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Interviste

Omark: “Ero vicino al Lugano già anni fa, ora qui ho la giusta chance per la mia situazione”

Lo svedese debutterà già martedì: “Il feeling che ho respirato in spogliatoio è buono, ed anche se la squadra non ha vinto molto so che ha giocato delle buone partite. Fazzini? Cercherò di fornirgli qualche buon disco”

LUGANO – In difficoltà a trovare la via del gol, e con una situazione infortuni che si è fatta incerta anche in rapporto al fitto calendario, il Lugano è corso ai ripari aggiungendo almeno per le prossime settimane al suo organico l’esperto Linus Omark.

“Quando ho ricevuto l’offerta del Lugano ho subito pensato “beh, perché no?”. Steinmann mi ha chiamato con un’offerta di sei settimane, e per me questa realtà rappresenta il posto ideale per giocare questo breve periodo di tempo ed aiutare nel contempo la squadra a vincere delle partite”, ha spiegato lo svedese, già visto in Svizzera con le maglie di Ginevra e Zugo.

“In questo modo posso vedere quale sarà il mio impatto. Inoltre con la mia famiglia ho una situazione per cui non avremmo potuto impegnarci per un anno intero. Sei settimane sono per me la soluzione perfetta in questo momento”.

Linus Omark, sei dunque arrivato con l’idea di restare solo queste sei settimane, oppure poi nell’eventualità si potrà pensare ad un prolungamento?
“Il mio focus è sul presente, ritengo ogni giorno importante. Amo giocare a hockey ed in questo momento voglio aiutare il Lugano a vincere delle partite. Non penso molto al futuro che va oltre a questo”.

Quanto pronto ti senti a livello fisico?
“Ovviamente non ho giocato delle partite questa stagione, ma ho una certa esperienza. Sono qui per competere duramente, poi vedremo come va. Sicuramente l’intenzione è quella di migliorare partita dopo partita”.

Cosa hai fatto durante l’estate per tenerti in forma?
“Praticamente ho seguito lo stesso programma degli ultimi vent’anni. Non ho cambiato nulla, ma è chiaro che senza partite nelle gambe le situazione è un po’ diversa. Ultimamente non sono andato sul ghiaccio molto perché sono stato ammalato per un paio di settimane, ma i medici del Lugano hanno detto che sono in buone condizioni, dunque va bene così (ride ndr)”.

Qui trovi una realtà che ti aveva attirato anche in passato?
“Decisamente sì. Conosco Lugano sin da quando partecipai qui ad un torneo con il Lulea quando avevo 19 anni, e mi sono sempre detto che se avessi avuto l’opportunità di giocare con i bianconeri un giorno, sarebbe stato bello. Anzi, alcuni anni fa prima di scegliere Ginevra, la scelta era proprio tra loro ed il Lugano. In quell’occasione però il Servette dimostrò di volermi di più”.

Hai svolto il tuo primo allenamento con la squadra, sufficiente per sentirti pronto a debuttare già martedì sera?
“È stato bello incontrare gli altri giocatori, anche se per ora non conosco ancora i loro nomi. Sì, per la prossima partita ci sarò, e dovrò concentrarmi su cambi brevi e dare battaglia, poi vedremo cosa succederà. Il feeling che ho respirato in spogliatoio è buono, ed anche se la squadra non ha vinto molto so che ha giocato delle buone partite. In allenamento ero al fianco di Fazzini, un giocatore che ama molto andare al tiro, dunque cercherò di fornirgli qualche buon assist”.

Dopo aver vinto il titolo con il Lulea, hai deciso che non avresti più giocato in Svezia. Come mai?
“Ho sempre avuto il sogno di conquistare il campionato con il Lulea, e quando ci sono riuscito l’ho considerato un finale perfetto. Una vera chiusura di un cerchio, anche se ovviamente amo ancora il club. Qualche anno fa perdemmo in finale proprio contro il Färjestad di Mitell, ho poi avuto successo con il Ginevra ma volevo darmi ancora una possibilità di vincere con la squadra di casa mia, e finalmente è successo. Ora che ho raggiunto il traguardo, volevo qualcos’altro”.

A quel punto hai anche preso in considerazione il ritiro?
“Sì, certamente ci ho pensato. Ma il mio amore per l’hockey ha prevalso, e quando è arrivata l’opportunità di venire a Lugano ci ho pensato velocemente, ed ho capito che non potevo rifiutare”.

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