LUGANO – Tra tutti i giocatori scesi in pista per la seduta di allenamento, Giovani Morini è forse quello che aveva più voglia di ricominciare, e non solo a causa del lockdown imposto dalla situazione sanitaria.
La scorsa stagione è stata infatti molto dura per l’attaccante italiano, dapprima fermato per mesi dal brutto infortunio ai Mondiali di Bratislava e poi interrotta poco dopo il suo rientro proprio a causa del propagarsi della pandemia da Covid-19.
“Doversi fermare proprio alla vigilia dei playoff è stata una delusione – afferma il numero 23 dei bianconeri – dopo essere stato fermo così a lungo speravo di poter giocare nel momento più importante della stagione sia con il Lugano che con la nazionale italiana ai Mondiali”.
Giovanni Morini, come hai vissuto la situazione della quarantena? Con la tua famiglia in Italia non deve essere stato facile vivere il distacco…
“È stato difficile come per tanti altri, non ho potuto vedere i miei genitori per tre mesi, anche se ci sentivamo via videochiamate, ma logicamente si sente la lontananza. Per fortuna sono potuto rimanere a casa qui a Lugano con la mia ragazza e mio fratello, quindi ho comunque passato il tempo con delle persone a me vicine”.
E in quanto al tuo stato fisico come ti senti? Hai potuto lavorare individualmente a casa?
“Mi sono attrezzato in casa, ho lavorato sulla continuità per la ripresa totale dall’infortunio e perlomeno ho ridotto a zero il rischio di nuove ricadute, quindi ho potuto comunque fare qualcosa di buono anche senza le partite. Ad oggi mi sento più in forma che mai, l’infortunio è solo un brutto ricordo”.
E adesso si torna a lavorare in gruppo. A giudicare dall’agonismo e dall’entusiasmo visti nella partitella questi momenti vi mancavano parecchio…
“Ci voleva, questa è una parte molto importante della preparazione estiva, si torna ad avere agonismo con i compagni, i contatti fisici e il divertimento di stare in gruppo. In questo momento ci stiamo riabituando alla competizione dopo il lungo periodo di isolamento”.
In questa stagione il tuo contratto con il Lugano va in scadenza, senti una pressione particolare?
“È un anno importante, ma non molto più degli altri per via del contratto, perché a ogni stagione mi sento sotto pressione per quello che faccio e questo mi sprona a dare sempre il massimo. Più che altro sarà una stagione importante perché di quella scorsa ho vissuto pochissimo a causa dell’infortunio e adesso sono determinato a dare tutto”.
Ci sono diversi ragazzi che dalla U20 sono stati aggregati alla prima squadra, visto il tuo stesso percorso e la tua esperienza ti senti ormai pronto per fargli da esempio?
“Non posso più considerarmi un ragazzino ovviamente, e mi sento anche fisicamente più vecchio (ride), ma me ne accorgo soprattutto guardando questi giovani saliti dalla U20. Quando io ho fatto il mio percorso arrivando in prima squadra ho avuto delle guide che mi hanno ispirato e spronato, spero di poter dare a questi ragazzi lo stesso esempio che ho avuto io”.
Un’ultima curiosità sulla nazionale dell’Italia: ritroverai Greg Ireland, sorpreso?
“Non sono rimasto del tutto sorpreso a dire la verità, visto quanto bene aveva fatto al Bolzano, se lo è meritato. Per me sarà un piacere poterlo ritrovare”.