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Interviste

Nyffeler: “Il progetto Goaliemania porta in Svizzera un camp che parte dalle fondamenta”

Il portiere del Rapperswil ci presenta l’iniziativa: “Goaliemania esiste da tempo in Svezia, e lavora principalmente sulle basi con allenatori esperti, cosa che è difficile fare da noi. Dopo due anni di lavoro siamo pronti a partire”

RAPPERSWIL – “Goaliemania Switzerland” è il nuovo progetto di Melvin Nyffeler. Il portiere del Rapperswil, sempre attento alle tematiche inerenti agli estremi difensori, importa nel nostro paese un programma ormai consolidato da lustri in Svezia. Abbiamo incontrato il 30enne per capire esattamente la filosofia e i retroscena di questo movimento.

Melvin Nyffeler, spiegaci in cosa consiste esattamente “Goaliemania”…
Goaliemania Svezia è un’organizzazione che gestisce campi di sviluppo e di allenamento per portieri. Esiste da tantissimo tempo ed è stata creata da Michael Andreasson e Stefan Persson. Entrambi sono da oltre 20 anni allenatori dei portieri. Il primo ora lavora per il Djurgarden e in passato è pure stato a Lugano. Il secondo invece è tornato nelle file dell’AIK Stoccolma. Alle sue spalle ha esperienze in KHL e con la Nazionale russa. Tutti e due lavorano e hanno lavorato con portieri che sono arrivati in pianta stabile in NHL”.

Qual è la loro filosofia?
“La casa si costruisce con le fondamenta. Nei loro campi di allenamento si lavora esclusivamente sulle basi. Queste ultime ti accompagnano per l’intera carriera. Anche da professionista devi lavorare su questo, rappresentano oltre il 90% del tuo lavoro. Vale per tutti, dal 14enne sino alla star di NHL. Il resto, quello che sono i riflessi, la parte atletica o il tuo stile di gioco arriva dopo ed è solamente una piccola percentuale”.

“Goaliemania Switzerland” è dunque una sorta di ramo?
“Esattamente. Io frequento il campo in Svezia. Non ero l’unico portiere attivo e conosciuto in Svizzera a farlo. Ad esempio anche Punnenovs, Manzato e Merzlikins sono già stati partecipanti. Da anni discutevo con Andreasson sul fatto di portare tutto questo anche in Svizzera, lo avrei voluto anche come allenatore dei portieri a Rapperswil. In Svizzera non c’è nessun campo paragonabile a questo. I bravi giovani elvetici non riescono a “raggiungere” degli allenatori di portieri così abili ed esperti, se non previo un lungo viaggio spesso sinonimo di alti costi”.

Siamo la prima nazione “ramo”?
“Non proprio, l’anno scorso si è svolto un camp in Cina, a Pechino. Ti rendi conto? È qualcosa di fantastico. Questo fatto è stato un ulteriore stimolo, mi sono detto che se lo si organizza persino in Cina, bisogna assolutamente importarlo anche da noi. La Svizzera è una sorta di nazione predestinata a questo tipo di eventi, è al centro dell’Europa, è raggiungibile in auto da diversi importanti paesi hockeistici come la Germania, l’Austria, la Cechia, la Slovacchia, la Francia e l’Italia”.

Concretamente quanto è durato il periodo di preparazione per allestire Goaliemania Switzerland?
“All’incirca due anni. Inizialmente volevamo proporre il primo campo già questa estate, ma sarebbe stato tutto un po’ alla garibaldina. Io e il mio socio co-fondatore di Goaliemania Switzerland, Odin Neuenschwander, volevamo fare tutto giusto dalla A alla Z e non improvvisare. Il nostro desiderio è fornire la miglior esperienza possibile. È stato un processo lungo, ci siamo pure recati in Svezia per parlare con chi di dovere, abbiamo incontrato diversi portieri professionisti in loco. Tutti hanno reagito in maniera entusiasta alla nostra idea, alcuni hanno già detto che sarebbe magari l’occasione per visitare la Svizzera. Il nostro campo si svolge a Wollerau, dunque molto vicino a Zurigo e in una zona centrale. L’obiettivo è avere qui tante culture diverse e offrire più che un semplice corso. Portieri austriaci, svedesi, svizzeri, germanici e via dicendo che si scambiano vedute e interagiscono”.

Odin Neuenschwander è il tuo migliore amico, vero?
“Giusto. Ci siamo conosciuti da bambini quando eravamo nello ZSC, siamo inseparabili. Io sono la parte creativa, lui è più quella amministrativa. Odin porta la struttura, ha un ottimo background nel campo dell’IT. Inoltre lavorando per la compagnia aerea SWISS sa come fare arrivare bene i nostri coach svedesi a Zurigo (Melvin ride, ndr). Last but not least, anche lui era un portiere, ha giocato per tanti anni nel Wetzikon in Prima Lega, spesso usando le mie vecchie attrezzature (altra risata).

Il camp è aperto ai ragazzi che hanno almeno 14 anni, ai portieri che militano almeno in seconda lega e alle ragazze che giocano nelle due leghe maggiori. Mi sembra di capire che quindi il professionista di turno e il teenager potranno interagire e avranno lo stesso programma di allenamento…
“Esatto, il pane quotidiano per ogni portiere sono le fondamenta, come dicevo prima. Quando costruisci una piramide, non inizi dalla punta, ma dal basso. Se qualcosa inizia a traballare la torre cade. Il lavoro sulle basi non termina mai. Ogni giorno fai gli stessi esercizi, anche nella vita quotidiana a livello di club. Il motto di Goaliemania lo spiega bene. “Do less. Get more”. Suona strano, ma è così: giocare in maniera semplice, raggiungere di più. È un principio abbastanza chiaro e concreto, il ragazzino potrà per esempio discutere con il professionista e chiedergli come si comporta in una determinata situazione. È affascinante per tutti questo miscuglio di età e livello”.

Quanti sono i posti disponibili, e come stanno andando le iscrizioni per il primo campo che si terrà dall’11 al 15 luglio 2026?
“Sono 96, lo stesso numero che in Svezia. Evidentemente lì il campo ha già un’altra dimensione. Questa estate hanno accettato 100 partecipanti e ce n’erano 40 sulla lista d’attesa. È sempre tutto esaurito. Noi per la prima edizione abbiamo avuto 20 iscrizioni nelle prime 24 ore. Ora siamo a 25, ma è ancora presto. Tanti ragazzi e genitori non hanno ancora il programma dell’estate. Lo stesso vale per i professionisti. Ce ne saranno sicuramente, ma la programmazione dei vari club non è ancora definita. Forse arriverà a trovarci anche Elvis Merzlikins, quando è in Svizzera ha un contratto stretto con Andreasson, assieme hanno lavorato appunto a Lugano”.

Cosa puoi dirci invece dei costi?
“Parliamo di 990 CHF. Sono incluse tutte le sedute di allenamento, le lezioni di teoria, le sedute con il nostro mental coach, i pranzi e l’uso di tutte le infrastrutture, come ad esempio la stanza di recupero. Inoltre qualsiasi partecipante riceverà una tessera di membro “Goaliemania”. Con questa tessera si potranno avere tanti sconti e benefici tramite i nostri sponsor nell’ambito del materiale, come la pittura della maschera, nell’alimentazione e così via”.

Tu dunque farai il coach per una volta…
“È così. Parteciperò a giugno al campo svedese in qualità di portiere, mentre in Svizzera sarò nello staff e affiancherò Persson, Andreasson, di cui ho già parlato, Kristoffer Eriksson (allenatore dei portieri dell’Örebro, ndr), Joey Vollmer (goalie coach del Regensburg in DEL2) e Felix Nussbacher, ex portiere del Graz. Quando finirò la mia carriera potrei immaginarmi di diventare allenatore dei portieri, idealmente mi piacerebbe farlo a Rapperswil. Tutto quello che attornia questo mondo è la mia occupazione preferita, sono un nerd. Creare Goaliemania Switzerland è forse il mio primo passo in questa direzione, ma intendiamoci, per un po’ di anni voglio continuare la mia carriera da attivo e poi vedremo cosa mi riserverà il futuro (Melvin ride, ndr) ”.

Tuo fratello Dominic, fresco di ritiro, sarà in qualche modo coinvolto?
“Ora come ora non è pianificato. “Dodo” mi darà una mano in caso di bisogno, ma non credo. Ci saranno altri allenatori di portieri elvetici che saranno presenti”.

Già, anche perché per una modica cifra anche gli allenatori dei portieri possono partecipare al campo al fianco dei vostri coach per carpire qualche segreto…
“Giusto, questa è proprio la mentalità di Goaliemania. Dare consigli, esprimere la propria filosofia e non limitarsi a chiudersi nelle quattro mura di casa. È tutto aperto, non ci sono segreti, durante i giorni del corso l’intero know-how è a disposizione di tutti. È un’opportunità di crescita. Questo è il pacchetto completo del nostro credo. In Svizzera si parla sempre di head coach indigeni, ma si tralasciano i goalie coach e così ce ne sono ancora troppo pochi, non solo in NL ma anche nelle leghe inferiori. Tanti sono stranieri. L’intenzione è di aiutare nel produrne maggiormente. Con il nostro campo infine si possono ampliare le conoscenze. Chi lo sa, magari un giovane allenatore promettente o un portiere U18 interessante potrebbe farsi un’esperienza in Svezia grazie alla presenza e alla conseguente conoscenza di Stefan Persson”.

Melvin ti ringraziamo, non prima però di averti fatto un’ultima domanda. La lingua principale del corso sarà l’inglese? Un giovane ticinese che desidera iscriversi non deve temere la barriera linguistica?
“Sì. Con la presenza dei coach svedesi si parlerà molto inglese. E poi in fondo la lingua dei portieri è la stessa in qualsiasi parte del mondo, ci si capisce. Ci sono delle possibilità di pernottamento all’interno dell’impianto di allenamento e delle soluzioni bed and breakfast attorno al campus. Di base ognuno è responsabile di trovare una soluzione, se dovesse però esserci qualche ticinese interessato a partecipare saremmo lieti di aiutarlo e di cercare una buona soluzione. Sarebbe bellissimo e sarei molto felice di accogliere ragazzi dal Ticino in quel di Wollerau”.

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