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Interviste

McSorley: “Stiamo crescendo, ma ora dobbiamo imparare a giocare senza il puck”

Il coach guarda alla sfida di domenica: “Non possiamo togliere il piede dall’acceleratore. Schlegel nella prima partita è stato fondamentale, poi una volta trovato il ritmo siamo stati bravi a sfruttare le occasioni”

LUGANO – A distanza di oltre due anni, Chris McSorley è tornato in panchina per dirigere una squadra in una partita ufficiale. “Decisamente non è come andare in bici, quello non ci si dimentica mai come si fa. No, allenare non è la stessa cosa”. È con queste frasi che l’allenatore bianconero, visibilmente spossato – ma felice –, si è presentato davanti ai media dopo il debutto in CHL.

Chris McSorley, quali sono state le impressioni sulla partita?
“Credo che Schlegel sia stato il miglior giocatore sul ghiaccio, ci ha tenuti in partita fino a quando anche il resto della squadra è entrata nel ritmo. Dopo averlo trovato, siamo certamente stati in grado di essere molto opportunisti a sfruttare le nostre occasioni. Sicuramente i nostri giocatori migliori hanno giocato bene, mentre i giovani hanno contribuito e svolto il lavoro che dovevano fare. Siamo un “work in progress”, miglioreremo con ogni giorno che passa”.

Avete offerto una prestazione notevole, considerando anche la qualità dell’avversario e le vostre numerose assenze…
“Il nostro sistema è unico, l’abbiamo visto nei primi 5 minuti quando abbiamo provato a scombussolare la loro fase difensiva piazzando un giocatore molto alto, ed in questo modo Bertaggia ha avuto un’occasione in breakaway. Quell’episodio ha creato un certo entusiasmo in panchina. Volevamo appunto disorganizzare gli avversari, perché sapevamo che sono una squadra molto strutturata e volevamo costringerli a giocare nel modo in cui vogliamo noi. Abbiamo provato ad indurli a disputare una partita ricca di occasione su entrambi i fronti. La nostra fiducia in Schlegel e nei nostri migliori giocatori è ciò che ha fatto la differenza”.

Per quale motivo non avete più proposto questo nuovo schema dopo il primo tempo?
“Perché altrimenti la partita sarebbe finita 5-1 per loro (ride, ndr). So riconoscere quando abbiamo esaurito il nostro credito con la fortuna. Gli avversari sono intelligenti e ben allenati, sapevo che avrebbero apportato dei correttivi e dopodiché l’effetto sorpresa era finito”.

Anche in boxplay avete provato qualcosa di nuovo, con un giocatore posizionato leggermente più alto…
“È una cosa che abbiamo allenato. Non è molto ortodossa, ma è qualcosa che rompe il ritmo degli avversari e come allenatore ho sempre pensato che, dal momento che pensano a quello che fai tu, non pensano più a quello che fanno loro. Ad inizio gara l’abbiamo svolto bene, ma ancora una volta sono molto contento di come la nostra squadra sia cresciuta, nel corso della partita specialmente la nostra maturità è aumentata”.

Il vostro forecheck ha avuto un ruolo chiave nella vittoria, con diversi gol arrivati dopo che avete riconquistato il disco in zona offensiva…
“Abbiamo speso molto tempo a lavorare su questo aspetto del gioco e il nostro forecheck probabilmente ha fatto la differenza in questa partita. Volevamo metterli sotto pressione, forzarli a commettere errori – loro sono molto intelligenti e pazienti con il disco – ma devo dire che i ragazzi hanno usato le gambe, facendosi trovare nei posti giusti, così da riguadagnare dischi e creare turnovers”.

Molte cose hanno funzionato bene, ma tu stesso hai affermato che c’è ancora molto lavoro da fare… A quali aspetti pensavi in particolare?
“Dopo la partita ho visto Vicky e Andy Näser e gli ho promesso – e lo prometto anche ai tifosi – che questo non è il modo in cui giochiamo in zona difensiva. Sappiamo che abbiamo molto lavoro da fare nel gioco senza disco; quando siamo in possesso del puck siamo forti, ora dobbiamo imparare a giocare anche senza. Una volta che miglioreremo anche sotto questo aspetto, vedremo una squadra molto più completa”.

Nel secondo e nel terzo tempo gli avversari hanno avuto il controllo del disco per la maggior parte del tempo… Faceva parte del vostro gameplan oppure è una cosa che hanno forzato loro?
“No, loro hanno avuto il possesso del disco, ma questo decisamente non era il nostro piano. La migliore difesa è avere il disco e quando ce l’hanno avuto loro, noi abbiamo fatto affidamento su Schlegel e la nostra difesa ha fatto alcune giocate eccellenti. Sappiamo di dover giocare con più coesione tra difesa e attacco, ma è come una scultura in corso d’opera, cerchi sempre di migliorare i tuoi modelli difensivi, ma non arrivi a finire la scultura prima di maggio. Speriamo di essere ancora vivi, ora di maggio”.

Iniziare la stagione in questa maniera aiuta anche a livello di fiducia…
“Aiuta, ma l’ultima cosa che voglio è una squadra con troppa fiducia. Magari una di queste mattine mi sveglierò e arriverò alla pista con un diavolo per capello, solo per tenerli con i piedi per terra. Domenica sfideremo una squadra che è almeno altrettanto forte, quindi non possiamo togliere il piede dall’acceleratore”.

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