AMBRÌ – Contro il Ginevra, si sa, è difficile che lo spettacolo offerto sia di quelli appassionanti. E infatti sabato alla Valascia si è dovuto attendere l’overtime – durato appena 17 secondi! – per assistere alla prima e unica segnatura di serata a firma Dominik Kubalik, che ha fatto esplodere i 5’359 presenti in un urlo liberatorio al termine di una serata nella quale entrambe le compagini hanno faticato enormemente a creare gioco e occasioni da rete degne di nota.
Con una formazione nuovamente ritoccata per le assenze di Isacco Dotti e Patrick Incir (è però rientrato Mazzolini), e con soli tre stranieri di movimento, l’Ambrì Piotta ha affrontato un inizio di partita in salita, nel quale il Servette si è fatto preferire.
Il solito gioco di McSorley, unito ad un Ambrì sorprendentemente poco reattivo, ha complicato ancor più le operazioni leventinesi, apparse vieppiù imprecise e prive della necessaria convinzione. I biancoblù non hanno creduto appieno nei propri mezzi, e sono occorsi i cosiddetti “episodi” per scuotere la truppa di Cereda dal torpore di serata.
Uno su tutti quei 4 minuti di inferiorità numerica a metà terzo tempo sul conto di Michael Fora durante i quali, uniti e compatti, i biancoblù hanno saputo resistere e addirittura creare dei grossi pericoli dalle parti di Mayer. Su tutti Dominic Zwerger. Ed è per certi versi paradossale che le migliori occasioni i biancoblù se le siano create proprio con l’uomo in meno.
Dopo un primo tempo fiacco, in entrata di periodo centrale ci si sarebbe aspettati un Ambrì Piotta maggiormente caparbio e meno contratto. Eppure le continue – e perfino esasperanti – interruzioni di gioco hanno impedito ai leventinesi di acquisire vigore nelle operazioni.
Il temibile trio Winnik–Richard–Wingels in più di un’occasione ha sollecitato Benjamin Conz, ma l’estremo difensore non si è mai disunito e ha saputo garantire enorme solidità a tutto il reparto dal primo minuto sino alla rete della liberazione di Kubalik.
Lo stesso casco giallo, un po’ dal nulla, nel periodo centrale è riuscito a presentarsi tutto solo davanti a Mayer, senza però trovare il pertugio giusto. La superiorità numerica scaturita da quell’azione si è tramutata in un nulla di fatto e una volta di più i leventinesi hanno evidenziato alcune lacune di troppo in cinque contro quattro.
Col passare dei minuti l’Ambrì è però cresciuto, e ancora una volta una situazione di boxplay – questa volta 44 secondi di doppia inferiorità numerica per un diving molto discusso a Zwerger – ha saputo dare grande carica a D’Agostini e compagni, eccellenti nel contenere il miglior powerplay del campionato e capaci anzi di trarre da queste situazioni la giusta dose di energia.
È proprio in questi frangenti che i biancoblù hanno dimostrato grande tenuta mentale e maturità, traendo il massimo dalle situazioni “di disperazione” e tramutando l’inerzia della sfida a proprio favore.
Nel periodo conclusivo Conz ha saputo abbassare la saracinesca a più riprese di fronte agli assalti dei granata mentre sull’altro fronte Zwerger, Rohrbach e capitan Bianchi non sono riusciti a evitare il tempo supplementare nonostante delle buone occasioni create.
L’overtime ha dunque sorriso all’Ambrì Piotta, con Müller bravo ad insistere e a raccogliere un disco perso distrattamente dalla retroguardia ginevrina per poi buttarlo su Mayer. Il solito Kubalik, abile come un falco, ha regalato due punti fondamentali ai biancoblù, che avranno ora una settimana di tempo prima della sfida contro il Lugano di venerdì prossimo per sistemare ciò che contro le aquile non ha funzionato a dovere. Il derby è lanciatissimo.
IL PROTAGONISTA
Benjamin Conz: Diversi interventi decisivi e tanta sicurezza a tutta la retroguardia per il portiere dei leventinesi.
Ennesima eccellente prestazione del numero 1 biancoblù, apparso in grandissima forma contro le aquile. Sui sessanta minuti non ha concesso praticamente nulla, concentratissimo. Il quarto shutout stagionale è più che meritato.