FRIBORGO – AMBRÌ
6-2
(1-0, 2-1, 3-1)
Reti: 2’43 Jecker 1-0, 25’28 Bürgler (Pestoni, Heed) 1-1, 25’49 De la Rose (Bertschy, Bykov) 2-1, 31’27 Borgman (Mottet, Wallmark) 3-1, 49’44 Sörensen (Gunderson, Wallmark) 4-1, 50’26 Wallmark (De la Rose, Mottet) 5-1, 51’46 Walser (Diaz, Bykov) 6-1, 55’10 Douay (Eggenberger, Kneubuehler) 6-2
Note: BCF Arena, 9’075 spettatori
Arbitri: Tscherrig, Hungerbühler; Burgy, Gurtner
Penalità: Friborgo 5×2, Ambrì 5×2 + 1×5 + 1×20
Assenti: Isacco Dotti, Tommaso De Luca, Diego Kostner (infortunati), Simone Terraneo, Michael Spacek (sovrannumero)
FRIBORGO – Ha finito per assumere delle proporzioni un po’ ingenerose la quarta sconfitta consecutiva dell’Ambrì Piotta, ma il risultato finale – reso più amaro dalle tre reti incassate in boxplay nel giro di due minuti dopo la penalità di partita a Dauphin – non cambia la sostanza di un match giocato non in maniera terribile dai leventinesi, ma nemmeno con un livello sufficiente per sperare di andare a battere il Friborgo in casa propria.
Con il passare dei minuti la differenza di forze in campo è venuta a galla soprattutto in termini di velocità d’esecuzione, ma l’aspetto nel quale la squadra di Cereda ha peccato in maniera decisiva è stata la compattezza del proprio gioco, che non riesce ancora a colmare quelle crepe che nelle ultime settimane sono diventate evidenti.
Per tornare ai migliori livelli ai biancoblù manca insomma una certa dose di intensità e di urgenza nel proprio gioco, elementi che dovranno assolutamente essere acquisiti ora che i punti inizieranno a diventare sempre più pesanti. La prova di Friborgo non pare però essere stata un buon passo in questo senso, visto che anche nel corso del primo tempo – il migliore per i leventinesi – il buon numero di occasioni pericolose create è stato bilanciato da altrettante concesse dalle parti di Juvonen.
Difficile insomma darsi una chance senza prima regolare la tenuta difensiva – 22 le reti subite nelle prime quattro partite dell’anno – e questo non riguarda solo il gioco nella propria zona, ma chiama in causa anche la capacità di mantenere in disco in profondità oppure evitare le difficoltà nel gestire la transizione avversaria mostrate nelle ultime partite. Venerdì ha finalmente potuto fare il suo rientro Heed, che una volta ripreso il ritmo sarà prezioso in questo senso, ed anche Terraneo potrà contribuire dopo essere stato lasciato nell’occasione a riposo per ritrovare un po’ di energie dopo le ultime intense settimane.
Nonostante questo, se il match avesse potuto prendere una direzione diversa avrebbe dovuto farlo nel primo periodo, quando Pestoni e compagni hanno avuto sui loro bastoni diversi dischi buoni per battere Berra. Il Friborgo ha infatti disputato un match a tratti anche brillante in costruzione offensiva, ma ha comunque sempre concesso qualcosa ad un Ambrì che ha però fatto fatica a dare una sua impronta al match.
Ai leventinesi in questa fase manca sicuramente un po’ di personalità, ed anche il contributo degli attaccanti stranieri che stanno vivendo un periodo incolore. Al rientro Pestoni ha giocato un’ottima partita – guadagnando tra le altre cose ben tre powerplay – ma Lilja è stato nuovamente anonimo e Formenton ha vissuto la sua serata meno ispirata della stagione. Dauphin ha invece avuto il pregio di vincere tantissimi ingaggi (13 su 17 effettuati) ma l’impatto del suo gioco è lontano da quello dei primi mesi.
Ci sono poi stati alcuni episodi particolari, come il gol d’apertura nato da un intervento difettoso di Juvonen che ha poi finito per spedire il disco alle sue spalle, mentre il 2-1 arrivato appena 21 secondi dopo la rete di Bürgler – tornato a segnare dopo otto partite – ha fatto decisamente male ai leventinesi, anche perché a risultato di una lettura difensiva difettosa su un disco mandato in profondità.
Una volta incassata la terza rete si è poi capito che l’Ambrì non avrebbe avuto gli argomenti necessari per rimettere in discussione il risultato, ed infatti Berra ha dovuto impegnarsi seriamente solo in un paio di altre circostanze nella seconda metà di incontro.
Nel suo tentativo di ritrovare solidità e determinazione nel proprio gioco, l’Ambrì continua a vivere un inizio anno tra alti e bassi, e sabato sarà confrontato con un match fondamentale per dare un chiaro messaggio soprattutto a sé stesso. Con il Kloten, che è la squadra più in difficoltà della lega con nove sconfitte nelle ultime dieci partite, ci vorrà infatti una vera prova di carattere.
Cereda nel suo mazzo avrà da giocare la carta di uno Spacek lasciato per la seconda volta in stagione in sovrannumero – decisione comprensibile visto il momento del ceco – magari per stimolare delle dinamiche offensive che a Friborgo sono state un po’ prevedibili anche nei momenti di maggiore presenza offensiva. Ma in generale servirà un Ambrì capace di trasmettere sensazioni diverse.
IL PROTAGONISTA
Andreas Borgman: “Pulita” e piena di stimoli la prestazione del difensore svedese, che ha confermato di vivere un buon inizio di 2024 ottenendo il suo terzo punto delle ultime tre partite disputate nell’occasione firmando l’importante gol in powerplay a metà incontro che è poi risultato decisivo. Nel Gotteron è l’unico giocatore a superare la soglia dei 20 minuti di ghiaccio, tempo che ha sfruttato anche per trovare ben quattro conclusioni verso Juvonen.