ZSC LIONS – LUGANO
4-2
(2-1, 1-1, 0-0; 1-0)
Note: Hallenstadion, 3’567 spettatori. Arbitri Piechaczek, Sidorenko; Borga, Fluri
Penalità: ZSC Lions 4×2′, Lugano 4×2′
ZURIGO – Alla fine il fortino è crollato. Dopo tre tempi e 67 secondi di overtime in cui il Lugano si è praticamente solo difeso dalla furia degli uomini di Walsson, la rete di Wick ha sancito la sconfitta di una squadra, quella di Shedden, apparsa rinunciataria sin dalle prime battute e volta al mantenimento dello scarno vantaggio racimolato nella partita d’andata alla Resega.
I Lions passano meritatamente il turno dopo una partita giocata spesso e volentieri nel terzo difensivo sottocenerino, creando tanto ma infrangendosi in un Merzlikins che ha spesso salvato capra e cavoli.
Sin dalle prime battute lo Zurigo ha fatto capire che non avrebbe alzato bandiera bianca facilmente, facendo tremare i ferri della porta di Merzlikins con Thoresen e mettendo a ferro e fuoco il terzo luganese, i quali dal canto loro hanno colpito cinicamente al primo tiro in porta con Reuille. Ma quella che poteva essere una scintilla dopo un avvio difficile si è velocemente trasformata in un fuoco di paglia, col canovaccio della gara che è rimasto lo stesso: lo Zurigo a bombardare a testa bassa la porta di Merzlikins ed i bianconeri a faticare persino ad uscire dal terzo in maniera semplice e pulita.
Così, come ci si aspettava, i Lions hanno trovato il pareggio grazie a Schäppi, perso di vista da Hirschi e libero di insaccare il rebound dopo il tiro di Trachsler, il quale ha avuto tutto il tempo per centrare il bersaglio.
Il pareggio ha svegliato i bianconeri dal torpore? Nemmeno per sogno. Dopo 45” i tigurini hanno infatti colpito nuovamente con Blindenbacher, mentre i bianconeri non sono stati capaci di portare dei reali pericoli ad un Flüeler spesso spettatore non pagante.
Il 3-1 di Thoresen è sembrato mettere fine alle speranze di un Lugano che non riusciva a trovare delle trame di gioco che potessero mettere le proprie bocche da fuoco in condizione di far male ai padroni di casa. Invece, come d’incanto, Klasen (impalpabile fin li) ha deciso di scrollarsi di dosso l’indolenza che lo ha contraddistinto per quasi tutto l’incontro e ha siglato il punto del 3-2 con un violento slapshot.
La partita, seppur con lo Zurigo in totale controllo, si è poi trascinata fino ai tempi supplementari, quando Wick ha trovato il pertugio buono per battere un Merzlikins che aveva salvato tutto il salvabile prima di capitolare insieme a tutta la squadra al 61’07”.
Il Lugano saluta dunque la Champions Hockey League, e lo fa nel peggiore dei modi, rinunciando totalmente a giocare. Non illuda il punteggio, la partita è stata largamente dominata dai Lions, con il solo Elvis a salvarsi nel marasma generale.
Difensivamente il Lugano ha fatto una fatica terribile a contenere gli attacchi dei padroni di casa, i quali si sono installati nel terzo spesso e volentieri facendo ammattire Hirschi e compagni. La mancanza di due perni come Furrer e Ulmer si è fatta decisamente sentire, con le uscite di zona ritornate ad essere problematiche.
La mancanza di un vero playmaker dietro (tralasciando Sondell, il quale ha giocato solo due partite negli ultimi mesi e sarebbe dunque ingiusto metterlo in croce per quanto – poco – proposto) è lampante, i vari Vauclair, Hirschi e Ronchetti non riescono a sopperire alla mancanza di lucidità e capacità d’impostazione dei due terzini.
In attacco difficile trovare qualcuno da salvare. Le sortite offensive sono state praticamente nulle, togliendo l’estemporaneo vantaggio di Reuille e il tiro di Klasen in situazione di 4 contro 4, e raramente si sono visti passaggi che hanno portato a tiri pericolosi. In generale Klasen è stato l’unico dell’intero pacchetto stranieri che mercoledì sera non si è nascosto.
Praticamente l’intero top-six bianconero è risultato nullo, a partire da un Brunner con le polveri bagnatissime, il quale ci mette impegno e verve ma senza essere mai decisivo. Da uno come lui ci si aspetta che la porta la trovi con regolarità, il numero 98 è invece fermo alla voce reti segnate dal 28 settembre.
Anche Martensson sta attraversando un periodo di involuzione rispetto a quanto visto nelle prime partite stagionali, esempio lampante la penalità ricevuta a pochi secondi dalla fine del terzo tempo, risultata poi decisiva ai fini del risultato. Un fallo inutile, che un giocatore della sua esperienza non può permettersi di fare.
Anche il boxplay, solitamente uno dei cavalli di battaglia dei bianconeri, ha alzato bandiera bianca due volte su tre, mentre il powerplay è risultato una volta di più statico ed inefficace.
Insomma alla fine ha vinto la squadra che ha cercato la vittoria, mentre i bianconeri sono rimasti a guardare. È chiaro che non si può pretendere di andare a Zurigo a difendersi e uscirne indenni, non contro la corazzata di cui dispone Hans Walsson.
Dopo l’eliminazione in Coppa Svizzera, il Lugano vede svanire un altro possibile trofeo. Venerdì alla Resega ci si ritufferà nel campionato, ai bianconeri il compito di ricominciare a giocare senza paura, per allontanare una linea molto, molto vicina.
Il risultato è stato un bombardamento continuo su Merzlikins, con gli zurighesi che hanno tirato in porta 50 volte, il doppio dei bianconeri. Con questa mentalità non si può pensare di andare a vincere in una pista ostica come l’Hallenstadion e contro una squadra forte e organizzata come gli ZSC Lions.