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Ambrì Piotta

L’obiettivo resta nel mirino, ma l’Ambrì Piotta ora sarà chiamato a fare l’atteso passo in più

La situazione in classifica dei leventinesi è in linea con quanto ci si poteva attendere, ma una stagione con tanti alti e bassi dovrà ora trovare maggiore stabilità. Nel nuovo si dovrà innanzitutto ritrovare solidità difensiva

AMBRÌ – La speranza, per l’Ambrì Piotta, è che il meglio debba ancora arrivare. Al giro di boa rappresentato dalla pausa natalizia – e con venti partite ancora da disputare – i biancoblù si trovano sostanzialmente nella zona di classifica che ci si attendeva, ovvero tra quelle squadre ancora in piena lotta per un posto nei play-in.

L’equilibrio della lega è d’altronde testimoniato dal fatto che solamente l’Ajoie ha oramai già perso il treno che porta al postseason – chissà dove sarebbero oggi i giurassiani con Ireland in panchina sin dall’inizio – e tra il sesto ed il 13esimo posto ci sono appena dieci punti di differenza. Tutto può insomma ancora succedere, e tra diverse difficoltà la squadra di Cereda è comunque nelle condizioni di raggiungere il suo obiettivo stagionale. Servirà però un deciso giro di vite per reggere il confronto con le avversarie ora che i giochi si faranno sempre più serrati.

La sua principale sfida l’Ambrì la sta infatti vivendo in termini d’identità e compattezza di squadra, con tanti avvenimenti che hanno sin qui accompagnato la stagione, ed un autentico ottovolante di risultati che sta rendendo più complicato acquisire una certa sicurezza e consapevolezza delle proprie forze.

La stagione è sinora stata divisa sostanzialmente in tre. L’inizio promettente delle prime dieci partite ha visto la squadra ottenere 19 punti (1.9 di media) che significavano il secondo posto in classifica, ma nelle successive dieci – tra metà ottobre e fine novembre – di punti ne sono arrivati solamente cinque (0.5). Nei 12 match che sono seguiti si è visto un rendimento migliore con 17 punti (1.42), ma il trend recente non sembra puntare al rialzo ed il fieno messo in cascina in autunno non è stato sostanzioso come quello dell’anno passato. L’Ambrì è insomma in corsa, ma ha anche tanti puntini ancora da unire.

Gli “scossoni” sin qui sono d’altronde stati diversi. La stagione è iniziata con la situazione venutasi a creare con Ang e l’incertezza legata alla permanenza di Kubalik, con il canadese messo velocemente ai margini nonostante le difficoltà incontrate da Lilja. La situazione è stata risolta a fine ottobre, con la partenza di Ang e Lilja, e l’arrivo di DiDomenico, operazioni a quel punto divenute necessarie ma che hanno richiesto alla squadra un ulteriore periodo di adattamento.

In tutto questo la squadra ha trovato la sua grande costante nel rendimento di Virtanen, che per i primi mesi è stato nettamente il migliore dei suoi. Le prestazioni di Tim Heed sono invece state sin qui lontane dai suoi migliori standard, ed anche se con 23 punti è attualmente il secondo difensore più produttivo della lega dietro allo stesso Virtanen, non è mai stato particolarmente brillante specialmente in zona difensiva.

Il suo bilancio di -17 è significativo nonostante il più alto minutaggio della lega porti con sé anche maggiori probabilità di essere in pista per un gol incassato, e con lui in pista l’Ambrì ha subito 41 degli 84 gol concessi a parità numerica. Sistemare i problemi difensivi significherà insomma anche vedere Heed fare meglio nel proprio terzo, considerando che pure Curran dopo un buon avvio sta vivendo un momento più complicato.

Per arrivare ai play-in la squadra di Cereda non potrà infatti più permettersi di avere una delle difese peggiori della lega, e da quando all’Ajoie è arrivato Greg Ireland questo “primato” è passato proprio in mano ai leventinesi, che nelle ultime 16 partite hanno concesso addirittura 54 gol (3.375 ad incontro).

Questo è il risultato di varie serate in cui la squadra è apparsa poco fisica e compatta – la differenza la si è vista nelle “famose” partite contro ZSC Lions e Davos, quando invece la mentalità era stata pressoché perfetta – ed anche un penalty killing insufficiente (sotto il 75%, inferiore a quello del passato campionato) dovrà essere corretto, così da valorizzare il fatto di essere tra le squadre meno penalizzate della lega (2.56 situazioni di PK ad incontro) e la migliore in assoluto nel crearsi situazioni di powerplay (3.44).

In generale dietro sono comunque mancati un po’ di equilibrio e concentrazione, con marcature approssimative  e soprattutto poca costanza nel chiudere gli spazi, ed in questo esercizio hanno spesso mostrato delle lacune le letture da parte degli attaccanti. Uomini prettamente offensivi come DiDomenico o Kubalik si prendono dei rischi accettabili vista la loro indole – devono di fatto trascinare il reparto offensivo, qualche concessione è normale – ma altri elementi portano anche in fase difensiva quella poca intensità che sta impedendo loro di avere una stagione d’impatto in termini realizzativi.

Qualche nodo da sciogliere è stato sicuramente strutturale, come ad esempio quello che riguarda il ruolo di Philippe Maillet, che tra l’infortunio di inizio stagione e l’ipotizzata coppia con Ang che non ha ricevuto seguito, si è ritrovato per mesi a cercare un suo posto nel lineup. Bisogna dire che sin qui il canadese non ha mostrato il livello per essere dominante nella nostra lega, ma è un giocatore che può fare bene se si trovano le condizioni per lui ideali. Il tempo dirà se inserirlo al centro di Kubalik e DiDomenico è la risposta giusta.

Un reale problema l’Ambrì lo trova però nei suoi elementi svizzeri di punta. Heim, Pestoni e Zwerger stanno tutti rendendo troppo poco (11 gol e 23 punti primari complessivi) nonostante il tanto tempo di ghiaccio, ed in termini di intensità e fisicità cedono spesso il passo agli avversari. La nota lieta arriva sicuramente da Landry, che ha saputo prendersi il ruolo di centro da top six compensando il contributo che Heim non sta riuscendo ad assicurare, ma per l’Ambrì vedere quest’ultimo relegato a perno della quarta linea nelle ultime 15 partite non può lasciare soddisfatti.

C’è insomma un mix da ricreare, con alcuni elementi che dovranno alzare il loro livello nella seconda parte di stagione, senza però commettere l’errore dall’esterno di sopravvalutare alcune individualità. Il confronto con gli avversari è sempre il reale metro di paragone, ed alcune difficoltà di ritmo ed esecuzione sono anche da imputare ad un gioco sempre di alto livello e che presenta il conto a chi non va costantemente a tutto gas.

Le buone notizie sicuramente ci sono, da un Gilles Senn comunque capace di prendersi il ruolo di portiere di riferimento – e permettere all’Ambrì di guardare al futuro con un tandem svizzero – nonostante delle statistiche che richiederanno un ritocco verso l’alto, ad una coppia KubalikDiDomenico che potrà essere il motore dell’intera squadra.

Con il nuovo anno Heed e Curran dovranno però aggiungersi al gruppo dei protagonisti, assieme ovviamente a un Virtanen un po’ in calo ma comunque imprescindibile. Tra i difensori svizzeri Zgraggen ha perlopiù svolto bene il suo compito – pur andando in chiara difficoltà nelle uscite più recenti – e da Wüthrich si sono visti dei passi avanti, mentre tra Pezzullo ed i fratelli Dotti nessuno ha fatto un passo extra per delinearsi in un ruolo preciso. Nota di merito a capitan Grassi, che sta vivendo la sua miglior annata da diverso tempo.

La passata stagione si era chiusa sottolineando come il gruppo fosse ancora fragile nel gestire i momenti, e non abbastanza compatto e spavaldo per credere davvero di appartenere alle compagini migliori. Quest’anno alla squadra manca anche una certa solidità, anche ricordando che 10 delle 15 partite andate oltre i tempi regolamentari hanno visto l’Ambrì farsi rimontare un vantaggio (numero che arriva a 11 se si considera il match di Kloten con tre reti di margine vanificate).

Solamente le 20 uscite rimanenti ci diranno insomma cosa può essere davvero questo Ambrì Piotta, in una stagione che per ora rimane ancora tratteggiata. La squadra si trova nella zona di classifica che ci si attendeva, ma l’andamento irregolare ed una maturità di squadra ancora da acquisire impongono prudenza. Da qui in avanti non ci saranno molti margini d’errore, ai biancoblù la sfida di fare quel definitivo passo avanti per ora solo intravisto.

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