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Interviste

Morini: “Siamo stati dei polli, ma abbiamo la consapevolezza di potercela giocare con tutti”

Il Lugano è stato battuto nonostante una buona partita: “Non crediamo che la classifica rifletta appieno il potenziale della squadra. Dobbiamo però avere memoria corta, sabato abbiamo una partita molto importante contro il Davos”

LUGANO – È un epilogo che non può che lasciare l’amaro in bocca. Il Lugano è stato infatti protagonista di un’ottima prestazione contro lo Zugo, giocando perlomeno alla pari – e spesso pure meglio – con i campioni in carica. Nel momento in cui però c’erano da raccogliere i meritati frutti, i bianconeri si sono fatti male da soli, subendo il gol decisivo in shorthand.

“Sì, c’è sicuramente rabbia e delusione in questo momento”, conferma un Giovanni Morini scuro in volto. “Avevamo una grande occasione, quattro minuti di powerplay a poco dalla fine. Ci siamo ritrovati in una posizione in cui, dopo aver lavorato tutta la partita, penso meritavamo di essere, avere una superiorità per vincere la partita era la giusta ricompensa e invece siamo stati un po’ polli e ci siamo fatti sorprendere da un contropiede”.

A caldo le emozioni predominanti sono sicuramente quelle negative, ma da questa partita potete anche trarre la consapevolezza che potete giocarvela perlomeno alla pari contro le migliori squadre del campionato?
“Sì, sicuramente, ma da parte nostra c’è sempre stata la consapevolezza di potercela giocare contro tutte le squadre, anche contro le migliori. Non crediamo che la classifica rifletta appieno il potenziale della nostra squadra. Ora c’è sicuramente rammarico, perché abbiamo disputato un’ottima partita, eravamo in una buona posizione e perdere così non è il massimo. Dobbiamo però avere memoria corta, sabato abbiamo un’altra partita molto importante contro il Davos, quindi è inutile piangere troppo sul latte versato. Guardiamo avanti”.

Con una vittoria vi avvicineresti addirittura a soli due punti, con una sconfitta il divario sarebbe di ben otto lunghezze; la partita di sabato contro il Davos è la vostra ultima grande occasione per attaccare il sesto posto?
“Ritengo che non dobbiamo avere l’ossessione del sesto posto, l’importante è giocare al massimo del nostro potenziale e vincere le partite, perché fa sempre bene alla fiducia e alla propria consapevolezza. Mi piace sempre ripetere che vincere è un’abitudine, quindi è meglio cominciare da subito prendere quelle giuste in vista del post season”.

Prima della pausa olimpica sei stato spostato di linea. Un cambiamento che sembrerebbe averti fatto bene, stai infatti attraversando la tua miglior fase della stagione a livello personale…
“Sì, anche se devo dire che quest’anno mi sono sempre trovato bene in ogni linea in cui sono stato schierato, anche con Boedker e Herburger. Purtroppo per loro ho però attraversato un momento in cui proprio non avevo l’istinto del gol, mi sono mangiato qualche occasione di troppo. Sicuramente mi trovo ugualmente bene con Arcobello e Fazzini, sono due giocatori molto intelligenti e offensivi, quindi da un lato anche per me è più facile andare a tabellino”.

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