ZUGO – Ha ripreso con una prestazione praticamente perfetta il Lugano, che in quel di Zugo ha conquistato una netta vittoria per 5-1. Il difensore Mirco Müller al termine della partita era molto soddisfatto.
“Abbiamo cominciato bene, mettendo sul ghiaccio tanta energia, non era evidente dopo una pausa di due settimane. Forse abbiamo anche un po’ approfittato del fatto che lo Zugo era reduce da una lunga settimana essendo alla terza partita, e quindi avevamo magari più forze”.
Qual è stato l’aspetto decisivo a tuo avviso che vi ha permesso di vincere?
“Siamo riusciti a far girare bene il disco sin da subito, i nostri avversari si sono dovuti difendere già in entrata e quando sei spesso nella tua zona difensiva diventa dura. Devi limitarti a liberare e andare al cambio, così non è facile prendere un buon ritmo e spendi tante energie. Inoltre abbiamo cercato di andare direttamente sulla porta avversaria e di giocare semplice, ciò ha pagato”.
Dalla ripresa della pausa questa era l’unica partita. Ora vi fermate nuovamente per quasi una settimana. A cosa si deve prestare attenzione quando si gioca così poco?
“La cosa positiva è che si può far riposare il corpo e ci si può allenare con tanta intensità e maggior attenzione alla condizione fisica. Il calendario è questo, bisogna cercare l’aspetto positivo e non negativo”.
Sei uno che guarda la classifica, specialmente ora che si arriva alla fine della regular season?
“Non molto, ma ovviamente un’occhiata la do. Dopo ogni partita guardo i risultati e la classifica, ma non sono il tipo che si alza nella notte e si mette a studiare la situazione. Siamo in una buona posizione, abbiamo il destino nelle nostre mani, se vinceremo le restanti partite finiremo tra le prime sei”.
Sei uno dei massimi specialisti nel bloccare tiri. Come si diventa così forti in questo ambito? È solo questione di coraggio o c’è di più?
“Dura da dire, sicuramente la volontà è una componente molto importante, specialmente quando entri nella fase decisiva. Poi però ci vuole anche l’allenamento e inoltre l’esperienza ti aiuta, ad esempio a scegliere il timing giusto. Insomma è un po’ un mix di tutto”.