LUGANO – BERNA
3-2
(1-0, 0-2, 1-0; 0-0)
Rigori: Klasen, Ritchie, Holloway, Klasen, Pettersson
Note: Resega, 5’451 spettatori. Arbitri Eichmann, Kämpfer; Küng, Zosso
Penalità: Lugano 2×2′, Berna 3×2′
LUGANO – Patrick Fischer aveva due obbiettivi sostanziali da raggiungere con la sfida agli orsi bernesi: continuare sulla striscia di vittorie e progressi visti in terra romanda e di conseguenza cominciare a dettare legge anche in casa propria, dato che – esordio col Rapperswil a parte – uno dei diktat di questa stagione è quello di rendere la Resega un fortino, come avveniva durante le migliori stagioni.
L’allenatore bianconero ha dovuto rincorrere questi ideali rinunciando a Ulmer, tenuto a riposo dopo una botta subita a Losanna, e proponendo il giovane svedese di licenza svizzera Ahlström tra il lineup di difesa. Per il resto formazione confermata, compreso il portiere, con Manzato che viene riproposto dopo l’ottima prova in quel di Malley.
Il primo tempo visto alla Resega ha mantenuto le attese per ciò che riguardava l’intensità di gioco, con un Berna più “operaio” e un Lugano che ha proposto azioni spettacolari e molto veloci, che però non hanno portato a nessuna rete, nonostante le occasioni – alcune anche clamorose – capitate sui bastoni di Klasen, Filppula e Murray, con quest’ultimo che ha colpito la base del palo da posizione molto defilata ma con la porta praticamente sguarnita. Il Berna ha avuto dalla sua due superiorità numeriche per mettere in difficoltà la solida difesa bianconera, ma il boxplay ha retto alla grande.
Fino ad oggi tutti avevano potuto cogliere i grandi miglioramenti fatti dal Lugano nei vari periodi centrali, dove in pratica aveva vinto due partite su tre e girato quella di Ginevra. Stavolta, pur a volte incantando per qualità delle giocate, soprattutto con Filppula – ma perché non ha uno scorer al suo fianco..? – e il solito duo svedese, che hanno esercitato una incredibile pressione sulla difesa bernese, a “vincere” il secondo periodo è stato il Berna.
Gli orsi hanno segnato due reti in soli 16”, con Kobasew e Reichert, dopo essere usciti da quel terribile momento di pressione bianconera. Mea culpa del Lugano, comunque, per non aver sfruttato numerose occasioni di raddoppio, e per aver alleggerito la difesa davanti a Manzato.
Questo risultato ha costretto il Lugano a cercare ancora di più uno sforzo offensivo, anche se un’ottima copertura bernese della zona neutra ha spesso vanificato le ripartenze bianconere. Si è dovuto attendere un power play per vedere premiato il Lugano per i suoi sforzi, quando, terminata una prima fase a 5 contro 3, Filppula ha insaccato la sua prima rete ancora in powerplay, meritata per lui e per tutta la squadra. Il terzo tempo è così diventato molto aperto, con entrambe le squadre apparentemente in grado di decidere la contesa a proprio favore, in un contesto divenuto praticamente una battaglia, dura ma sostanzialmente ancora piuttosto corretta.
Al 60’ nulla di fatto, l’overtime è stato semplicemente un prolungamento della sfida a viso aperto vista fino a lì, ma nessuno ha avuto la capacità di “uccidere” il match, nonostante un paio di grosse occasioni per parte con Mclean in particolare per il Lugano.
Rigori dunque, con il “Klasen-Pettersson show”, situazione che ha visto ancora i due svedesi match winner, grazie a due marcature spettacolari del numero 86 e a quella decisiva del topscorer che ha fatto esplodere di gioia la Resega.
Si è visto un Lugano di sicuro non perfetto, più impreciso in alcune fasi della contesa ma altamente spettacolare per lunghi tratti del match, veloce, pungente e deciso in ogni sua azione. Ottime molte delle chiusure e relative ripartenze dalla difesa, con i vari Vauclair, Kienzle e Schlumpf particolarmente ispirati. Peccato per quel secondo tempo giocato per gran parte a mille, con il Berna schiacciato, ma la mira difettosa e il “troppo voler” hanno fatto sì che i bianconeri venissero puniti dagli ospiti con un micidiale uno-due che ha messo a nudo alcuni cali di tensione.
A livello di gioco espresso – seppure senza una continuità sull’arco dell’intero match – è stata la migliore partita da tempo a questa parte, anche se in alcuni passaggi il Berna ha potuto installarsi nel terzo denotando ancora qualche smussatura necessaria da parte dello staff tecnico. Buonissimo il rendimento del powerplay, che ha reso praticamente al massimo, viste le due reti su due situazioni “e mezza”.
Il Lugano ha comunque fatto capire che la Resega non sarà più terra di facile conquista, vista l’energia e la voglia messe sul ghiaccio, e la mano tesa dei propri leader a trascinare la squadra. Match winner ancora gli svedesi, ma è stata la partita di Filppula, finalmente in rete, e autore di una prova di grande continuità e fantasia, peccato solo che al suo fianco il killer istinct sia piuttosto latitante.
La squadra di Fischer è ancora imbattuta e sulla buona strada, l’impianto di gioco è sempre meglio rodato, lo spirito di gruppo è evidente e il pubblico si diverte. Ottima partenza dunque, ma guai a smettere di lavorare, questa squadra ha ancora ampissimi margini di miglioramento, grazie anche a una rosa ampia e competitiva. Un’altra prova del fuoco è stata superata, per sognare è evidentemente troppo presto, ma per ben sperare si fa sempre in tempo.