Social Media HSHS

Lugano

Lo Zugo ringrazia un Lugano che si fa male da solo

Due volte in vantaggio la squadra di McSorley subisce la rimonta con un errore che costa la rete decisiva di Suri in shorthand. Vanificata così un’ottima prestazione

Lo Zugo ringrazia un Lugano che si fa male da solo

LUGANO – ZUGO

2-3

(2-1, 0-0, 0-2)

Reti: 4’47 Morini (Boedker, Fazzini) 1-0, 8’56 Zehnder (Lander, Hansson) 1-1, 14’14 Fazzini (Morini) 2-1, 45’51 Hansson (Senteler, Zehnder) 2-2, 56’39 Suri (Leuenberger, Schlumpf) 2-3

Note: Corner Arena, 4’998 spettatori
Arbitri: Stolc, Hürlimann; Schlegel, Stalder
Penalità: Lugano 2×2′, Zugo 5×2′

Assenti: Yannick HerrenNiklas Schlegel (infortunati), Elia Riva (ammalato), Leland Irving (sovrannumero)

LUGANO – Sì può solo immaginare quanto possa bruciare questa sconfitta nel cuore e nella pancia dei giocatori bianconeri. Uno di quegli errori di percorso che ancora mostrano come il Lugano rispetto alle squadre top debba crescere anche in furbizia e sostanza, per dare finalmente risultati importanti alle prestazioni importanti.

Arcobello e compagni possono recitare solo il mea culpa per come è finita la partita, per aver permesso che un episodio ampiamente a proprio favore nel finale e che poteva (doveva) rivelarsi decisivo per una meritata vittoria si è invece trasformato in un’arma che ha sparato al contrario. E si deve parlare di ingenuità, non semplicemente di errore in quel caso, perché si è voluto giocare con il fuoco quando si sapeva che quella fiamma era comunque delle più pericolose se stuzzicate e sappiamo bene che McSorley è un coach che vuole sempre limitare al massimo i rischi nelle giocate dei suoi ragazzi.

Un vero peccato perché i bianconeri hanno ancora dimostrato che come squadra sono rientrati ottimamente dalle vacanze olimpiche, disputando una partita corposa e di personalità contro uno Zugo che alla Cornèr Arena è sceso comunque per dare battaglia vera. Ritmo, fisico e distanze ridotte tra i compagni hanno permesso al Lugano di manovrare anche abilmente tra la difesa dei campioni svizzeri, con un Genoni che già nei primi minuti ha dovuto mettersi subito addosso i panni del protagonisti, mentre i compagni erano forse un po’ sorpresi dall’inizio di qualità degli avversari.

Qualità sì perché il Lugano ha giocato in maniera il più pulita possibile quando si è trattato di uscire con il disco sul bastone dal proprio terzo, e tutti i blocchi hanno fatto il loro, anche se qua e là qualche interprete è sembrato un po’ più in ombra rispetto agli altri (Josephs e Carr soprattutto) ma complessivamente la squadra è apparsa brillante.

Chris McSorley sta forse trovando le varie quadrature e non è un caso che ancora una volta a fare da trave portante siano stati i primi due centri, con un Thürkauf solito grande lavoratore e “guida autonoma” del top six, mentre anche Morini si sta rivelando la spalla giusta per un Arcobello molto più ispirato sul piano del gioco e brillante fisicamente, tra i più attivi nel backcheck proprio come il numero 97.

Tornando alla sfida, è stato evidente anche come il Lugano abbia avuto diverse occasioni per chiudere prima la partita (come lo Zugo comunque) e con il trascinarsi del risultato di 2-2 (arrivato sempre nel terzo periodo) le cose potevano bilanciarsi di più dalle parti di una squadra scafata come quella di Dan Tangnes, ecco quindi che quando capitano occasioni del genere, è già brutto non sfruttarle, figuriamoci regalarle agli avversari.

Si potrebbe anche recriminare sulla brutta gomitata completamente gratuita rifilata da Hofmann a Wolf (non vista dagli arbitri) nella stessa azione del fallo di Kovar, ma rimane inutile se poi ci si trova a piangere sui propri errori.

Però tempo di piangere ce n’è poco, se si vuole continuare a guardare in avanti bisogna cogliere le occasioni, e siamo sicuri che la lezione di venerdì sera i bianconeri l’abbiano imparata. Perché sul piano generale della prestazione c’è poco da dire, ecco perché fa più male.


IL PROTAGONISTA

Giovanni Morini: Lugano sconfitto sì, ma è stata la squadra dove sono emerse di più varie individualità, su tutte quelle del numero 23 bianconero. L’autore del gol del primo vantaggio e dell’assist per il bellissimo 2-1 di Fazzini ha disputato una partita di grandissimo cuore, polmoni e testa, lavorando a tutta pista per i compagni di linea, con un Arcobello che ha trovato una spalla ideale nell’italiano.


GALLERIA FOTOGRAFICA


(Clicca le frecce per scorrere le fotografie)


HIGHLIGHTS

Click to comment

Altri articoli in Lugano