LUGANO – ZUGO
4-2
(1-0, 2-2, 1-0)
Reti: 1’15 Josephs (Connolly, Alatalo) 1-0, 22’53 Simion (Hofmann, Kreis) 1-1, 25’52 Fazzini (Connolly, Alatalo) 2-1, 29’40 Granlund (Zanetti, Arcobello) 3-1, 32’25 Hofmann (O’Neill) 3-2, 59’39 Granlund (Arcobello) 4-2
Note: Cornèr Arena, 4’951 spettatori
Arbitri: Stricker, Nord; Cattaneo, Kehrli
Penalità: Lugano 4×2′, Zugo 4×2′
Assenti: Julian Walker, Stephane Patry (infortunati), Mikko Koskinen (sovrannumero), Yves Stoffel, Loic Vedova (Ticino Rockets)
LUGANO – Dicono che non esistono più le squadre materasso, eppure lo Zugo deve ancora riuscire a piazzare un punto dopo tre partite contro il Lugano. Scherzi a parte, sembra davvero che la squadra campione svizzera in carica risvegli qualcosa di importante nella mente dei giocatori bianconeri, che con la vittoria di giovedì sera si sono permessi il lusso di battere tre volte la squadra diretta (in questa settimana) da Josh Holden.
Vero, come ormai abbiamo capito tutti al mese di dicembre quasi terminato, Hofmann e compagni sono la copia sbiadita dei tori che furono, ma comunque capaci di mettere assieme linee offensive di grande impatto, e quelle che importa aldilà della vittoria è la prestazione che il Lugano ha messo in pista a contare di più, i punti arrivano per logica – almeno la maggior parte delle volte – conseguenza.
Reduce dalla scottante sconfitta di Friborgo, che ha fatto male soprattutto per come sono stati gestiti terzo tempo e disciplina individuale, Luca Gianinazzi ha voluto cambiare un paio di cose per l’ultima sfida casalinga del 2022, rispolverando Niklas Schlegel in porta, così da poter schierare sei stranieri di movimento in attacco richiamando da Biasca Kris Bennett, schierato nel terzo blocco al posto di Herburger, passato a tredicesimo attaccante.
Il portiere numero 34 ha risposto presente alla chiamata, disputando un incontro solido e sicuro, risultando solo un po’ impreparato sulla rete di Hofmann, ma poi tirando fuori ottimi interventi quando gli ospiti hanno spinto di più nel terzo periodo, rassicurando i suoi difensori.
Davanti a lui i suoi compagni hanno interpretato da subito in maniera positiva l’incontro, lasciando da parte i cattivi pensieri della trasferta friborghese e applicando subito tanta attenzione e concentrazione, approfittando pure della prima occasione per andare in vantaggio, con un power play giocato finalmente in maniera convincente e rifinito da Josephs.
Conducendo le danze in maniera autoritaria il Lugano ha lasciato pochi spazi allo Zugo, tagliando sempre efficacemente le transizioni degli ospiti con un’ottima copertura della zona neutra e una fase difensiva a cui hanno sempre partecipato tutti i giocatori in pista, rendendo lo slot basso un’area troppo densa e trafficata perché gli ospiti potessero mettere assieme trame nello stretto.
Oltre alla buona impostazione di gioco e di tattica, la squadra di Gianinazzi stavolta ha lavorato bene anche con la testa, non lasciandosi andare dopo il pareggio di Simion, bensì continuando con il proprio incedere, sfruttando di nuovo il power play grazie a Fazzini. Nemmeno il 3-2 trovato da Hofmann preceduto dal 3-1 di Granlund (che lavoro di Zanetti!) ha scalfito la fiducia dei bianconeri, pronti a dare battaglia nel terzo periodo.
Apparsi in affanno, Alatalo e compagni hanno difeso a denti stretti il risultato, risultando quasi nulli in attacco ma coprendo ancora bene la zona davanti a Schlegel, rischiando qualcosa nel finale (anche quando Josephs ha sprecato un break in shorthand) e tirando fuori tutto il cuore e la voglia di lottare fino al 4-2 di Granlund, sacrificatosi negli ultimi secondi per tirare fuori il boato della Cornèr Arena.
Disciplina, fiducia nel proprio lavoro e nei compagni, il Lugano deve riuscire finalmente a trovare il ritmo giusto restando ancorato su questi principi, e con quattro linee che lavorano con costanza e dei leader decisivi (due assist diretti in power play di Connolly, doppietta di Granlund che sembrava invisibile, tantissimo lavoro sporco di Arcobello e un Fazzini a tutta pista tornato a segnare alla sua maniera) questa squadra ha veramente il potenziale per una risalita in classifica più costante e diretta, senza mai illudersi che possa diventare facile tutto ad un tratto, nemmeno venerdì a Kloten.
IL PROTAGONISTA
Brett Connolly: Lo si guarda e sembra sempre vagare alla sua maniera. Poi ci si accorge che si muove sempre in direzione del disco, dove il gioco si scalderà. Recupera il puck, lo vuole sempre giocare, lo smista ripulito ai compagni, fa spazio e attira difensori, provoca qua e là, si prende i colpi per i compagni. E dal nulla piazza pure due assist diretti in power play nel ruolo di regista tutto fare. Non avrà uno stile raffinato, ma quando è in serata fa quello che deve fare uno straniero, rendersi decisivo e basta, senza fronzoli.