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Interviste

Martschini: “Sapere della partenza di Tangnes è stato uno shock, ma c’è fiducia in Liniger”

L’attaccante guarda al futuro: “Abbiamo sentito i rumor sul possibile ritorno di Diaz, sarebbe fantastico. Da un po’ non arriva una volpe dal pelo grigio in spogliatoio, ha una grande personalità e saremmo felici di ritrovarlo”

(POSTFINANCE/KEYSTONE/Urs Flueeler)

ZUGO – Lino Martschini e il suo Zugo hanno sconfitto il Ginevra al termine di un pirotecnico 7-4, consolidando la fatidica sesta piazza, che a fine regular season significa qualificazione diretta ai playoff.

“Non abbiamo iniziato bene, commettendo qualche errore individuale di troppo e giocando in maniera alquanto complicata. Diversi controlli del puck non sono stati precisi da parte nostra”, ci ha spiegato il top scorer dei tori.

“Poi, in entrata del secondo periodo, c’è stato il nostro miglior momento: abbiamo creato tanto, raccogliendo i frutti. Peccato, però, che dopo la rete incassata in boxplay abbiamo per un attimo perso il controllo delle operazioni, permettendo al Ginevra di rifarsi sotto. Infine, nell’ultimo periodo, abbiamo gestito bene la situazione e siamo nuovamente riusciti a mostrare il nostro miglior volto”.

In passato spesso dopo aver incassato delle reti siete sprofondati, facendovi rimontare. Stavolta invece dopo il 4-3 del Ginevra non avete tremato…
“Forse abbiamo imparato la lezione, perlomeno lo spero. La seconda pausa ci ha fatto molto bene, permettendoci di analizzare tutto ed evitare quanto successo, ad esempio, di recente a Rapperswil. Anche lì stavamo vincendo e poi siamo usciti sconfitti”.

Non sei uno che porta volentieri il casco giallo di topscorer, ma in questa circostanza ti ha dato le ali. Che doppietta magnifica, che qualità i tuoi tiri al volo…
“È il risultato del lavoro costante che sto facendo. Quando hai fiducia, tutto risulta un po’ più facile con il disco sul bastone. Sono contento, non solo per le mie reti, ma anche per tutti i gol segnati dai miei compagni. A livello offensivo abbiamo prodotto molto, ma guai ora a sopravvalutare la prestazione, anche se la vittoria è evidentemente importante”.

Qualche settimana fa è arrivata la notizia della prematura partenza, al termine della stagione, del vostro allenatore Tangnes. È stato uno shock oppure avevi qualche presentimento?
“È stato uno shock. Abbiamo lavorato assieme per ben sette anni, a volte con tanto successo, altre con meno. Ci sono stati alti e bassi a livello di risultati, ma è davvero molto bello lavorare con Dan, e credo che tutto il resto della squadra te lo possa confermare. È stato quindi uno choc per tutti. D’altro canto, però, se si riflette un attimo, sette anni sono un periodo lungo in questo ambito e decisamente fuori dal comune. Non è frequente avere lo stesso coach per così tanto tempo. È stato un momento difficile, ma abbiamo capito le sue motivazioni legate alla famiglia e siamo contenti che possa tornare a casa sua dai suoi cari”.

Il suo sostituto è già in casa, ovvero l’attuale assistente Michael Liniger. È la prima volta che ti capita questa costellazione?
“Sì, è una primizia per me. Abbiamo imparato in questi due anni a conoscere bene ‘Lini’. Sta svolgendo un grande lavoro e siamo molto felici che abbia ricevuto questa occasione. Cambieranno ovviamente alcuni aspetti dal suo punto di vista con la nuova posizione, ma noi abbiamo piena fiducia in lui, e il club ha captato questo nostro sentimento optando appunto per questa direzione”.

Il ritorno di Diaz non è ancora ufficiale, ma pare ormai certo. Che sentimento susciterebbe in te il ritorno di Raphael?
“Abbiamo sentito i rumour. Sarebbe una storia fantastica. Raphael è una personalità gigantesca dentro e fuori dal ghiaccio, tutti lo conosciamo. Io e i miei compagni saremmo estremamente felici di ritrovarlo con noi, e sarebbe bellissimo sia per lui che per tutta la sua famiglia, che è qui di casa”.

E poi, con la sua presenza, ti sentiresti più giovane…
“(Lino ride di gusto, ndr). Hai proprio ragione, finalmente mi sentirei ringiovanire! È in effetti da un po’ che non arriva una volpe dal pelo grigio nel nostro spogliatoio”.

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