AMBRÌ – Martedì alla Valascia l’ago della bilancia sarebbe potuto pendere benissimo da una parte piuttosto che dall’altra, ma questo sicuramente non per i meriti evidenziati da Ambrì Piotta e Ginevra, che hanno inscenato la peggior partita di cui si sono resi protagonisti i biancoblù in questo campionato.
I ragazzi di Cereda hanno fatto l’errore di adattarsi alla confusione generale portata in pista dal Servette, e non sono riusciti a sfruttare i propri punti di forza per piegare un avversario che nella prima metà della sfida aspettava solamente di essere spinto nel baratro. Tutti quegli elementi che hanno permesso ai leventinesi di avere successo sino ad oggi si sono però palesati con il contagocce, lasciando spazio – specialmente nel terzo tempo – ad una serie impressionante di imprecisioni, decisioni sbagliate e giocate affrettate.
L’Ambrì visto all’opera nel terzo periodo è arrivato a ricordare quello della passata stagione, se non fosse per la bella rete di Patrick Incir che ha ridato slancio e vigore al gruppo, negli ultimi minuti dei tempi regolamentari comunque vicino a perdere la partita. Eppure, nonostante la squadra non abbia mostrato il suo volto migliore, le occasioni per battere un Ginevra evidentemente alla deriva ce ne sono state parecchie, ma la poca intensità portata sul ghiaccio è stata la specchio di una partita iniziata bene ma poi chiusasi in se stessa.
I tre punti ai biancoblù sono infatti sfuggiti nel primo tempo, iniziato in maniera perfetta sull’asse Kubalik–Jelovac, che hanno subito messo a nudo le difficoltà strutturali del Ginevra e trovato il vantaggio grazie alla rete firmata dal difensore. L’incapacità di trovare il secondo gol – nonostante delle buone occasioni per Lauper, Emmerton e Mazzolini – ha però avuto un peso determinante sull’economia dell’incontro, e non sembra esagerato immaginare che se l’Ambrì avesse infilato il 2-0 la partita si sarebbe incanalata su binari decisamente diversi.
L’inerzia è decisamente cambiata nel periodo centrale, giocato a singhiozzo a causa delle diverse penalità fischiate da una quaterna arbitrale – poi ridotta a terzetto visto l’infortunio di Hebeisen – il cui operato è apparso perlomeno da rivedere. Nel frangente l’Ambrì è stato bravo a rispedire al mittente ben quattro superiorità numerica del Ginevra, e se da un lato il powerplay ospite ha imbarcato parecchia acqua, dall’altro la squadra di Cereda si è mostrata ben organizzata in boxplay.
Poco o nulla invece da appuntare invece sul fronte offensivo per i leventinesi, che hanno sollecitato Mayer solamente grazie ad un appoggio di Emmerton – schierato martedì all’ala per permettere il rientro di un evanescente Taffe – deviato in maniera pericolosa da Bianchi.
Il “patatrac” a livello generale è però avvenuto nel terzo tempo, per molti versi da incubo per l’Ambrì Piotta. Dopo soli 66 secondi di gioco Spaling ha infatti buttato alle spalle di Descloux il disco dell’1-1, con Cereda a chiamare il challenge nella speranza che gli arbitri ravvisassero un offside che però effettivamente non c’era. Più che alla linea blu in quell’azione bisogna però guardare alla leggerezza di Kubalik in uscita dal terzo, con il ceco che ha perso un puck che pochi attimi dopo è stato ripescato dal fondo della gabbia.
Il numero 81 non ha complessivamente vissuto la sua miglior serata e, pur avendo messo lo zampino in sei delle ultime dieci reti segnare dall’Ambrì, martedì non è riuscito a concretizzare almeno un paio di grandi occasioni che sarebbero risultate determinanti… Su tutte quell’opportunità a porta sguarnita nel terzo tempo, a cui si aggiunge un rigore non concretizzato.
Nonostante le difficoltà nel trovare il proprio gioco, all’Ambrì Piotta va dato il merito di non aver mollato la presa, nemmeno dopo la clamorosa papera che ha visto protagonista Descloux, che ha letteralmente regalato a Spaling la doppietta con un’indecisione fatale.
Fortunatamente lo spunto personale di Incir ha tolto le castagne dal fuoco, e permesso all’Ambrì di vivere perlomeno un finale al cardiopalma in cui le due squadre si sono scambiate delle grandissime occasioni da rete… Plastino nell’overtime è andato anche a scheggiare il palo, ma alla fine l’eroe di serata si è rivelato essere Tömmernes, l’unico capace di concretizzare un rigore al termine di una serata da dimenticare.
Per la squadra di Cereda quella di martedì rappresenta comunque un’occasione mancata, al cospetto di un avversario diretto e che sta vivendo un periodo tumultuoso a livello societario e sportivo.
Quello leventinese è però un gruppo che è ancora alla ricerca della costanza di rendimento, e della forza mentale per portare ogni sera sul ghiaccio quegli elementi irrinunciabili che permettono loro di avere successo. Quando questo non avviene sorgono le difficoltà, mitigate martedì da un avversario tutt’altro che brillante.
IL PROTAGONISTA
Michael Ngoy: Al termine di una partita tanto approssimativa è difficile trovare un’individualità di spicco, ed allora chiamiamo in causa un episodio avvenuto a gioco fermo, ma che è carico di significato.
Ci riferiamo a Michael Ngoy che, mentre tutti erano presi a festeggiare il pareggio di Incir, si è preso una trentina di secondi buoni per andare a rincuorare Descloux, autore qualche minuto prima di una papera clamorosa. Un bel gesto, che in una serata complicata merita di essere sottolineato.
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