LUGANO – ZUGO
2-3 dr
(1-1, 0-0, 1-1)
Rigori: Schremp
Note: Resega, 4’551 spettatori. Arbitri: Prugger, Stricker; Espinoza, Kohler
Penalità: Lugano 8×2′ + 1×5′ (Walker) + 1×20′ (Walker), Zugo 8×2′ + 1×10′ (Tobler)
LUGANO – Se queste ultime partite devono servire come preparazione ai playoff, ebbene, la prestazione del Lugano contro lo Zugo non può non lasciare qualche dubbio e preoccupazione. Schierati per la prima volta senza infortunati, i bianconeri – sempre senza gli U20 e con Flückiger per la prima volta tra i pali – hanno offerto probabilmente la peggior prestazione, almeno a livello di gioco, di questo 2014.
In una partita nata male sin dall’inizio, cominciata con il gol non a caso di Bertaggia dopo un errore in fase di rilancio, il Lugano ha mostrato parecchia imprecisione nei passaggi e nelle uscite di zona, e solo i limiti dello Zugo – che, va detto, aldilà dell’eccessiva aggressività di qualche suo conosciutissimo elemento, ha comunque giocato un’ottima partita – hanno impedito che il passivo si mostrasse maggiore. Le cose migliori, fin lì, il Lugano le ha mostrate in power play, ancora un po’ lento, incostante e macchinoso, ma rivelatosi finalmente pericoloso.
Nel periodo centrale, inizialmente sviluppatosi sulla falsa riga del primo, ci è voluta una rocambolesca rete di Reuille – uno dei migliori – non solo per impattare la sfida, ma anche per svegliare i bianconeri, che magicamente hanno cominciato ad alzare il ritmo, ad essere più precisi e veloci in uscita di terzo e, guarda caso, lo Zugo ha cominciato a vacillare.
Il miglior momento del Lugano ha risvegliato anche l’aggressività dello Zugo, che ha cominciato a mettere la sfida sul piano della provocazione, spezzettando il gioco e innervosendo i bianconeri. Prova ne è stata la penalità di 5′ e di partita comminata a Walker – decisione parecchio severa, vista l’involontarietà del gesto – dove però i bianconeri hanno di nuovo mostrato che perlomeno difesa e box play continuano a funzionare.
Il terzo periodo si è aperto in maniera scoppiettante, grazie alle reti in rapida successione di Earl e Vauclair, ma da lì via, il disordine, il nervosismo e l’imprecisione l’hanno fatta di nuovo da padroni. Difficile per il Lugano disegnare trame veloci e ficcanti, anche se nel finale avrebbe meritato la rete del vantaggio almeno per lo sforzo profuso e le occasioni mancate abbastanza clamorosamente di Murray, Lehtonen e Micflikier.
Nulla di fatto nell’overtime, e allora un unico rigore segnato da Schremp ha deciso la contesa a favore degli svizzero centrali.
Pochi i bianconeri davvero in palla in questa partita, o perlomeno solo quei giocatori che fanno della fisicità il loro atout, come Walker, Reuille, Kparghai e Rüfenacht. Per il resto, gambe ancora di legno e testa forse già proiettata in avanti con il solo Ulmer in grado di garantire efficienza a tutta pista, cervello e e velocità, a conferma che il vero straniero di difesa – non solo per nazionalità – rimane lui.
Capitolo Lehtonen: il colosso finlandese per ora non convince. Non ancora calato negli schemi ma anche lento di testa e di mani, il solo pattinaggio non basta. Si spera che nei prossimi giorni si lavori molto su di lui per cercare di togliere quei dubbi che gli girano attorno ormai da un anno.
Da segnalare l’infortunio (?) occorso a Pettersson nel corso del terzo tempo, rivistosi però poi in panchina assieme ai suoi compagni.
Una sconfitta che non deve gettare nel panico, ma sicuramente che deve risuonare come un piccolo campanello d’allarme. Troppa l’imprecisione in uscita di terzo e a volte si è assistito a una preoccupante mancanza di idee in fase offensiva. Di certo la squadra non si è indebolita tutta in un colpo, semplicemente Fischer dovrà fargli ritrovare schemi, gambe e testa prima che i giochi, quelli veri, abbiano inizio.