LUGANO – ZVOLEN
5-1
(2-0, 1-1, 2-0)
Reti: 4’11 Bürgler (Brunner, Sanguinetti) 1-0-, 9’43 Hofmann (Wellinger) 2-0, 34’51 Török (Hrasko, Ross) 2-1, 37’20 Sannitz (Walker) 3-1, 43’09 Brunner (Walker, Sanguinetti) 4-1, 53’24 Kparghai 5-1
Note: Resega, 2’500 spettatori. Arbitri Koch, Oggier; Cattaneo, Pitton
Penalità: Lugano 5×2′, Zvolen 11×2′ + 1×5′ + 1×20′
LUGANO – Buoni segnali giungono dalla Resega al termine dell’amichevole dei bianconeri contro lo Zvolen – l’ultima in casa prima del torneo di Yverdon – battuto con il netto risulato di 5-1.
Un Lugano non ancora al completo – Klasen in infermeria per un problema agli aduttori, Cunti, Vauclair e Merzlikins a riposo per leggeri acciacchi – ma un Lugano che mostra segnali di essere squadra e di assimilazione delle direttive.
Ciò è avvenuto soprattutto a 5 contro 5, con una prestazione compatta della difesa e dell’impianto generale (anche se va detto che il livello dell’avversario non era certo di primissimo piano) con un attacco privo dei suoi cervelli migliori – Klasen e Cunti, appunto – ma capace di produrre occasioni a profusione con 4 blocchi, grazie a una capacità di movimento in simbiosi che piano piano sta diventando sempre più evidente.
Solo un momento di appannamento ha attraversato le menti dei bianconeri, in un secondo periodo nel quale Chiesa e compagni hanno pasticciato un po’ troppo in uscita dal terzo e, soprattutto, hanno sprecato un’infinità di minuti in power play semplice e in 5 contro 3. Va detto che Ireland nelle situazioni speciali ha fatto ruotare un po’ tutti, gli schemi e le idee ci sono, è mancata eccome la freddezza sotto porta e un po’ di sana cattiveria con il disco al posto della gara al tiro di precisione.
Poco male, comunque, dato che a 5 contro 5 i bianconeri sono tornati a fare il bello e il cattivo tempo di nuovo a partire dal 40′, strappando applausi convinti per la capacità di manovrare in velocità (rete di Brunner per esempio) e di ingabbiare l’avversario nel terzo ingaggiando una sorta di “torello” calcistico per liberare il tiratore di turno.
Gioco più avvolgente rispetto al passato, più responsabilità per tutti, più opportunità per tutti e alcuni giocatori in forma smagliante come Hofmann o altri in netta crescita come il citato numero 98, o un Manzato che pare finalmente completamente recuperato, e questo è senz’altro una sicurezza non da poco.
Da sottolineare anche il fatto di saper andare a rete con diverse soluzioni e molteplici marcatori (applausi convinti anche per la rete di Kparghai), oltretutto anche in maniera spesso spettacolare, e questo è sicuramente un atout anche per il pubblico.
È insomma un Lugano che vuole dimostrare di sapere giocare e di sfruttare le proprie (molte) capacità soprattutto offensive, ma è un Lugano che deve lavorare ancora per trovare le limature giuste al power play e al “killer instinct”, ma è un Lugano, quello di Ireland, che in attesa dei giochi veri del campionato fa ben sperare anche in prova.
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