AMBRÌ – L’ultima volta che lo avevamo intervistato è stato nel lontano 2016, al termine di un derby andato in scena alla Valascia e che aveva visto lui, Viktor Östlund, fresco vincitore (in maglia bianconera) al debutto in National League. Cinque anni dopo rieccolo, come sempre sorridente e disponibile, al termine di una prova giocata con grande maturità e solidità.
Una prova che il suo Ambrì ha meritato di vincere, al cospetto di uno Zurigo temibilissimo ma incapace di contenere l’esaltante rimonta biancoblù. “È stata una grande partita, giocata da Ambrì dal primo all’ultimo minuto”, ha commentato soddisfatto l’estremo difensore svedese. “È emerso il carattere di una squadra che, anche se messa alle corde, può dar fondo alle proprie risorse e risollevarsi. Nel terzo tempo ci abbiamo creduto, continuando a lavorare con costanza e resistendo con tenacia alle diverse superiorità numeriche dei Lions. È stata una vittoria cercata!”.
Cos’è cambiato rispetto all’uscita di Berna?
“Diciamo che lo sport è fatto di alti e bassi. La cosa più importante è di essere riusciti, una volta di più, ad alzare la testa dopo una prestazione sottotono come quella di martedì scorso. L’intenzione, ora, è di perseverare su questa strada, e questo già a partire dalla sfida di sabato contro il Rapperswil”.
Seppur confrontato con il miglior boxplay della lega – quello dei Lions – nelle ultime uscite il powerplay ha perso un po’ di smalto. Come te lo spieghi?
“Difficile a dirsi. Specie nel corso del primo tempo siamo riusciti a creare diverse occasioni interessanti grazie ad una buona circolazione del puck ma ci è mancato qualcosa. Sull’arco della sfida il powerplay è risultato insufficiente sotto diversi punti di vista, questo è vero, ma non dobbiamo dimenticare che lo Zurigo vanta il miglior boxplay del campionato. Ci hanno messo in difficoltà attraverso un gran lavoro di forecheck, togliendoci tempo e spazio, e questo ci ha impedito di costruire dei powerplay efficaci”.
Quando hai saputo che avresti disputato questa sfida da titolare?
“È stato mercoledì, il giorno prima della partita, dunque ho avuto parecchio tempo per prepararmi. È stato Pauli (Jaks, ndr.) a dirmelo e io, naturalmente, ho reagito con grande entusiasmo. Perché mi è stata data quest’occasione? Forse perché ultimamente ho potuto allenarmi davvero bene e tutti sanno come il nostro allenatore ponga particolare attenzione all’impegno quotidiano. Credo se ne sia accorto e per questo sono stato ripagato”.
Nonostante la rete in entrata subita “a freddo” hai immediatamente ritrovato la concentrazione e da quel momento sei apparso molto solido, nonostante le tantissime interruzioni di gioco date dalle molteplici situazioni speciali. Come giudichi la tua prestazione?
“Quella rete non è stata ideale perché, ovviamente, subire un gol nei primissimi minuti di gioco non favorisce la concentrazione. Ma io sapevo di poter fare bene, quindi ho cercato di non pensarci e di focalizzarmi sull’azione successiva, come se nulla fosse accaduto. È seguita poi una serie interminabile di superiorità numeriche che hanno spezzettato il gioco, complicando ulteriormente la vita a noi portieri… Sono felice di aver saputo gestire bene quei momenti e l’aver aiutato la squadra a conquistare questa vittoria non può che incoraggiarmi a continuare a lavorare con impegno, costanza e dedizione, nella speranza di ricevere sempre più ghiaccio”.
Certo è che con le tue prestazioni stai dimostrando alla squadra di poter contare su di te…
“Ed è proprio l’obiettivo che mi sono posto: guadagnare la fiducia del gruppo sfruttando al meglio le occasioni che mi vengono date. A Davos ci ho provato, ma giovedì sera è andata decisamente meglio. È una vittoria che mi permette di guardare al futuro con ottimismo”.