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NHL

Nashville riparte da un mix di veterani e giovani, la sfida è tornare subito competitivi

Dopo la deludente ultima stagione in Tennessee si rilancia con gli stessi giocatori, che dovranno ritrovare la miglior produzione. Il pieno recupero di Roman Josi è un’incognita, ma al camp lo svizzero si è presentato in forma

A partire dal 7 ottobre ricomincerà lo spettacolo della NHL, con tre partite che daranno il via ufficialmente al campionato più bello del mondo.

Quest’anno HSHS torna a proporvi la presentazione di tutte e 32 le franchigie della NHL, con degli articoli riassuntivi che ci accompagneranno sino ad inizio ottobre.


NASHVILLE PREDATORS

La rosa 2025/26

PORTIERI
Juuse Saros, Justus Annunen, Matt Murray

DIFENSORI
Adam Wilsby, Andreas Englund, Brady Skjei, Justin Barron, Nicolas Hague, Nick Blankenburg, Nick Perbix, Roman Josi, Tanner Molendyk, Jordan Oesterle

ATTACCANTI
Cole Smith, David Edstrom, Erik Haula, Fedor Svechkov, Filip Forsberg, Jonathan Marchessault, Joakim Kemell, Luke Evangelista, Michael Bunting, Michael McCarron, Reid Schaefer, Ryan O’Reilly, Steven Stamkos, Zachary L’Heureux, Matthew Wood


NASHVILLE – Dopo una stagione chiusa con il penultimo attacco della lega e appena 30 vittorie, i Nashville Predators devono voltare pagina. La franchigia del Tennessee si presenta al via con un mix tra veterani affermati e giovani promesse, alla ricerca di una nuova identità che permetta di colmare il divario con le avversarie della Central Division.

Il roster guidato dal coach Andrew Brunette si affida ancora ai big firmati a peso d’oro nell’estate 2024, Steven Stamkos e Jonathan Marchessault. I loro numeri, però, non sono stati all’altezza delle aspettative: 27 reti e 53 punti per l’ex Lightning, 21 gol per l’MVP dei playoff 2023.

A calare sono stati anche Filip Forsberg e Ryan O’Reilly, segno di un attacco che non ha saputo sostenere il ritmo richiesto. Nonostante questo, i loro contratti pluriennali e i rispettivi stipendi li mantengono al centro del progetto offensivo: se Nashville vuole tornare protagonista, saranno loro a dover guidare la riscossa.

In difesa tutto ruota, come sempre, attorno al rossocrociato Roman Josi. Il capitano ha però visto la scorsa stagione interrompersi a febbraio a causa di un colpo che gli ha causato una POTS (tachicardia posturale ortostatica), condizione che aumenta anormalmente la frequenza cardiaca nei cambi di posizione. I Predators si dicono fiduciosi sul suo recupero, ed infatti il giocatore si è presentato pronto a prendere parte al training camp al 100%, ma il suo rendimento resta un’incognita cruciale. Accanto a lui sono arrivati Nicolas Hague e Nick Perbix, volti chiamati a rinforzare un reparto che l’anno scorso ha subito 3,34 gol di media a partita, piazzandosi al 27esimo posto NHL.

Tra i pali Juuse Saros resta il numero uno, ma con una parabola discendente: media gol subiti in crescita e percentuale di parate in calo. Interessante l’arrivo di Justus Annunen, capace di alleggerire il carico del finlandese e garantire maggiore affidabilità come backup.

Il futuro dei Predators passa anche dalla nuova generazione. Dopo cinque draft ricchi di prime scelte, giovani come Fedor Svechkov e Zachary L’Heureux hanno già trovato spazio, mentre Joakim Kemell e Matthew Wood bussano alla porta. La profondità del prospect pool è cresciuta e potrà dare nuova linfa a un gruppo che deve ritrovare convinzione.

Il GM Barry Trotz ha inoltre scelto la via della continuità, confermando Brunette in panchina nonostante i risultati deludenti. L’obiettivo realistico rimane un posto nei playoff, ma servirà una netta inversione di tendenza in attacco e la certezza che Roman Josi possa ancora essere il leader di sempre.

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