AMBRÌ – Spesso e volentieri negli scontri diretti a contare non è tanto la forma quanto la sostanza. E la sostanza era rappresentata da una vittoria che per l’Ambrì ci voleva come il pane.
“Siamo rimasti uniti e compatti per tutta la partita, soprattutto in quei frangenti in cui avremmo potuto cedere al momentum ospite” ha esordito Brandon McMillan, autore della rete d’apertura. “Trovo che abbiamo giocato bene difensivamente e che Juvonen ci abbia sorretti con una grande prova. Poi nel terzo tempo siamo cresciuti e abbiamo dimostrato di volerla di più e, alla fine, i nostri sforzi sono stati ripagati con una bella vittoria”.
A livello mentale è una vittoria che può fare molto bene al morale, considerando che il Langnau è un avversario diretto…
“Assolutamente sì, ci fa un gran bene. La classifica è corta, ci sono molte squadre racchiuse in pochi punti ed è chiaro come partite come questa valgano doppio. Ci tenevamo a fare bene e, soprattutto, volevamo dare un chiaro segnale ai nostri avversari”.
Nel primo tempo sareste potuti andare sul 2-0, se non che l’arbitro principale è intervenuto interrompendo il gioco con troppa rapidità. In quel frangente siete stati bravi a non lasciarvi distrarre troppo…
“C’è stata una mischia e credo che sia stato lo stesso Charlin a buttarsi il disco alle spalle. Disco che era quindi in movimento, che è entrato in porta e che avrebbe dovuto rappresentare un gol regolare. Ho voluto chiedere chiarimenti a Lemelin perché si trattava di una decisione dubbia ma lui ha risposto che, non vedendo dove fosse il puck, ha fermato il gioco. Sono sempre situazioni concitate e ci sta che un arbitro possa sbagliare. Fortunatamente non è stata una decisione che ha influito sul risultato finale”.
Un altro episodio che avrebbe potuto modificare le sorti della sfida è stata la rete di Heed, al 45esimo minuto, giudicata regolare dagli arbitri dopo che il Langnau aveva chiesto un coach challenge per una tua presunta interferenza…
“In quel momento mi si è gelato il sangue. Sarebbe stata dura vedersi togliere due reti in una singola serata, per giunta in una partita così tirata e importante. Fatico a ricostruire l’azione perché in quei frangenti, quando lotti davanti alla porta, cerchi solamente di lavorare duro, di farti spazio e di coprire la visuale al portiere. So solo che ho sfiorato il portiere e, pochi istanti dopo, che il disco è dentro. Per una volta la fortuna ha sorriso all’Ambrì”.
A proposito degli special teams, se il boxplay ha lavorato molto bene lo stesso non si può dire del powerplay che, oltre a non pungere, ha concesso diverse occasioni agli ospiti e una rete in shorthand…
“Non abbiamo esercitato a sufficienza il nostro forecheck concedendo loro troppi spazi che hanno saputo sfruttare con furbizia. Il powerplay non funziona ancora come dovrebbe, ciò nonostante continuiamo ad insistere lavorandoci allenamento dopo allenamento. Abbiamo comunque creato alcune buone occasioni ma ci è mancato il guizzo giusto. Dobbiamo trovare maggiore costanza nell’esecuzione di queste situazioni e, credetemi, ci stiamo lavorando”.
Godi di parecchia fiducia da parte del coach, che ha sempre sottolineato la positività e la giusta attitudine che riesci a portare in pista e nello spogliatoio. Come valuti sin qui la tua stagione?
“Sento di non aver contribuito in maniera sufficiente sul fronte realizzativo. Avrei voluto ottenere più punti (2 goal e 5 assist in 26 partite, ndr.) interrompendo ben prima di sabato la striscia di partite a secco di gol. Questa rete mi dà sicuramente fiducia e spero che sia di buon auspicio per l’ultima parte di stagione. Credo comunque che un giocatore possa contribuire anche in altri modi che non siano solamente reti e assist, e in questo senso mi sento tranquillo. Sento di dare tanto a questa squadra e l’allenatore, mandandomi in pista, sembra riconoscerlo. Questo mi spinge a dare sempre il 100%”.