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Interviste

Noreau: “Da quando sono arrivato in Svizzera il livello si è alzato, compenso con l’esperienza”

L’ex biancoblù ha debuttato con il Rapperswil: “Pensavo solamente a far vincere la mia squadra, e non a battere chi c’era di fronte. Cervenka? Un talento eccezionale, ma si sottovaluta il suo grande lavoro dietro le quinte”

IMAGO / Pius Koller

RAPPERSWIL – Rapperswil, ore 22:40. Davanti allo spogliatoio locale spunta Maxim Noreau. Sorpreso di vederci, il canadese classe 1987, leggermente in ritardo dopo essere andato a salutare in un bar della pista i tifosi di un fanclub, sfodera il suo italiano e ci saluta calorosamente.

È raggiante, il suo Rappi ha iniziato alla grande il campionato dominando la superpotenza ZSC e imponendosi per 4-1. Un debutto davvero particolare contro i suoi ex compagni.

“Con l’esperienza ci si fa l’abitudine, mi era successo con il Berna quando dovetti affrontare l’Ambrì, e poi appunto con i Lions quando mi ritrovai di fronte gli orsi. Chiaramente c’è un pochino di emozione in più prima della partita. Io ho pensato a fare vincere la mia squadra e non a battere chi c’era di fronte, è un approccio di mentalità molto diverso, non giocavo per poter dire alla fine di avere sconfitto i Lions”.

Una prestazione ottima da parte vostra, avete pattinato molto di più dell’avversario e messo maggiore intensità, per lunghi tratti avete dominato…
“Questa prova, coronata dalla vittoria, ci dà tanta fiducia dopo le partite di Champions Hockey League assai complicate per noi. Anche durante le ultime due uscite della rassegna europea ci eravamo ritrovati in vantaggio di due reti ma alla fine la prima l’avevamo persa e l’altra l’avevamo vinta ma solo al supplementare. Abbiamo parlato parecchio di questa situazione con Hedlund (che Noreau chiama sempre Stefan, ndr) e il resto dello staff. Ci siamo detti che anche in avanti nel punteggio non dobbiamo smettere di applicare il nostro gioco e continuare a spingere al posto di chiuderci in difesa. Questo fatto ci ha aiutato, facendo così lo Zurigo è stato costretto a passare maggior tempo nella fase difensiva e ha avuto un possesso del disco minore specialmente nella seconda parte di match. È stata la chiave di volta, se temporeggi e gli lasci il puck con il loro talento diventa complicato fronteggiarli”.

Hedlund ti ha chiesto dei consigli nei giorni precedenti la sfida?
“Stefan e il resto dello staff fanno già un grande lavoro inerente allo studio dell’avversario. A 5 contro 5 non ce n’è bisogno, nelle situazioni speciali però è utile sapere qualcosina in più, come ad esempio si muove un Andrighetto e quali compiti ha, in questo senso qualche input ho potuto darlo”.

(PostFinance/KEYSTONE/Patrick B. Kraemer)

Roman Cervenka è stato nuovamente incredibile. Un gol da cineteca, uno splendido assist e tante finezze in barba all’età…
“Ha un talento eccezionale, questo lo riconoscono tutti, quello che invece la gente da fuori sottovaluta o magari non sa è il suo lavoro dietro le quinte e l’etica professionale. Investe tantissime ore nell’allenamento e nella cura del corpo, ed è sempre motivatissimo, non sarei sorpreso se dovesse continuare almeno sino ai 40 anni. E poi, altro aspetto importante, non usa la sua età avanzata come scusa”.

Com’è iniziata invece questa tua nuova avventura sangallese?
“Molto bene. Il mio obiettivo era di rimanere vicino a Zurigo al fine di lasciare i figli nella stessa scuola, si trovano magnificamente e lo stesso vale per mia moglie, per me era la cosa più importante. Quando tutto va bene a casa è più facile giocare, te lo potranno confermare in parecchi. Ormai la Svizzera è diventata casa mia, i miei figli a a volte sono più svizzeri che canadesi con il loro modo di fare. Inoltre poter giocare per un tecnico come Stefan è veramente bello. Qui siamo una grande famiglia, già in estate mi ha chiamato parecchie volte dandomi consigli sulla città e tante altre piccole cose. Mi ha subito fatto sentire parte del gruppo, il cambiamento è dunque andato via liscio.”

Sei arrivato da noi nel 2011, ad appena 24 anni, 11 anni dopo ti sei reso conto di quanto sia aumentato il livello del nostro campionato?
“Eccome, i giocatori svizzeri hanno imparato molto, anche grazie alla generazione degli anni ’90, penso ad Andrighetto, Malgin, Hollenstein, che conosco bene, ma pure tanti altri. Elementi veramente forti. Penso che anche le recenti partecipazioni ai Mondiali abbiano avuto un impatto positivo sullo sviluppo. Adesso inoltre ogni squadra aggiungendo due stranieri ha ulteriormente aumentato la qualità. Io da parte mia compenso la maggiore velocità e il maggior ritmo con l’esperienza, devo usare di più il cervello per competere contro avversari rapidi”.

Come già detto ormai sei di casa qui. Hai già pensato di richiedere il passaporto rossocrociato?
“Non mi sono ancora interessato molto, lasciando Ambrì a suo tempo e tornando oltreoceano per 2 anni il processo di naturalizzazione si è per così dire interrotto. Bisogna restare in Svizzera per almeno 10 anni filati, come ha fatto ad esempio Josh Holden, per farne richiesta. Mi mancano dunque alcuni anni prima di eventualmente poter procedere, ma non importa. Posso semplicemente dire che la Svizzera mi ha dato davvero tantissimo, sia a livello hockeistico e sia a livello umano, mi sento davvero fortunato di poter ancora giocare qui”.

Dai Max, siamo onesti, un po’ come Cervenka, anche tu essendo inoltre difensore e dunque solitamente più longevo, potrai continuare a giocare almeno fino ai 40 anni con la sigaretta in bocca…
“(Noreau ride di gusto ndr). Guarda che è un’evoluzione continua, non è così facile. Il mio obiettivo è certamente restare in attività il più a lungo possibile, adoro giocare a hockey e la passione è rimasta intatta, sono sempre uno dei primi ad arrivare alla pista”.

Si è fatto tardi, dobbiamo lasciare andare Noreau. I suoi compagni sono già tutti fuori dallo spogliatoio, impegnati in varie attività. Melvin Nyffeler, tra un esercizio defaticante e l’altro saluta il figlioletto Leevi e parla con alcuni fans, il tecnico Hedlund è già nel suo ufficio assieme al direttore sportivo Steinmann.

E Roman Cervenka? Lui è già da un bel po’ in palestra.

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