AMBRÌ – ZUGO
3-2
(1-0, 1-1, 0-1; 1-0)
Reti: 4’12 Sabolic (D’Agostini, Plastino) 1-0, 25’02 D’Agostini 2-0, 31’21 Lindberg (Klingberg, Zehnder) 2-1, 50’50 Diaz (Martschini, Kovar) 2-2, 61’22 Zwerger (Ngoy, Müller) 3-2
Note: Valascia, 5’721 spettatori. Arbitri Lemelin, Hungerbühler; Schlegel, Wolf
Penalità: Ambrì 8×2′, Zugo 12×2′ + 1×10′
AMBRÌ – Ha dovuto superare mille avversità l’Ambrì Piotta, quasi a voler riassumere in una sola partita tutte le difficoltà con cui sono stati confrontati i biancoblù negli ultimi mesi, ma alla fine la squadra di Cereda ha lanciato un nuovo importante messaggio.
In bilico tra un buon match a livello di attitudine ed intensità, e un powerplay che di fatto è costato il punticino lasciato per strada, i leventinesi hanno complessivamente dato prova di carattere nel fronteggiare uno Zugo che è stato spesso messo in difficoltà dal forecheck aggressivo dei padroni di casa.
Tanti i dischi messi sulla porta protetta dal bravo Luca Hollenstein – che ha però sulla coscienza il gol di D’Agostini – ed in generale l’Ambrì non ha mai perso contatto con la sfida, trovando maggiore continuità nelle proprie iniziative al fronte di uno Zugo efficace invece più a fiammate.
Al termine di una prima fase di partita con tantissime penalità – ed una conduzione arbitrale non sempre matura – e dei boxplay che non hanno mai capitolato, l’Ambrì le vere grandi occasioni per trovare almeno la terza rete di serata le ha avute nel terzo tempo, quando ha peccato del necessario killer instinct per punire un avversario indisciplinato ed anche un po’ ingenuo.
Basti pensare ad esempio alla penalità per proteste rimediata da Morant, ed è proprio in quei momenti che si deve essere in grado di far pagare gli errori agli avversari. L’Ambrì ci ha provato, a tratti con lucidità e in altri frangenti in maniera più confusa, portando sul ghiaccio la costanza della determinazione ma litigando a tratti anche con se stesso.
Cereda ad un certo punto ha chiamato anche il timeout, nella speranza di ispirare i suoi nel trovare il punto risolutore in superiorità, ma nel frattempo lo Zugo ha impartito la classica – e quasi scritta nel destino, ironizzeranno alcuni – lezione di opportunismo trovando quel 2-2 con Diaz che poteva cambiare in maniera importante il momentum della sfida.
L’Ambrì si è però dimostrato calmo nel gestire la situazione, soprattutto visto il particolare contesto nato dall’infortunio di Conz e l’inserimento di Manzato nel finale di periodo centrale. Nei momenti di bisogno i biancoblù hanno inoltre trovato degli importanti cambi “energici” dal bottom six, con alcuni dischi preziosi recuperati dai vari Trisconi, Neuenschwander e Mazzolini.
Sul fronte offensivo invece la “nuova” prima linea formata da Sabolic – che ha preso il posto dell’infortunato Upshall – Flynn e D’Agostini ha mostrato buone cose. Lo sloveno ha fornito una prova incoraggiante soprattutto nella prima metà (in cui ha trovato anche un gol), mentre il centro statunitense si è nuovamente comportato bene, anche se ha perso alcuni ingaggi fondamentali in momenti chiave del match.
A risolvere la sfida nel finale ci ha invece pensato Zwerger, bravo nell’alzare il puck dopo un ottimo suggerimento di Ngoy. Per gioire i biancoblù hanno dovuto attendere qualche minuto, il tempo necessario ai linesman di verificare che non ci fosse alcun offside, poi finalmente l’Ambrì ha potuto scrollarsi di dosso l’ennesima avversità di giornata e festeggiare una vittoria meritata.
Prima di concedersi una (breve) pausa la squadra sarà ora chiamata a giocare ancora un match, martedì in trasferta contro il Davos, e lo farà dopo aver proposto domenica un bel pomeriggio di hockey.
La prestazione non è stata perfetta – il grande passaggio a vuoto del powerplay rimane – ma complessivamente l’Ambrì ha fornito esattamente quel tipo di prestazione caratteriale ed energica che ci si aspetta, fronteggiando senza timori un avversario tecnicamente ben superiore. Quello che importa, in fondo, è proprio questo.
IL PROTAGONISTA
Matt D’Agostini: Trova il gol che vale il doppio vantaggio, sfruttando sì un intervento difettoso del portiere avversario ma confermandosi opportunista al momento giusto.
Il canadese ci ha poi riprovato diverse volte nel far esultare nuovamente la Valascia, ma i suoi nove tiri (!) non sono bastati per trovare lo spunto che sarebbe potuto essere decisivo già nei 60 minuti. È comunque il motore dell’Ambrì, la sua è stata un’altra grande prestazione.
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