha però costantemente saputo riprendersi sino ad arrivare al rientro in pista degli ultimi giorni, dove ha trovato sul ghiaccio anche il nuovo arrivato Ray Giroux. Quest’ultimo appare solido ed essenziale, anche se per delineare un’opinione concreta su di lui ci vorrà ancora un po’ di tempo.
Ponendo il nostro sguardo ai nuovi arrivati durante lo scorso off season, Alain Mieville è stato tra quelli al centro di più di una critica nel recente passato. L’ex top scorer del Bienne ha realizzato 33 punti (13 reti) in 50 partite disputate, ovvero solamente uno in meno del bottino che gli aveva permesso di essere il miglior marcatore dei seeländer (segnando però 4 gol in più). Personalmente non mi sento di accollargli nessuna “colpa” particolare, anche se è vero che è stato impalpabile in alcune occasioni. Mieville non si è però mai distinto per una personalità forte sul ghiaccio, dunque credo che l’Ambrì abbia ottenuto ciò che poteva aspettarsi da lui. Chi di personalità invece ne ha evidenziata parecchia è stato Marc Reichert, che è andato a colmare una lacuna nella rosa di cui l’Ambrì aveva davvero bisogno.
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Cercando di riassumere i miei pensieri, credo che il vero problema dei biancoblù sia stata l’incostanza – tra i vari match e all’interno della stessa partita – e l’incapacità di gestire al meglio gli appuntamenti più delicati. Spesso si è sentito rumoreggiare i tifosi su quest’ultimo punto e di fatto la realtà ha mostrato come l’Ambrì debba ancora lavorare in questo senso.
Di lavoro ne dovrà inoltre essere fatto molto anche per quel che concerne l’assetto e la solidità difensiva, con una media di 3.56 reti subite a partita che dovrà essere giocoforza limata verso il basso se si vorrà davvero arrivare ad un bottino di punti superiore il prossimo anno. In quest’ottica, però, la situazione si delineerà meglio una volta terminata la stagione, quando verranno chiariti alcuni aspetti importanti tra cui il futuro straniero che so affiancherà a Noreau in difesa, il possibile prolungamento di contratto con John Gobbi, l’effettivo arrivo di Zurkirchen e via discorrendo.
I leventinesi dovranno però prima di tutto dimostrare di saper elevare il loro gioco faccia a faccia con un Rapperswil reduce da sette sconfitte consecutive, tra cui un disastroso 12-0 nei confronti dei Kloten Flyers. E dovrà farlo a partire da sabato sera, quando ci si aspetta una vittoria per poter così mettere un punto esclamativo alle positive ultime settimane che hanno portato alla rimonta sino al decimo posto.