AMBRÌ – ZUGO
2-3
(1-2, 0-1, 1-0)
Note: Valascia, 6’038 spettatori. Arbitri Konc, Wiegand; Castelli, Stuber
Penalità: Ambrì 4×2′ + 1×10′ (Guggisberg), Zugo 4×2′
AMBRÌ – È stata una partita decisa da un paio di episodi chiave quella persa sabato sera dall’Ambrì Piotta al cospetto di uno Zugo lanciatissimo (le vittorie consecutive ora sono nove), ma in definitiva già per tutto il corso della serata nell’aria aleggiava la sensazione che i biancoblù al suono della terza sirena avrebbero probabilmente masticato amaro.
Nonostante lo Zugo fosse privo del portiere Tobias Stephan e del canadese David McIntyre, i ragazzi di Kossmann hanno infatti prodotto troppo poco per mettere realmente in difficoltà la squadra più in forma del campionato, che non ha dovuto faticare come si poteva sperare per proteggere l’esordiente Fabio Haller.
Il gameplan dei leventinesi era infatti quello di sollecitare il più possibile il portiere avversario, ma quella fase in doppio powerplay in cui i leventinesi non hanno scagliato praticamente nessun tiro in porta ben riassume una serata in cui l’Ambrì è stato fuori sincrono quel tanto che basta per rendere vani tutti i propri buoni propositi.
Lo Zugo ha invece puntato tutto sulla sua arma principale e sul fattore che rende la propria rosa nettamente superiore a quella ticinese, ovvero una velocità e precisione d’esecuzione che quando messa in mostra ha lasciato le briciole ai padroni di casa.
Dopo aver incassato il gol di Guggisberg gli ospiti non ci hanno infatti messo molto a girare la sfida in loro favore, trovando due gol che lamentano sì un po’ di complicità da parte di Zurkirchen, ma che in definitiva sono stati giustificati da un cambio di rimo che ha subito messo in affanno l’Ambrì.
I biancoblù ci hanno messo un po’ per trovare il proverbiale bandolo della matassa, visto che il forecheck dello Zugo ha nuovamente messo in luce tutte le difficoltà di uscita dal terzo che oramai accompagnano i biancoblù da troppo tempo, e che per diversi tratti di partita hanno impedito all’Ambrì di ripartire con efficacia in transizione.
Nonostante questo lo Zugo ha dato l’impressione di portare sul ghiaccio il minimo sindacale, ma non ha perdonato quando ha avuto l’opportunità di giostrare con due uomini di movimento in più sul ghiaccio. Lino Martschini ha capitalizzato con un bel tiro al volo in doppio powerplay nato da un episodio particolarmente controverso, ovvero quella penalità rimediata da Lauper per aver intenzionalmente spostato la porta avversaria su un’azione di alleggerimento.
L’episodio è discutibile, ma Lauper nella circostanza è stato anche un po’ ingenuo, visto che la spinta di Martschini non sembrava essere tale da costringerlo a spostare la gabbia di Haller.
L’occasione per rientrare in partita all’Ambrì si è però presentata subito dopo, quando nel giro di un minuto e mezzo lo Zugo ha rimediato ben tre penalità. La prima ed unica linea di powerplay impiegata in quel frangente ha però proposto una manovra troppo cervellotica, volta a cercare quel tiro perfetto che in definitiva non è mai arrivato.
Pur senza Mäenpää – uscito per infortunio nel finale di primo tempo – si poteva e doveva tirare di più, cercando quel gol sporco oppure quel rebound ideale a ribadire il puck in rete che l’inesperto Haller avrebbe prima o poi concesso.
E proprio con un disco mandato sulla porta è nato il secondo gol biancoblù firmato da Adam Hall, abile nel deviare in porta un puck scagliato in mezzo dal rientrante Monnet. Nel finale però l’Ambrì si è confermato poco ispirato sul fronte offensivo, mentre uno sgambetto non ravvisato dai direttori di gara ai danni di Guggisberg non ha fatto altro che rendere ancora più amara una pillola piuttosto difficile da ingoiare.
Dare la colpa a qualche decisione arbitrale sarebbe però riduttivo, soprattutto considerando come l’Ambrì Piotta abbia mancato nell’usare quelle armi che avrebbero dovuto rappresentare le basi di un’importante vittoria, ovvero il powerplay ed una propensione maggiore nel tirare verso la porta di Haller per cercare il gol sporco.
Peccato dunque, perchè un successo nella serata di sabato avrebbe lanciato un messaggio importante. L’avversario è indubbiamente di una caratura superiore – e nelle fasi in cui lo Zugo ha alzato il ritmo lo si è visto nettamente – ma davanti ai 6’000 della Valascia e senza Stephan tra i pali ci si poteva aspettare maggior rabbia e convinzione.
L’occasione di rifarsi si presenta subito, anche se alla Bossard Arena domenica pomeriggio si preannuncia una sfida più complicata di quella vissuta alla Valascia. Con Mäenpää che potrebbe essere costretto ad alzare bandiera bianca e con un D’Agostini non così prossimo al rientro come si pensava, alla Bossard Arena servirà una prova significativa a livello collettivo per uscire dal ghiaccio con un risultato positivo.
La partita contro lo Zugo è stata sì decisa da episodi importanti, ma complessivamente questa volta l’Ambrì Piotta non ha mostrato quella solidità nella propria manovra in grado di fare la differenza quando dopo 60 minuti si tirano le somme.
Più tiri ed un gioco più diretto sulla porta avrebbero potuto fare la differenza, a maggior ragione vista la rarissima assenza di Tobias Stephan a guardia della porta dello Zugo.
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