Perttu Lindgren
Dopo la rete dei padroni di casa ad opera di Lukas Frick in power play, a Lindgren sono bastati soli 6 secondi per riportare in parità la sfida della Swiss Arena e lanciare la vittoria della sua squadra, valsa il 2-0 nella serie.
In quei 6 secondi, il finlandese è stato un insieme di intelligenza, furbizia, pattinaggio, tecnica di bastone e capacità di tiro, tutto insieme.
La determinazione con cui è partito dall’ingaggio lasciava intravedere che il topscorer dei grigionesi aveva bene in mente quello che voleva fare, e con pure un po’ di aiuto da un’ingenua difesa di casa che forse sorrideva ancora al ritrovato vantaggio, è riuscito nel suo coraggioso intento.
Una rete da cineteca e per di più anche decisiva ai fini del risultato, ma senza dimenticare che in gara 1 a Davos una sua doppietta aveva già steso gli aviatori, che continueranno loro malgrado a dover maledire l’immarcabile finnico.
Julien Sprunger
Ci si può girare intorno fin che si vuole, si possono dare tutti i dettagli tecnici che si trovano, si può pure opinare sulla regolarità “cartacea” del violento check di Sprunger ai danni del malcapitato Rubin.
Ma senza giri di parole e inutili scuse va detto solo che è stato un intervento proditorio e volontario. Sprunger è un professionista navigato che sa leggere il gioco e sa benissimo che il suo avversario sta per smistare quasi al volo e in leggero movimento voltandosi dalla blind side quel disco appena ricevuto, e che può aspettarsi un check o un contrasto ma non una spallata in piena faccia senza vederla arrivare.
Il topscorer burgundo punta dritto a Rubin disinteressandosi completamente del disco senza accennare il minimo movimento per tentare di intercettare il passaggio, e da uno che ha passato parte della sua carriera in convalescenza per aver subito lui stesso interventi del genere ci si aspettava più rispetto dell’incolumità altrui. Non punibile sul ghiaccio? Si cambino le regole di valutazione.
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