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Interviste

McSorley: “Fiero dello sforzo della squadra, abbiamo grande fiducia nel nostro gruppo”

Il coach ha optato per giocare a tre linee: “È chiaro che non possiamo continuare così, ma abbiamo fatto questa scelta perché sapevamo di poter vincere. Fatton è stato solidissimo e maturo nel suo gioco”

LUGANO – Confrontato con diverse assenze e la sfida di dover reagire alla sconfitta di Zurigo, il Lugano ha stretto i denti e trovato una bella vittoria contro il Berna. Per i bianconeri non è stato facile, tanto che coach McSorley ha optato per giocare sostanzialmente tutto l’incontro a tre linee, ma con una prova operaia e costante è arrivato un successo importante.

“Sono molto fiero dello sforzo che abbiamo compiuto, anche considerando tutte le assenze con cui siamo confrontati”, ha affermato McSorley. “Ho apprezzato molto la decisione di Domenichelli e della dirigenza di mostrare convinzione e fiducia nel gruppo che abbiamo… Battere una squadra come il Berna con soli due stranieri a disposizione è una cosa impressionante”.

Una mano è inoltre arrivata dalle retrovie, a partire da una nuova bella prestazione del giovane Fatton…
“Sono molto felice per Fatton, ha dimostrato di essere molto più maturo di quanto dicano i suoi anni, è stato solidissimo. Anche Patrice Bosch ha fatto un ottimo lavoro con la difesa, gestendo molto bene i minuti in cui ci è mancato Müller. Mirco ha un piccolo interruttore che lo fa andare in “modalità pazzo”, è intervenuto per difendere un compagno di squadra, ma questo è un buon segno e vediamo sempre in maniera positiva i giocatori che fanno una cosa del genere. Come detto, sono molto fiero dello sforzo che abbiamo compiuto, siamo riusciti a portare il Berna sino alla riserva ed alla fine loro non avevano più benzina”.

Avete avuto diverse occasioni per chiuderla prima, ma in quei momenti vi è mancato il tocco decisivo per vivere un finale di gara più tranquillo…
“Questo è qualcosa che la squadra deve imparare a fare, ma arriverà con il tempo, con il gruppo che cresce assieme. La maturità di una squadra la si vede anche nel killer instinct, quando hai messo l’avversario all’angolo devi chiudere la partita senza esitare. È per questo motivo che ho chiamato il timeout già nel secondo tempo, per cercare di dare alla squadra la migliore opportunità per chiudere la partita in quel momento, perché sapevo che ci sarebbero servite tre reti per essere sicuri di vincere. Avessimo segnato quel terzo gol, avremmo reso il terzo tempo un po’ meno complicato, ma perlomeno la squadra ha trovato il modo di segnare a porta vuota. In questo senso Julian Walker è stato ancora una volta un assassino silenzioso per noi. Fa sempre il suo lavoro, chiude i check, contribuisce con il suo gioco fisico, difensivo e offensivo. È stato molto prezioso per noi”.

Questa è stata una vittoria arrivata giocando a tre linee, impostazione che però non potrà essere chiamata in causa molto spesso…
“Abbiamo optato per giocare a tre linee perché eravamo consapevoli di poter vincere questa partita. Non è una scelta fatta alla leggera, perché i ragazzi che abbiamo chiamato per completare il lineup meritavano un’opportunità di giocare, ma il loro momento arriverà. La squadra ha saputo prendere un bel ritmo ed anche per quello ho optato per non utilizzare il quarto blocco, ma è chiaro che non possiamo continuare in questa maniera”.

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