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Lugano

Missione compiuta contro il Friborgo, il Lugano è nei playoff!

In un ambiente trascinante i bianconeri chiudono la serie con una prestazione di determinazione, ordine e sacrificio. Lugano lanciato verso il Ginevra nei quarti

Missione compiuta contro il Friborgo, il Lugano è nei playoff!

LUGANO – FRIBORGO

2-0

(0-0, 1-0, 1-0)

Reti: 34’42 Josephs (Morini, Carr) 1-0, 59’07 Granlund (Bennett, Marco Müller) 2-0

Note: Cornèr Arena, 6’110 spettatori
Arbitri: Lemelin, Mollard; Obwegeser, Burgy
Penalità: Lugano 2×2, Friborgo 2×2

Assenti: Mark ArcobelloBrett ConnollyJeremi Gerber (infortunati), Elia Riva (ammalato), Yves StoffelDavide Fadani (sovrannumero)

LUGANO – È stata la serata perfetta, quelle di cui alla Cornèr Arena non si vivevano da tempo – e andiamo oltre anche al pre-playoff di un anno fa contro il Ginevra – una di quelle serate di cui il pubblico luganese aveva assolutamente bisogno per riconciliarsi con l’hockey dopo una stagione fatta sin qua di pochi sorrisi e tanti dubbi.

Il sorriso, larghissimo, stavolta i tifosi accorsi alla pista lo hanno sfoggiato fieramente allo squillo della terza sirena di Gara-2 contro il Friborgo, nemmeno un minuto dopo che Granlund aveva di fatto sancito l’eliminazione dei dragoni con il 2-0 a porta vuota.

Un’esplosione di gioia di quelle vere, dopo una battaglia giocata da un Lugano dotato di attributi veramente granitici, capace di mandare a monte tutte le certezze di una squadra, quella di Dubé, più dotata sul piano tecnico (basti leggere i nomi dell’attacco friborghese) ma incapace di rispondere a un gioco fatto di muscoli, determinazione e pazienza, le armi che nei playoff premiano i coraggiosi.

Dopo un primo periodo in cui i bianconeri hanno aggredito la porta di Berra senza riuscire però a bucarla, la chiave della vittoria per i padroni di casa è stata la tranquillità, con una fiducia nei propri mezzi che fino a pochi mesi fa era impensabile da vedere tra le fila della squadra di Gianinazzi.

Il Lugano ha accettato di abbassare il ritmo e di vedere il Friborgo più presente nel terzo difensivo, costringendolo però a cominciare ad aprirsi e a commettere tanti errori sia in zona neutra che nel proprio terzo grazie al forecheck bianconero, con un quarto blocco asfissiante per il lavoro profuso.

La rete trovata da Josephs in power play – grazie non a uno schema “tipico” ma a uno sfondamento di Morini – ha poi forzato il Gottéron ad uscire ancora di più dal guscio e a non più indugiare, di fatti nel terzo periodo il lavoro di Koskinen è aumentato anche a rigor di logica. Il portiere finlandese è salito sugli scudi, con una prestazione praticamente perfetta, intimidendo gli avversari a ogni parata o intervento nella sua area, protetto comunque bene dalla sua difesa.

I difensori bianconeri, guidati da un sontuoso Mirco Müller hanno concentrato il loro lavoro nello slot centrale davanti alla porta, sapendo che la squadra ospite è specialista nell’andare per vie dirette in quello spazio, e portando fuori gli attaccanti da quel cono ha di fatto limitato le iniziative di Desharnais e compagni, costretti e girare al largo e cercare tiri da posizioni difficili, sui quali lo “spettro” della stazza di Koskinen ha fatto da vero e proprio muro.

Nemmeno nei minuti finali il Lugano ha panicato (non è stata un’altra Bienne, per capirci…), ha sofferto sì com’è normale che sia in questi contesti, ma lo ha fatto sempre con la consueta calma e pazienza, regalando la gioia a una Cornèr Arena finalmente calda come nelle sfide che contano e che ha spinto la squadra fino all’ultimo secondo.

Partito da sfavorito, il Lugano ha confermato le parole e i facili luoghi comuni sul ripartire da zero, perché effettivamente così è stato, premiando anche il lavoro di un Luca Gianinazzi che lavorando con umiltà ha creato un gruppo vero, capace di arrivare a questo punto con una determinazione incredibile.

I bianconeri hanno affrontato queste due partite contro il Friborgo su un crescendo di forma e attitudine combattiva che era già emersa nelle ultime partite di regular season, mostrandosi più pronto di un avversario a volte anche un po’ spocchioso e non molto disposto a doversi tamponare con il ghiaccio nelle pause o dopo le partite.

L’immagine di questo può essere riassunta dal confronto tra Fazzini e Mottet, due giocatori per molti versi simili tecnicamente, ma che in queste due sfide sono apparsi completamente diversi, con il bianconero capace di sacrificarsi, bloccando tiri e andando a lottare come un leone alle assi, mentre il friborghese attendeva invano un disco giocabile dalla sua mattonella senza troppo costrutto, girando al largo dai colpi duri.

Ora al Lugano aspetta un’altra sfida da cui ripartire da sfavoriti affrontando il Ginevra nei quarti di finale. Se contro il Friborgo non c’era nulla da perdere, la stessa filosofia può essere applicata anche con il Servette. Perché, in fondo, sognare non costa nulla.


IL PROTAGONISTA

Mikko Koskinen: Non c’è un solo giocatore del Lugano che giovedì sera abbia demeritato, tutti sono apparsi sul pezzo e disposti a tutto per la vittoria, ma il portiere bianconero ha dimostrato che ne è valsa la pena puntare su di lui. In una sfida che conta, di nuovo, ha mostrato che il suo passato non mentiva e ha messo sul ghiaccio un prestazione perfetta, aggiungendosi come terzo difensore grazie alla sua capacità di giocare e far valere la stazza nella sua mezza luna, riprendendosi il Lugano nel momento che conta di più.


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