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Ambrì Piotta

Miles Müller: “So che ad Ambrì nessuno mi regalerà nulla, lavoro con l’obiettivo della NHL”

Il giovane attaccante giocherà dalla prossima stagione in Leventina: “I contatti con i membri dello staff mi hanno convinto, penso che il gioco dei biancoblù sia adatto a me. Dovrò progredire e guadagnarmi un posto”

(Moncton Wildcats)

MONCTON – Il giovane attaccante Miles Müller sarà uno dei volti nuovi della prossima stagione in Leventina. Attorno a lui c’è molta curiosità. Ma chi è questo promettente 19enne, partito molto presto dalla sua Bienne per farsi largo nelle leghe giovanili canadesi? Cerchiamo di conoscerlo meglio. Una voce fresca e piena di entusiasmo ci risponde al telefono con molta disponibilità.

Miles come stai? Con i Moncton Wildcats siete al terzo posto di conference e tu in 42 incontri hai segnato 18 reti e fornito 22 assist, risultando il quarto miglior scorer della squadra…
“Sto bene. Penso che disponiamo di un’ottima squadra, piena di grandi ragazzi, siamo un bel gruppo. Stiamo facendo bene sino a qui, c’è qualche sbalzo a livello di prestazioni, ma nel complesso sono contento sia della stagione della squadra che della mia”.

Moncton è una cittadina di circa 80’000 persone situata nel New Brunswick, a sole tre ore di macchina dal Maine. Sei ormai alla quarta stagione, presumo dunque che ti trovi benissimo…
“Certo, è praticamente la mia seconda casa e amo questo posto, la sua gente, la nostra pista di ghiaccio. È un insieme di cose che sommate fanno sì che sia il luogo ideale per formarsi e crescere. Inoltre c’è tanta altra gente che come me è qui da parecchi anni, è dunque un bel percorso compiuto in un grande gruppo, tutti insieme per così dire”.

Disponi anche del passaporto canadese, dato che tua mamma proviene dal Canada. Ti senti più svizzero o più canadese?
“Entrambi. È curioso, quando sono in Canada dico di essere svizzero, mentre quando sono in Svizzera dico alla gente di essere canadese”.

Anche tuo padre è un grande appassionato di hockey. Sino allo scorso giugno era pure presidente del Lyss. Sei arrivato tramite lui a questo sport?
“Papà non ha mai giocato attivamente a hockey, ma lui e mia mamma mi hanno portato a pattinare già da piccolo, da lì è nato tutto in sostanza”.

Ho pure letto che il tuo babbo è un colonnello, ti ha insegnato lui ad avere disciplina?
“(Miles ride ndr). Onestamente più mia mamma, papà a casa non è la stessa persona rispetto a quando si trova in ambito militare”.

Anche tua mamma è molto attiva nello sport, ad esempio nel mondo del CrossFit, mentre le tue sorelle minori si cimentano con atletica rispettivamente equitazione. Insomma una famiglia pazza per lo sport…
“Proprio così, tutto passa dallo sport da noi, proviamo un grande amore per qualsiasi tipo d’installazione sportiva, stadi, piste da hockey e altro ancora. È una vera attrazione”.

Tu intraprendesti l’avventura canadese da giovanissimo, fu duro lasciare i propri cari?
“Tanti giocatori non terminano la prima stagione per questo motivo. Io avevo 15 anni, ma non ero disposto a mollare, sapevo ciò che volevo. I primi mesi sono stati difficili, ma tutti sono sempre stati molto gentili con me sin da subito e con il passare del tempo le cose sono andate meglio. Ho incontrato tante care persone, qui ho conosciuto i miei migliori amici”.

Durante la stagione i tuoi familiari vengono a trovarti?
“Di base vengono una o due volte all’anno. In questa stagione ci siamo visti recentemente ai Mondiali U20 in Svezia. Magari mio papà verrà poi a trovarmi durante i playoff”.

(IIHF)

Il prossimo campionato lo disputerai con l’Ambrì, con cui hai firmato un contratto triennale. Tante squadre ti cercavano, anche il tuo Bienne, come mai hai deciso di sposare la causa leventinese?
“Ho avuto delle ottime discussioni e il mio feeling è stato immediatamente positivo. I contatti con i membri dello staff mi hanno convinto insomma. Inoltre penso che il gioco dei biancoblù sia adatto a me. Chiaramente nessuno ti regala nulla e garanzie non ce ne sono, dovrò lavorare duramente per guadagnarmi e meritarmi il mio spazio, starà a me progredire. Spero andrà tutto bene”.

Come ti descrivi in qualità di giocatore, quali sono le tue specialità?
“Sono un giocatore molto veloce ed esplosivo, pericoloso, so segnare e sono abbastanza grande. Questo è un po’ il mio pacchetto, un power forward insomma. Mi piace pure giocare in boxplay, oltre che in powerplay. In questi due esercizi la mia squadra è la migliore della lega”.

In cosa devi migliorare maggiormente?
“Devo essere più fisico, marcare ancora più presenza, essere piu dinamico e migliorare l’intelligenza di gioco. Inoltre dovrò adattarmi alla superficie di ghiaccio europea, più grande di quella nordamericana. Ci sarà dunque qualche aggiustamento da fare in questo senso”.

Avevi un idolo da bambino?
“Da ragazzino era Ahren Spylo, l’ex giocatore del Bienne”.

Wow, i suoi polsini erano tantissima roba…
“Oh sì, eccome. Quando lui ha smesso di giocare non ho più idolatrato nessuno per dimostrare la mia lealtà nei suoi confronti”.

Quali sono i tuoi hobby al di fuori dell’hockey?
“Adoro tutti gli sport e mi piace praticarli, come ad esempio il basket, il calcio o l’american football, ma il tempo libero a disposizione qui è poco”.

Ti lasciamo andare, ma non prima di averti fatto l’ultima fatidica domanda. La NHL è più un sogno o un obiettivo?
“È sicuramente un obiettivo. Continuo a lavorare duramente per progredire e raggiungerlo, magari un giorno mi si apriranno le porte”.

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