LUGANO – Reduce da un periodo complicato, costellato da qualche sconfitta di troppo, il Lugano martedì sera ha ospitato alla Cornèr Arena l’Ajoie, fanalino di coda del campionato. Sulla carta, l’occasione perfetta per tornare ad assaporare il gusto della vittoria. Anche sul ghiaccio, i bianconeri hanno rispettato i favori del pronostico, portando a casa tre punti che non sono mai stati in discussione durante la partita.
“Anche senza vederla, sapete sempre com’è andata la partita quando mi vedete”, scherza Chris McSorley, in riferimento al largo sorriso con cui si presenta ai microfoni. “Sapevo che non avremmo perso questa partita, si poteva percepire un senso di determinazione, perché la squadra era consapevole di dover alzare il suo livello e di non dare una chance all’Ajoie. Loro non hanno molta esperienza, ma sono ben organizzati e ottimamente allenati da Gary Sheehan. La nostra squadra però offensivamente ha avuto molto ritmo, ma si è ritrovata davanti Östlund che ha giocato molto bene. Devo però dare credito anche al nostro portiere, Irving ha disputato un’ottima partita, è stato messo alla prova da alcuni tiri molto insidiosi. In generale martedì sera abbiamo offerto una prestazione completa, sono felice che tutte e quattro le linee hanno contribuito sia offensivamente che difensivamente. Penso che Hudacek abbia trovato una buona chimica con Josephs e Thürkauf, ed inoltre questo ha permesso a Fazzini di tornare a giocare con Arcobello”.
Dopo l’ultima partita ti eri detto poco soddisfatto del rendimento dei vostri migliori giocatori. Contro l’Ajoie ti hanno quindi dato le risposte che ti aspettavi?
“Tutti me le hanno date. Abbiamo molti top player e abbiamo alte aspettative per questa squadra. Martedì sera tutti hanno fatto quello che erano chiamati a fare. Sono stato felice di vedere che tutti sono entrati nello spogliatoio pronti a dare il 100%”.
Per questa partita hai compiuto delle scelte, decidendo di schierare Irving e mandando in sovrannumero Boedker. Con queste mosse hai voluto lanciare un messaggio a questi giocatori, sempre in riferimento alle dichiarazioni rilasciate dopo l’ultima partita?
“La situazione non è così drammatica come i tifosi potrebbero pensare. Alla fine la squadra è un organismo vivente e noi come staff siamo solo una parte di supporto. È la squadra stessa che prenderà le sue decisioni, sui giocatori e sulla sua essenza. Noi allenatori eseguiamo la decisione finale, ma queste arrivano dal feeling che percepisco attorno al gruppo. I nostri giovani hanno fatto estremamente bene e hanno vinto alcune partite per noi, ma adesso era sicuramente ora di schierare un portiere con esperienza e mantenere calma la situazione”.
Non era una critica verso i giovani…
“No, sicuramente. Per rispondere alla domanda: il primo consiglio che mi è stato dato come allenatore, nel lontano 1989, è che i panni sporchi si lavano in casa. Non userò mai i media per recapitare un messaggio alla squadra, cerchiamo di tenere queste cose all’interno dello spogliatoio”.