BIENNE – Il Bienne continua a risultare indigesto all’Ambrì Piotta, che in questa stagione contro i seeländer ha sempre perso con un bilancio di reti complessivo di 14-1, ma questa volta la squadra di Cereda ha fornito una buona prova alla Tissot Arena, non riuscendo però a capitalizzare in alcuni momenti chiave della sfida.
Sul piano del gioco e del lavoro portato sul ghiaccio i biancoblù hanno infatti prodotto a sufficienza per legittimare come minimo un risultato positivo, ma alla ricetta degli ospiti è mancato il fondamentale ingrediente del killer instinct, che ha impedito a Kubalik e compagni di dare una direzione diversa al match.
In una sfida sbloccata solamente nel finale di periodo centrale da Damien Brunner e rimasta in bilico praticamente sino a cinque minuti dal termine, Ambrì e Bienne hanno dato vita ad una contesa tesa ed appassionante, giocata dai leventinesi con quattro stranieri d’attacco che non sono però bastati per superare un Hiller in forma strepitosa.
Sull’altro fronte è stato altrettanto bravo Manzato – preferito a Conz, che verosimilmente giocherà domenica – che soprattutto nel primo tempo ha compiuto alcuni interventi fondamentali, mentre poco ha potuto per impedire le tre segnature locali.
In un match dagli equilibri fragili e destinato ad essere deciso da una giocata o poco più, a tradire l’Ambrì Piotta è stato il powerplay, in particolar modo con quelle tre superiorità numeriche non sfruttate nella seconda frazione, quando ancora si era sullo 0-0. Un paio di altre interessanti opportunità sono arrivate nel terzo tempo, ma nonostante buone trame il gol non ha voluto saperne di arrivare.
Dall’altro lato della medaglia c’è un boxplay che è risultato fondamentale soprattutto ad inizio partita, quando il Bienne ha avuto diverse opportunità per mettere pressione su Manzato, ma dal punto di vista della compattezza l’Ambrì si è immediatamente fatto trovare prontissimo.
L’intensità è poi andata alzandosi con il passare del tempo, e l’Ambrì si è reso pericolosissimo con i vari Kubalik, Hofer (un palo a testa per loro), Müller, Zwerger e Mazzolini, ma la maledizione della Tissot Arena ha continuato a produrre i suoi effetti. L’Ambrì si è infatti imposto l’ultima volta in casa del Bienne nel dicembre 2015, ed inoltre i seeländer continuano ad essere l’unica squadra contro cui Kubalik e Zwerger non sono ancora riusciti a finire sul tabellino.
Stavolta però la squadra di Cereda è andata ben più vicina alla vittoria di quanto non possa suggerire il risultato, reso più amaro da due reti nel finale arrivate – così come la prima – su azione di rilancio. L’esito alla terza sirena non cancella però quanto di buono mostrato dall’Ambrì in questa occasione, anche se ritrovare la freddezza in powerplay e nello slot sarà una condizione fondamentale per tornare immediatamente a punti domenica pomeriggio.
A livello individuale sono stati diversi i giocatori ad aver fornito una buona prestazione, con in particolare Fora che si è distinto per alcuni movimenti che indicano come sia in netta progressione. Da rivedere invece le condizioni di Lerg, vero leader nel bloccare i tiri avversari ma colpito da una discata alla mano nel periodo centrale. L’americano è tornato negli spogliatoi con un dito malandato e non ha più fatto ritorno.
Nell’eventualità di una sua assenza l’Ambrì domenica potrà comunque contare su Plastino, in quella che sarà una sfida importante nella corsa ai playoff contro un Friborgo attualmente nono. La classifica rimane comunque cortissima – terzo posto a quattro punti – e gli strumenti per continuare a fare bene i biancoblù hanno dimostrato di averli anche sabato sera. Si tratterà “solamente” di insistere.
IL PROTAGONISTA
Jonas Hiller: In una sfida in bilico e che avrebbe potuto prendere una piega decisamente diversa nel secondo tempo, l’ex portiere NHL è stato fondamentale.
Il suo shutout da 25 parate è condito da diversi interventi di alto spessore, che hanno impedito all’Ambrì di capitalizzare nei momenti di maggior pressione. Calmo e preciso per tutti i 60 minuti, stavolta Hiller è stato l’elemento che ha fatto pendere l’ago della bilancia in favore dei seeländer.